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Proteina p53 e proliferazione cellule tumorali - La proteina p53, una proteina già nota per il suo coinvolgimento nella formazione di numerose neoplasie, regola il metabolismo del mevalonato

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Proteina p53 e proliferazione cellule tumorali

Proteina p53 e cellule tumorali

La proteina p53, una proteina già nota per il suo coinvolgimento nella formazione di numerose neoplasie, regola il metabolismo del mevalonato. La scoperta, frutto di una ricerca di un gruppo di esperti dell'Ieos-Cnr di Napoli e dell'Università di Salerno, è molto importante perché uno squilibrio nel metabolismo del mevalonato è associato a diverse neoplasie: linfomi, leucemie, tumori cerebrali (come ad esempio i glioblastomi), tumore al seno, cancro al polmone e al fegato. I risultati dello studio che svelano il ruolo della proteina p53 nell'eccessiva proliferazione di alcuni tipi di cellule tumorali sono stati pubblicati sulla rivista Cell Death end Disease (p53 regulates the mevalonate pathway in human glioblastoma multiforme - doi: 10 1038 / cddis 2015 279).

Chiara Laezza, ricercatrice presso l'Ieos-Cnr e prima autrice dello studio, spiega che grazie a questa scoperta si potrebbero individuare nuovi bersagli terapeutici utili per combattere molti tumori. Il gene p53 (noto anche come TP53), produce la proteina p53 ed è il gene più frequentemente alterato nei tumori umani. Basti pensare che quasi il 50 per cento delle neoplasie umane maligne presenta una mutazione di questo gene.

L'esperta spiega che esistono oncogeni ed oncosoppressori, dei geni presenti normalmente nel nostro DNA che hanno il compito di regolare numerose funzioni cellulari ma che in determinati casi, quando subiscono mutazioni che li portano a perdere la loro corretta funzionalità, sono coinvolti nella trasformazione neoplastica (trasformazione da cellula normale a cellula tumorale). Il fattore trascrizionale p53, originariamente noto come oncosoppressore, è probabilmente uno dei più importanti perché quando subisce delle mutazioni non solo perde la sua attività soppressiva sul tumore ma acquisisce nuove funzioni oncogeniche, in pratica favorisce diversi processi utili al tumore tra i quali un'alterata attività metabolica. In questo nuovo studio ci si è concentrati sulla regolazione da parte di p53 dell'espressione di alcuni enzimi del metabolismo del mevalonato nel glioblastoma multiforme (GBM), un tumore cerebrale raro ma altamente aggressivo.

In un processo tumorale le cellule proliferano in maniera incontrollata perfino quando le condizioni sono sfavorevoli alla sopravivenza. Questo avviene perché vi è uno squilibrio nel metabolismo del mevalonato che fornisce alcune molecole, come colesterolo e isoprenoidi, fondamentali per alimentare la crescita delle cellulare tumorali, processo che in una condizione normale viene finemente regolato da meccanismi di controllo.

Maurizio Bifulco, presidente della facoltà di Farmacia e Medicina dell'Università di Salerno e coordinatore dello studio, spiega che nelle cellule normali il metabolismo è regolato da altri fattori trascrizionali mentre l'attività regolatrice di p53 si esplica principalmente nel compartimento tumorale. Nello specifico si è osservato che p53 è capace di legarsi a regioni specifiche dei promotori dei geni di diversi enzimi, un processo che favorisce l'attivazione della trascrizione. Questi nuovi risultati ampliano il ruolo della proteina p53 in campo oncogeno, una maggiore comprensione dei processi che regolano la via metabolica del mevalonato nelle cellule neoplastiche potrebbe aprire la strada a futuri approcci terapeutici in grado di bloccare la proliferazione delle cellule tumorali.


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