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Un intestino infiammato può influire sul cervello

Intestino infiammato e cervello

La salute e lo sviluppo del cervello dipende anche dalla salute del nostro intestino, un apparato digerente che funziona bene può quindi migliorare il benessere psicologico dell'individuo. Più che di intestino infiammato sarebbe corretto parlare di sindrome dell'intestino irritabile e flora intestinale, con il primo termine si raggruppano infatti una serie di malattie specifiche come ad esempio: la colite ischemica, la colite linfocitica, il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. In base ai risultati di uno studio condotto da John F. Cryan, neuro- scienziato presso l'University College di Cork, esiste un legame diretto tra il microambiente intestinale e lo sviluppo del nostro cervello, una buona flora batterica non solo può influire sullo sviluppo cerebrale ma può influenzare anche la salute mentale in generale. I risultati della ricerca sono stati presentati in occasione del congresso della Società Italiana di Psichiatria (47° Congresso Nazionale SIP - Taormina, Ottobre 2015).

Questa non è la prima volta che la salute dell'intestino viene messa in relazione con il cervello, in uno studio pubblicato su Plos One qualche tempo fa, Irritable Brain Caused by Irritable Bowel? A Nationwide Analysis for Irritable Bowel Syndrome and Risk of Bipolar Disorder - Doi: 10 1371 / journal pone 0118209, è stato trovato un legame tra la sindrome dell'intestino irritabile e la mente. La ricerca, condotta su un campione di 30796 abitanti di Taiwan (che tra il 2000 e il 2010 hanno ricevuto una diagnosi di sindrome dell'intestino irritabile), ha evidenziato che, rispetto a un gruppo di controllo privo della patologia, tali soggetti avevano un rischio maggiore di sviluppare negli anni un disturbo bipolare (un disturbo maniaco-depressivo che si manifesta con alterazioni dell'umore).

Tornando allo studio di John F. Cryan, il rapporto tra microbiota umano (l'insieme di microorganismi simbiontici che si trovano nel tubo digerente) e psiche è riconducibile al fatto che i batteri presenti nell'intestino producendo molto Dna e sintetizzano molecole che, in seguito a complessi meccanismi di mediazioni immunitarie, ormonali e neurali, modulano lo sviluppo del cervello sia nella vita fetale sia dopo la nascita. Rispetto a studi analoghi condotti in precedenza, i nuovi dati forniscono importanti informazioni che fanno luce su una buona parte dei meccanismi dietro a questo processo. Fra le varie cose sono state individuate anche delle correlazioni con l'autismo nei bimbi.

Giovanni Biggio, Ordinario di Farmacologia all'università di Cagliari, evidenzia come questi dati siano molto interessanti perché aprono la strada a nuovi trattamenti in campo clinico. In futuro si potrebbero trattare, o prevenire, dei disturbi cerebrali e mentali modificando la flora batterica intestinale. Si potrebbero ad esempio mettere a punto delle terapie a base di specifici probiotici per contrastare gli stati depressivi. Se poi si considera che, alla nascita, il microbioma intestinale del neonato viene stabilito dalla flora del canale vaginale della madre con la quale viene a contatto, una maggiore attenzione all'equilibrio di questa flora potrebbe essere una strada percorribile per prevenire possibili conseguenze su cervello e psiche del nuovo nato.

La sindrome dell'intestino irritabile, cosa mangiare e cosa evitare

Alcune persone confondono erroneamente un intestino infiammato con la sindrome dell'intestino irritabile, vediamo quindi di fare un po' di chiarezza. La sindrome dell'intestino irritabile (SII o IBS dall'inglese irritable bowel syndrome) è una sindrome caratterizzata da un dolore addominale che può essere costante o intermittente, solitamente tale dolore è accompagnato da alterazioni nella regolarità intestinale (diarrea o stipsi).

Le cause di questo disturbo possono essere varie e spesso rimangono ignote. Essendo una patologia di tipo "funzionale", la diagnosi deve escludere che alla base del problema vi siano disturbi "organici" quali ad esempio infiammazioni importanti come nel morbo di Crohn e nella rettocolite ulcerosa (una malattia infiammatoria cronica intestinale che coinvolge selettivamente la mucosa del retto e/o del colon).

Quando viene diagnosticata una sindrome dell'intestino irritabile è importante eliminare alcuni alimenti che "fermentando" favoriscono la comparsa dei sintomi.

Elenco di alcuni alimenti che non vanno mangiati in caso di SII

  • Frutta: anguria, susine, pesche, mele, pere e mango
  • Frutta secca: anacardi e pistacchi
  • Verdura: cipolla, porri, aglio, asparagi, barbabietola, sedano, cavolo verza e mais dolce
  • Latte e suoi derivati: gelato, crema pasticcera, yogurt e formaggi a pasta molle

A questi vanno poi aggiunti tutti i legumi e alcuni cereali come la segale e il grano, di conseguenza andrebbero esclusi altri alimenti quali: pane, pasta e biscotti

Elenco degli alimenti che si possono mangiare in caso di sindrome dell'intestino irritabile

  • Frutta: mandarino, arancia, uva, banana e melone
  • Frutta secca: semi di zucca e mandorle (non più di 10)
  • Verdura: lattuga, pomodoro, cetrioli, zucchine, carote, fagiolini e erba cipollina

Si può inoltre mangiare senza problemi la carne, il pesce, i formaggi a pasta dura e i prodotti caseari senza lattosio, il tofu, l'avena, il riso e tutti i prodotti senza glutine.

Il consiglio generale è comunque quello di affidarsi sempre alle indicazioni del proprio medico o del nutrizionista, meglio evitare le cure e le diete fai da te perché dietro a determinati disturbi si potrebbero nascondere una sensibilità al glutine o altre patologie più importanti.


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