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Troppo lavoro fa male alla salute

Stress, troppo lavoro e salute del cuore

La medicina del lavoro dovrà prendere in considerazione anche l'orario lavorativo settimanale, troppo lavoro fa infatti male alla salute e incrementa il rischio di ictus. Stacanovista avvisato, mezzo salvato; parafrasando un proverbio, le persone che lavorano troppo devono stare attente in quanto una nuova ricerca ha evidenziato come il troppo zelo a lavoro, che porta a superare le consuete ore lavorative, può mettere a repentaglio la salute del lavoratore. Un gruppo di ricercatori inglesi ha rilevato che basta lavorare un'ora in più al giorno per incrementare del 10 per cento, negli otto anni successivi, il rischio di incappare in un ictus. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Lancet (Long working hours and risk of coronary heart disease and stroke: a systematic review and meta-analysis of published and unpublished data for 603?838 individuals - Doi: 10 1016 / S0140-6736 (15) 60295-1 - Agosto 2015).

Un proverbio inglese, utilizzato anche nel film di Shining, recita: " All work and no play makes Jack a dull boy ". Il concetto è che lavorare troppo porta ad essere delle persone annoiate e noiose, la noia non è però l'unica conseguenza del troppo lavoro e i rischi per la salute sono diversi. Già in passato il lavoro era stato messo in correlazione con le patologie a carico dell'apparato cardiocircolatori, turni di lavoro notturni possono infatti minare la salute del cuore, ci sono poi i problemi relativi allo stress da lavoro correlato e quelli conseguenti a gravidanza e carriera. Mika Kivimäki, primo autore dello studio pubblicato su Lancet, spiega che in base ai dati raccolti si è scoperto che una sola ora di lavoro in più al giorno incrementa di un decimo il rischio di incappare in un ictus nei successivi otto anni e mezzo, il rischio può però salire addirittura di un terzo per le persone stacanoviste che superano abitualmente le 55 ore lavorative settimanali. Chi passa troppo tempo lavorando è inoltre più incline a sviluppare una cardiopatia.

I risultati sono frutto di una meta-analisi che, basandosi sui dati di 25 studi, ha valutato gli effetti del lavoro su un campione di 603838 individui seguiti in media 8 anni e mezzo. Secondo gli esperti lo stress prolungato da lavoro è alla base di alterazioni biologiche nell'organismo che possono, nel lungo periodo, favorire l'insorgenza di patologie molto insidiose come ictus e probabilmente coronaropatie. L'incremento del rischio è stato valutato tenendo anche conto di fattori quali il consumo di alcolici, il fumo e un'attività fisica limitata o assente, tutti elementi che spesso accompagnano i lavori più stressanti.

Nell'indagine si è rilevata una relazione diretta tra il numero di ore lavorative settimanali e il rischio di ictus, gli individui che lavorano tra le 41 e le 48 ore a settimana hanno un rischio di ictus maggiore (+ 10 per cento) rispetto alle persone che si limitano all'orario standard (40 ore settimanali). Il rischio sale ulteriormente fino al 27 per cento se si lavora dalle 49 alle 54 ore e arriva al 33 per cento in quelle persone che superano abitualmente le 55 ore lavorative settimanali.

Sebbene lo studio non ha i dati per dimostrare scientificamente una relazione causale del fenomeno, la ricerca evidenzia che c'è una relazione tra le troppe ore di lavoro e l'aumento del pericolo di ictus e cardiopatie. La medicina del lavoro dovrebbe prendere quindi in considerazione questo aspetto e i medici dovrebbero mettere in guardia, sui possibili rischi cardiovascolari, i pazienti che lavorano molto.


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