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Il sale fa male: attenti anche ai farmaci effervescenti

Sale: attenti ai farmaci effervescenti

Si sa che troppo sale fa male, nel valutare la dose giornaliera di cloruro di sodio (il comune sale da cucina) non tutti però sanno che bisogna stare attenti anche a determinati farmaci come ad esempio quelli effervescenti. L'allarma arriva da un gruppo di ricercatori della University of Dundee (Scozia) e dell'University College di Londra che, dopo un'accurata indagine, hanno rilevato un potenziale aumento del rischio cardiovascolare nei casi di uso frequente di alcuni farmaci (quelli di tipo effervescente, solubile o simili formulati). I risultati dello studio sono stati pubblicati sul British Medical Journal (Association between cardiovascular events and sodium-containing effervescent, dispersible, and soluble drugs: nested case-control study - doi: 10 1136 / bmj f6954 - Novembre 2013).

Jacob George, primo autore dello studio, spiega che il maggior rischio cardiovascolare correlato a un'assunzione di farmaci con alto contenuto di sodio è supportato da un'indagine condotta su un campione di quasi 1,3 milioni di pazienti. Dopo aver escluso altri fattori di rischio (malattie croniche, assunzione di alcol e fumo) correlati a problemi cardiovascolari, gli esperti, confrontando i pazienti che assumevano farmaci effervescenti con quelli che sceglievano altre formulazioni, hanno stimato un incremento del 16 per cento (nel primo gruppo) per quanto riguarda il rischio di infarto, ictus o disturbi vascolari fatali. Si è inoltre rilevato che il rischio di ipertensione è sete volte maggiore e il tasso di mortalità è mediamente più alto del 28 per cento.

Gli esperti spiegano che ci sono diverse ragioni che spingono i pazienti a scegliere una particolare formulazione di un farmaco, per esempio alcuni non riescono a deglutire compresse grosse e di conseguenza optano per un farmaco effervescente solubile. Alla luce di questi nuovi dati è però importante avvisare i pazienti sui potenziali rischi associati alla scelta di un farmaco effervescente. Lo stesso medico, conoscendo l'anamnesi del paziente, dovrebbe valutare bene benefici e i rischi prima di decidere che tipo di farmaco prescrivere.

Perché il sale fa male?

Molte persone si chiedono se il sale fa bene o male, come per tante altre cose il problema non sta tanto nella sostanza in se ma nel suo quantitativo. Consumato in determinate quantità, tra i 4 e i 5 grammi al giorno, il sale fa bene, se però si superano tali livelli il sale fa male. Quantità moderate di sale apporterebbe notevoli benefici all'organismo: contribuisce ad evitare il rischio di disidratazione e mantiene l'equilibrio idrico del corpo.

Se si superano certi quantitativi il sale fa male ai reni (troppo sale gli affatica eccessivamente). Anche nel periodo della gestazione bisogna stare attenti al sale in quanto durante la gravidanza un'alimentazione troppo ricca o troppo povera di sale danneggia lo sviluppo dei reni nel piccolo portando a futuri problemi di ipertensione.

Ci sono poi alcuni studi che hanno dimostrato che troppo sale fa male al cervello (Sodium intake and physical activity impact cognitive maintenance in older adults: the NuAge Study - doi: 10 1016 / j neurobiolaging 2011 07 004). Gli individui che negli anni abusano del sale sono vittime di un declino mentale più rapido rispetto ai coetanei che hanno diminuito le dosi durante i pasti.

Per non superare il quantitativo di sale consigliato non dobbiamo stare attenti solo al sale che mettiamo direttamente negli alimenti ma a tutta una serie di fonti, che spesso sottovalutiamo, come ad esempio i prodotti industriali. Nella nostra alimentazione la principale fonte di sale è rappresentata dal pane e dai prodotti da forno (biscotti, crackers, grissini, ma anche merendine, cornetti e cereali da prima colazione). Particolarmente ricchi di sodio, e per questo motivo da consumare con moderazione, sono poi i prodotti in scatola e alcuni surgelati. Per stare sotto i quantitativi un buon consiglio è quello di leggere le etichette degli alimenti dove i produttori sono obbligati a riportate le quantità di sodio.


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