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Gravidanza dopo i 40 anni: quali rischi per la salute? - Una gravidanza dopo i 40 anni espone a più rischi, crescono non solo le probabilità di difetti alla nascita ma anche il rischio di aborto e altre...

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Gravidanza dopo i 40 anni: quali rischi per la salute?

Esami gravidanza a 40 anni

Una gravidanza dopo i 40 anni espone a più rischi, crescono non solo le probabilità di difetti alla nascita ma anche il rischio di aborto e altre complicanze gravidiche. Sempre più donne partoriscono durante gli anta, tuttavia, gli esperti consigliano di partorire prima dei 35 anni perché già a questa età, rispetto alle donne più giovani, crescono notevolmente le probabilità di sviluppare complicanze. In base ai dati del ministero della salute relativi al 2016, in Italia ben il 6 per cento delle donne ha avuto il primo figlio dopo i 40 anni, in assoluto la percentuale più alta a livello europeo. Il nostro Paese detiene però anche un altro primato, quello dei parti cesarei, nel 2015 ben il 34 per cento dei bambini sono nati con parto cesareo. I possibili problemi per le primipare attempate, le donne che vivono l'esperienza della maternità dopo i 30 anni, sono stati oggetto di uno studio pubblicato su PLoS Medicine (Maternal age and severe maternal morbidity: A population-based retrospective cohort study - Doi: 10.1371/journal.pmed.1002307).

Non è la prima volta che gli esperti fissano l'asticella prima dei 35 anni. I nuovi dati sono frutto di uno studio che ha analizzato un campione di 828.269 donne dello Stato di Washington che, tra il 2003 e il 2013, hanno avuto una gravidanza non gemellare. Sarka Lisonkova, prima autrice dello studio e ricercatrice presso il British Columbia Children's and Women's Health Center di Vancouver, evidenzia che un ritardo di qualche anno non incide in maniera significativa sull'esito finale della gestazione, se però si aspetta alla quarta decade, l'incremento dei rischi incomincia ad essere rilevante.

Dopo aver eliminato gli elementi che potevano influire sull'andamento della gravidanza, i ricercatori hanno preso in considerazione l'età della donna in relazione a eventuali complicanze gestazionali quali: shock emorragico ostetrico, embolia da liquido amniotico (una reazione avversa che può manifestarsi, di solito, nella fase finale della gravidanza), ecc.. Dall'analisi è emerso che le donne con un'età compresa tra i 35 e i 39 anni, rispetto a quelle con un'età compresa tra i 25 e i 29 anni,avevano una probabilità maggiore, stimata intorno al 20 per cento, di incappare in complicanze gravi. La probabilità era addirittura cinque volte maggiore nel caso di parti avvenuti a 50 o più anni.

Per quanto riguarda l'embolia da liquido amniotico, una situazione che si verifica quando una certa quantità di liquido amniotico finisce nel flusso ematico materno, superati i 34 anni il rischio cresce di ben otto volte. Si tratta di una rara ma grave complicanza che può portare alla morte in una percentuale variabile tra il 13 e il 44 per cento dei casi. Superati i 40 anni cresce inoltre di ben 16 volte il rischio di sviluppare insufficienza renale e di circa 3 volte la probabilità di avere uno shock emorragico ostetrico (ad oggi circa il 24 per cento dei casi di morte in gravidanza sono riconducibili ad una emorragia).

Superati i 35 anni non solo crescono i rischi per la salute della donna, è anche più difficile rimanere incinta e dopo il concepimento aumentano le probabilità di aborto spontaneo e di malformazioni fetali. Rimanere incinta dopo i 40 anni non è di certo impossibile, bisogna però essere consapevoli che ci sono maggiori rischi. Oltre a quanto già detto, cresce anche la probabilità di incappare in alcune condizioni quali ipertensione gestazionale e diabete, patologie che possono influire pesantemente con il benessere di mamma e bambino.

Grafico fertilità femminile età

In base ai dati ISTAT del 2015, in Italia ci sono più mamme over 40 che under 25, il dato riguarda solo le donne italiane e non le straniere. Nell'anno preso in considerazione, ben il 9,3 per cento dei parti riguardava donne con più di 40 anni mentre quelle con meno di 25 anni erano circa l'8,2 per cento. L'innalzamento dell'età del primo figlio porta anche a un aumento del numero delle coppie che si rivolgono ai centri per la sterilità, questo perché, come spiegato, con l'età che avanza le chance di concepire diminuiscono.

Per quanto riguarda gli esami in gravidanza, quelli che si fanno a 30 anni sono gli stessi che si fanno a 40 anni, non ci sono ulteriori controlli che si possono fare per contrastare i maggiori rischi materno fetali. In totale ci sono 8 visite e almeno una ecografia, mensilmente sono poi previsti alcuni esami del sangue e delle urine utili a escludere eventuali infezioni in atto.

Gravidanza dopo i 35 anni: alcuni rischi in sintesi

Elenchiamo in sintesi alcune delle complicanze più comuni nelle donne che rimangono incinta dopo i 35 anni. Partorire prima di questo periodo non annulla i possibili rischi ma di sicuro riduce notevolmente la probabilità di incappare in problemi materno fetali.

Rischi gravidanza dopo i 40 anni

Ipertensione in gravidanza (preeclampsia)

Durante le settimane di gestazione la donna può sviluppare per la prima volta l'ipertensione (o ipertensione arteriosa). L'ipertensione indotta dalla gravidanza, nota anche come preeclampsia nelle sue forme più gravi, è uno stato temporaneo che sparisce dopo il parto. In alcuni casi una donna può avere uno stato ipertensivo già prima del concepimento, in questo caso si parla di ipertensione cronica. Le donne con ipertensione cronica possono, nella maggior parte dei casi, continuare a seguire la terapia anche durante i 9 mesi di gravidanza. La preeclampsia si può presentare generalmente dopo la 20esima settimana di gravidanza e, come già detto, scompare dopo il parto.

In base ad alcune indagini, l'ipertensione in gravidanza è più frequente nelle donne di età superiore ai 35, il rischio sale ulteriormente superati i 40 anni. Questa complicanza della gravidanza può portare ai rischi conseguenti al minor apporto di sangue ad alcuni organi e alla placenta. Ci può essere una riduzione dell'apporto di ossigeno e nutrimenti per il bambino con un conseguente rallentamento della crescita fetale. In alcuni casi si potrebbe verificare anche un distacco della placenta, evento che mette in pericolo la vita del piccolo. Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Yale University, il rischio di preeclampsia si può ridurre mangiando cioccolato fondente.

Diabete gestazionale

Questo tipo di diabete si sviluppa per la prima volta durante il periodo di gravidanza. In base ad alcune indagini si è constatato che a partire dai 35 anni il rischio di diabete gravidico è circa il doppio rispetto alle gestanti più giovani. Se non tenuto sotto controllo, aumentano le probabilità di macrosomia fetale con un conseguente aumento del rischio di lesioni durante il parto e di complicazioni neonatali. Per maggiori informazioni vi rimandiamo alla lettura della scheda di approfondimento sul Diabete gestazionale.

Problemi alla placenta

Distacco della placenta, placenta accreta e placenta previa, i problemi alla placenta più diffusi, rappresentano alcune delle complicanze più comuni della seconda metà della gravidanza. La placenta previa è probabilmente il problema più comune a carico di questo organo. Si verifica quando una parte,o tutta la parte, dell'apertura del collo dell'utero è coperto dalla placenta. In base ad alcune indagini, le donne nella terza decade presentano un rischio doppio di incappare in questi problemi rispetto alle gestanti più giovani, il rischio è addirittura triplo superati i 40anni. Per evitare possibili complicazioni durante il parto, in caso di placenta previa si opta per il taglio cesareo.

Parto prematuro

Il rischio di parto pretermine, un parto che avviene prima della 37eseima settimana di gestazione, è maggiore nelle donne che hanno superato gli anta. Analizzando alcuni dati italiani relativi al periodo che va dal 2003 al 2005, il 16,6 per cento delle donne con 40 o più anni hanno partorito prematuramente, ben il 4 per cento in più rispetto alle donne con un'età compresa tra i 30 e i 39 anni e quasi il 5 per cento in più rispetto alle donne sotto i trenta. Un parto prematuro espone il bambino a maggiori rischi di salute nel periodo neonatale ma non solo, crescono anche le probabilità di disabilità permanenti.

Morte fetale intrauterina e aborto spontaneo

In campo ginecologico, si parla di morte fetale intrauterina se c'è la perdita del bambino dopo la 22esima settimana di gestazione. Se la morte avviene prima di questo periodo si parla invece di aborto spontaneo. Alcune ricerche hanno rilevato che le donne con più di 40anni hanno un rischio maggiore di 2-3 volte, rispetto alle donne della terza decade, di partorire un bambino nato morto. Con l'avanzare dell'età aumenta anche il rischio di aborto spontaneo. Già tra i 20 e i 30 anni c'è una probabilità su 10 che la gravidanza termini con un aborto spontaneo, i rischio cresce poi man mano che l'età avanza:

  • circa il 20 per cento in caso di gravidanza tra i 35 e i 39 anni
  • circa il 35 per cento in caso di gravidanza tra i 40 e i 41 anni
  • più del 50 per cento in caso di gravidanza dai 45 anni in su

Per quanto riguarda la morte fetale intrauterina nel gruppo delle over-40 ad oggi non ci sono informazioni precise sulle cause, una possibile spiegazione potrebbe essere ricondotta all'aumento delle anomalie cromosomiche

Parto di bambino con difetti alla nascita

Con l'avanzare dell'età cresce anche la probabilità che il piccolo possa avere dei difetti alla nascita che coinvolgono i cromosomi. Fra tutti, la sindrome di Down (DS: dall'inglese Down's syndrome) è il più comune difetto cromosomico congenito. Non tutti i bambini sono uguali e si possono avere diversi gradi di difetti fisici e di ritardo mentale. Per quanto riguarda la DS, il rischio per la donna di avere un bimbo con tale difetto cromosomico congenito è:

  • 1 su 1.250 a 25 anni
  • 1 su 1.000 superati i 29 anni
  • 1 su 400 all'età di 35 anni
  • 1 su 100 a 40 anni
  • 1 su 30 a 45 anni
  • 1 su 10 a 49 anni

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