Obesità e senso di sazietà
Alcune persone mettono su qualche chilo di troppo più facilmente perché il cervello percepisce diversamente il senso di sazietà. Stando ai risultati ottenuti nel corso di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Yale University (School of Medicine), la tendenza ad ingrassare potrebbe essere scritta nel patrimonio genetico. Lo studio è stato pubblicato sui PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences, Agosto 2010).
Il team guidato da Tamas Horvath, neurobiologo presso la Yale School of Medicine, ha condotto una serie di esperimenti su alcuni ratti. Le cavie sono state allevate in modo che la loro vulnerabilità all'obesità fosse nota prima ancora che venissero sottoposte a una dieta ipercalorica. Osservando i ratti si è rilevato che i soggetti obesi presentavano in particolari aree del cervello, che regolano l'alimentazione, delle differenze significative rispetto ai soggetti normopeso.
Le aree del cervello deputate alla regolazione dell'alimentazione in alcuni soggetti sono più "pigre" nel segnalare al resto del cervello quando iniziare a bruciare le calorie introdotte. Secondo gli esperti è per questo motivo che determinate persone accumulano più facilmente dei chili di troppo pur mangiando poco.
Nonostante le grandi abbuffate c'erano dei ratti che rimanevano più magri, Tamas Horvath spiega che i neuroni che segnalano il senso di sazietà sono più attivi in alcuni soggetti e per questo motivo si ha un minor accumulo di grassi. Secondo l'esperto questo "cablaggio di base" del cervello potrebbe essere determinante nella vulnerabilità a sviluppare l'obesità. La differenza tra grassi e magri potrebbe quindi non essere solo una questione di volontà e continuità nel seguire una dieta equilibrata ma dipendere dai collegamenti che si formano nel nostro cervello durante lo sviluppo.
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