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Papilloma virus: vaccino poco diffuso fra le over 18

Papilloma virus: vaccino poco diffuso

Il vaccino contro il papilloma virus (HPV) è un importante strumento di prevenzione primaria del carcinoma della cervice uterina, purtroppo però non tutte le donne sono protette. L'Italia è stato il primo Paese europeo a pianificare una strategia di vaccinazione pubblica contro il papilloma virus (HPV), un'iniziativa che ha permesso di vaccinare ben il 62,2 per cento delle 14enni. Se si osservano i dati relativi alle over 18 la copertura del vaccino non è però così buona, i dati parlano di un misero 2,9 per cento. Per l'81 per cento delle donne, la vaccinazione gratuita per il papilloma virus andrebbe estesa anche ad altre fasce d'età e per il 78 per cento anche ai maschi. Questi e altri dati sono il risultato di una ricerca del CENSIS condotta su un campione nazionale di 3.500 donne con un'età compresa tra i 18 e i 55 anni.

A differenza di quanto avviene tra gli uomini italiani, che nella maggior parte dei casi vanno dall'andrologo solo quando c'è un problema serio già in atto, il 65,5 per cento delle donne italiane effettuano almeno una volta all'anno una visita ginecologiche di controllo. Il 54 per cento delle donne si sottopone anche al PAP test, un esame molto utile per diagnosticare un possibile tumore all'utero (o carcinoma della cervice uterina). Purtroppo, in base a quanto rilevato dal CENSIS, l'informazione sulla prevenzione del papilloma virus umano è ancora molto generica e superficiale.

Dopo un avvio promettente, la quota di bambine vaccinate sta piano piano diminuendo. Nel 2008, anno dell'avvio effettivo delle campagne vaccinali, vennero vaccinate circa il 63 per cento delle ragazze con un'età compresa tra gli 11 e i 12 anni, la percentuale è poi scese negli anni successivi. Attualmente risultano vaccinate il 62,2 per cento delle 14enni, il 59,9 per cento delle 13enni e il 54,3 per cento delle 12enni.

Chi dovrebbe fare il vaccino per il papilloma virus?

Il vaccino per il papilloma virus è gratuito per le bambine con un'età compresa tra gli 11 e i 12 anni d'età, in tale fascia d'età il profilo beneficio rischio è massimo. E' opportuno somministrare il vaccino prima dell'inizio dei rapporti sessuali perché è con l'inizio dell'attività sessuale che di norma si acquisisce il virus HPV. Tra gli 11 e i 12 anni si ha inoltre una risposta immunitaria maggiore rispetto a quella che si potrebbe avere in altre fasce d'età. E' importante precisare che la vaccinazione non sostituisce i controlli periodici, può essere invece considerata un'arma preventiva da affiancare al PAP test (un esame raccomandato per le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni).

Attualmente si sta valutando se allargare la strategia vaccinare anche alle donne con un'età compresa tra i 25 e i 26 anni, in concomitanza al primo invito all'esecuzione dello screening attraverso il PAP test.

Vaccino papilloma virus

Sul mercato italiano sono disponibili due vaccini contro il papilloma virus (HPV): il Gardasil e il Cervarix.

Il Gardasil, un vaccino tetravalente autorizzato dall'Aifa con delibera del 28 febbraio 2007, protegge contro i genotipi 16-18 dell'HPV, responsabili di circa il 70 per cento dei casi di carcinoma uterino, e i genotipi 6 e 11, responsabili del 90 per cento dei condilomi.

Il Cervarix, un vaccino bivalente autorizzato dall'Aifa con delibera del 29 ottobre 2007, protegge dai genotipi 16 e 18, responsabili di circa il 70 per cento dei casi di carcinoma uterino.

Entrambi i vaccini sono somministrati gratuitamente dalle ASL alle bambine tra gli undici e i dodici anni. La somministrazione è di tipo intramuscolare e prevede una dose iniziale e due richiami (entro i sei mesi dalla prima). Il vaccino è inoltre disponibile a pagamento in farmacia (Gardasil: circa 172 euro - Cervarix: circa 157 euro), previa indicazione e prescrizione del medico, ed è destinato alle donne che non hanno ancora contratto l'infezione da HPV.

Il vaccino per il papilloma virus è sconsigliato in gravidanza. Sebbene nelle gravidanze insorte durante gli studi clinici dei due vaccini non sia stato rilevato alcun impatto negativo sulla fertilità in termini di incidenza di aborti spontanei, morti intrauterine e anomalie congenite, i dati attualmente disponibili non sono sufficienti per raccomandarne l'uso in gravidanza.

Il papilloma virus nell'uomo

Il papilloma virus non colpisce solo le donne ma anche l'uomo, in quest'ultimo caso però il virus HPV non provoca quasi mai il cancro e in rarissimi casi può causare dei condilomi. Una campagna vaccinale nei ragazzi sarebbe quindi una strategia molto costosa con dei benefici molto bassi.

Una campagna vaccinale maschile potrebbe essere utile per ridurre la trasmissione del virus alle donne, se però la vaccinazione femminile fosse molto estesa il vantaggio aggiuntivo di vaccinare anche i maschi risulterebbe molto limitato.


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