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Prevenzione tumore al seno e aspirina a basse dosi

Prevenzione primaria del tumore al seno

Il tumore al seno, negativo al fattore di crescita HER2 (HER2-negativo) e positivo ai recettori di estrogeni e/o progesterone (ER + e / o PR +), si potrebbe prevenire con l'assunzione di Aspirina a basse dosi. Sono ormai diversi gli studi che evidenziano un possibile ruolo dell'acido acetilsalicilico, largamente noto con il nome commerciale di Aspirina, nella prevenzione primaria dei tumori. Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che l'origine di molte neoplasie è spesso collegata a stati infiammatori e l'aspirina, uno dei capostipiti dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), può contrastare tale processo. Nel corso di un'indagine condotta da un gruppo di ricercatori statunitensi, sono state ottenute nuove conferme in merito alla prevenzione di uno dei tumori al seno più diffusi, il tumore al seno HER2/neu (o HER2-negativo), che rappresenta circa l'80 per cento di tutti i carcinomi mammari. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Breast Cancer Research (Regular and low-dose aspirin, other non-steroidal anti-inflammatory medications and prospective risk of HER2-defined breast cancer: the California Teachers Study - Doi: 10.1186/s13058-017-0840-7).

Quando si parla di prevenzione del tumore al seno, attualmente, ci si riferisce a un tipo di prevenzione secondaria, non serve quindi a prevenire l'insorgenza della malattia ma è molto importante per una diagnosi precoce. Annualmente si organizzano vari eventi come la campagna Nastro Rosa, ideata dalla Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), la settimana della prevenzione del tumore al seno o singole giornate, organizzate dalle asl, dove si possono effettuare degli screening gratuiti. Queste occasioni sono molto importanti, da una parte sensibilizzano le persone verso l'argomento e dall'altra, grazie agli esami offerti gratuitamente, si possono individuare formazioni pretumotali o tumori allo stadio iniziale. La diagnosi precoce, in abbinamento alle nuove cure, non solo ha permesso di ridurre notevolmente la mortalità per il tumore al seno ma ha anche migliorato la qualità della vita del malato oncologico e ridotto l'invasività degli interventi.

Simbolo prevenzione tumore seno

Fra non molto tempo anche in campo oncologico potrebbe prendere sempre più piede la prevenzione primaria non solo comportamentale (per esempio con la dieta) ma anche farmacologica, una prassi già adottata per altre patologie. In una certa fascia di persone, per prevenire delle patologie cardiovascolari, viene ad esempio prescritta un'aspirina a basso dosaggio (nota anche come Aspirinetta). Si parla di prevenzione primaria quando si mettono in atto una serie di azioni che hanno l'obiettivo di prevenire l'insorgenza di una malattia. Negli USA, attualmente, hanno abbassato a 50 anni l'età in cui è consigliabile assumere l'aspirina a basse dosi (sempre dopo un consulto medico) per ridurre il rischio di patologie cardiovascolari non solo nelle persone con fattori di rischio ma anche in quelle sane.

L'acido acetilsalicilico a basse dosi è già utilizzato nella prevenzione primaria anche nel nostro Paese. Farmaci quali Cardioaspirina o Aspirinetta vengono solitamente prescritti a quei pazienti che devono tenere sotto controllo il rischio di trombosi e infarti. In base ai dati pubblicati su Breast Cancer Research, tale prescrizione potrebbe però essere utile anche per prevenire il tumore al seno.

Christina A. Clarke, prima autrice dello studio e ricercatrice presso il Cancer Prevention Institute of California, spiega che da un'analisi che ha passato in rassegna i dati relativi a 57.164 donne è emerso che il tumore al seno può essere ridotto di circa il 16 per cento con l'assunzione, tre volte a settimana, di un'Aspirina a basse dosi. L'antiinfiammatorio sembrerebbe essere particolarmente utile nella prevenzione primaria del tumore al seno HER2-negativo ER + e / o PR +, in questo caso l'acido acetilsalicilico contribuirebbe a ridurre il rischio del 20 per cento.

Leslie Bernstein, coordinative dello studio e ricercatrice presso il Department of Population Sciences - Beckman Research Institute of City of Hope, evidenzia che dai dati si può osservare che altri antidolorifici, quali l'ibuprofene o il paracetamolo, non offrono nessun effetto protettivo nei confronti del carcinoma mammario. Una possibile spiegazione potrebbe essere nella differente capacità di inibire l'azione dell'aromatasi, un enzima che ha un ruolo centrale nella biosintesi degli estrogeni. C'è poi l'effetto antinfiammatorio, il paracetamolo (noto con nomi commerciali quali Tachipirina e Efferalgan) non è da considerarsi un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS), l'ibuprofene (noto con i nomi commerciali Nurofen, Moment-kid, Sinifev, ecc.) è invece un farmaco antinfiammatorio come l'acido acetilsalicilico ma che non è risultato essere altrettanto efficace nella prevenzione tumorale.

L'effetto protettivo è stato riscontrato con l'assunzione a basse dosi di aspirina 3 volte a settimana. Dosaggi maggiori del farmaco, assunti saltuariamente per combattere mal di testa e altre forme di dolore cronico, o giornalmente nell'ambito di terapie per il cuore, non sembrano offrire gli stessi benefici e comunque non incrementano la protezione verso il rischio di tumore al seno.

Aspirina antitumorale: l'aspirina a basse dosi migliora le aspettative di vita in caso di tumore

L'assunzione regolare di basse dosi di acido acetilsalicilico, il principio attivo dell'aspirina, non solo previene alcuni tumori, come ad esempio il cancro al seno, ma diminuisce anche la mortalità di chi ha un cancro o ne ha avuto uno. L'utilizzo quotidiano di farmaci che contengono un quantitativo di acido acetilsalicilico intorno ai 100mg, quali ad esempio Cardioaspirina e Aspirinetta, è associato a una riduzione del rischio di morte per tumore nelle donne, mediamente il 7 percento in meno, e negli uomini, riduzione media intorno all'11 per cento. Il dato emerge dai risultati di uno studio (Long-term aspirin use and total and cancer-specific mortality), condotto da un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital in collaborazione con alcuni colleghi della Harvard Medical School, presentato in occasione dell'AACR Annual Meeting 2017 (la conferenza annuale dell'American Association for Cancer Research).

Prevenzione tumori con aspirina a basse dosi

Yin Cao, prima autrice dello studio e ricercatrice presso il Massachussetts general hospital di Boston, spiega che per condurre l'indagine si è partiti dai dati del Nurses' Health Study, che tra il 1980 e il 2012 ha coinvolto ben 86.206 donne, e il Professionals Follow-up Study, che ha coinvolto 43.977 uomini tra il 1986 e il 2012. Dall'analisi di questo ampio campione, costituito da più di 130mila individui, è emerso che un uso regolare dell'aspirina, rispetto ad un uso saltuario del medicinale, contribuisce a ridurre il rischio di morte per qualsiasi tumore con una maggiore efficacia verso alcune neoplasie quali: cancro al colon retto (meno 30 percento per gli uomini e meno 31 per cento per le donne), cancro del polmone, cancro della prostata (meno 23 per cento) e cancro al seno (meno 11 per cento).

Anche in questo caso i benefici riscontrati erano associati a una terapia con aspirina a basse dosi. Osservando vari gruppi che assumevano diversi quantitativi, da due pillole a settimana a sette, si è scoperto che l'acido acetilsalicilico può essere utile in campo oncologico assumendo, per un periodo continuativo di almeno 6 anni, un quantitativo settimanale abbastanza moderato, inferiore a quello che attualmente si consiglia nella prevenzione cardiovascolare primaria. Per maggiori informazioni vi ricordiamo che una compressa di Aspirina contiene da 325 a 500 mg di acido acetilsalicilico, una Cardioaspirina può avere un quantitativo di acido acetilsalicilico che va da 75mg a 100 mg e un'Aspirinetta ne contiene 100 mg.


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