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Meno vuoti di memoria con la nicotina - I vuoti di memoria, che si presentano con più frequenza negli anziani ma possono capitare a tutte le età, potrebbero essere contrastati dalla nicotina

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Meno vuoti di memoria con la nicotina

Meno vuoti di memoria con la nicotina

I vuoti di memoria, che si presentano con più frequenza negli anziani ma possono capitare a tutte le età, potrebbero essere contrastati dalla nicotina. Questa sostanza è in grado di aumentare la capacità della "memoria di lavoro" (working memory') migliorando le funzioni mnemoniche ma, al tempo stesso, limitando alcuni processi legati alla scelta e all'avvio del movimento nel cervello umano. La scoperta è stata fatta da un gruppo di esperti dell'Ibfm-Cnr e dell'Università di Milano-Bicocca. I risultati della ricerca sono stati presentati in questi giorni a Washington in occasione del Congresso mondiale della Society for Neuroscience (Gennaio 2012).

Lo studio condotto dai ricercatori dell'Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Milano in collaborazione con Alice Mado Proverbio, docente di Psicobiologia dell'Università di Milano Bicocca, apre la strada a possibili terapie che vedono la nicotina come arma per contrastare i disturbi mnestici e le discinesie motorie del morbo di Parkinson.

Alberto Zani, ricercatore presso l'Ibfm-Cnr di Milano, spiega che i risultati sono frutto di uno studio condotto su un gruppo di non-fumatori e uno di giovani fumatori che fumavano mediamente tra le 7 e le 20 sigarette al giorno. La sperimentazione è stata divisa in più step per valutare diversi aspetti. Nella prima prova sono stati monitorati i meccanismi cerebrali di orientamento selettivo dell'attenzione visuo-spaziale ed è stato misurato il tempo di reazione a degli stimoli. I volontari dovevano tenere lo sguardo puntato verso una particolare direzione e al tempo stesso dovevano prestare attenzione a stimoli presentati in punti diversi dello spazio visivo, previamente segnalati, e rispondere premendo un pulsante.

Nella seconda fase dello studio i ricercatori hanno messo alla prova la memoria di lavoro dei volontari, quel "magazzino" che ospita temporaneamente le informazioni appena apprese al fine di riutilizzarle durante l'esecuzione di un compito di attenzione spaziale. Per svolgere questa prova i volontari dovevano contare a ritroso partendo da grossi numeri e sottraendo tre cifre alla volta, ad esempio: 15.677, 15.674, 15.671, e cosi via.

Durante tutte le prove l'attività bioelettrica cerebrale dei volontari, denominata ERP (Potenziali Correlati ad Eventi), è stata tenuta sotto controllo mediante l'ausilio di 128 sensori. In questo modo si è riusciti a monitorare la variazione della funzionalità cerebrale in funzione dei compiti e della stimolazione visiva.

La professoressa Alice Mado Proverbio spiega che nel compito d'attenzione visuo-spaziale non si è registrata alcuna differenza tra i due gruppi nella velocità di risposta agli stimoli. Nel doppio compito attentivo-mnemonico i fumatori, in media, sono stati 50 millisecondi più veloci, mostrando anche molte meno omissioni di risposta. Questo gruppo, però, risultava di circa 100 millisecondi più lento nel compito di programmazione e decisione motoria. In parole povere possiamo dire che dallo studio si è osservato che i fumatori presentano una memoria migliore ma al tempo stesso hanno maggiori difficoltà se sono impegnati nel pensare ad una possibile scelta.

I risultati di questo studio aprono la strada all'utilizzo terapeutico della nicotina non soltanto per le discinesie, ma anche per i problemi di memoria del Parkinson. Per la prima volta al mondo i ricercatori italiani sono riusciti a dimostrare, attraverso una ricerca condotta sull'uomo, che la nicotina può essere utile nel trattamento non solo del Parkinson, ma anche dell'Alzheimer. Questo non vuol dire che per evitare il Parkinson o l'Alzheimer bisogna fumare, non bisogna dimenticarsi che il fumo danneggia i nostri polmoni e solo in Italia ogni anno si registrano 34.000 nuovi casi di tumore ai polmoni. Se i risultati sui benefici della nicotina saranno confermati da ulteriori studi potrebbero essere rivalutata l'efficacia dei cerotti e delle gomme antifumo che proprio in questi giorni hanno ricevuto un duro colpo. Stando ai risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Harvard School of Public Health e della University of Massachusetts Boston, cerotti e gomme alla nicotina non aiuterebbero, nel lungo periodo, a smettere di fumare.


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