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Vaccino contro il morbillo: effetti collaterali positivi

Vaccino contro il morbillo: effetti collaterali

Il vaccino contro il morbillo, non solo protegge dalla malattia ma riduce notevolmente la possibilità di morire per altre infezioni, poiché il morbillo danneggia le difese immunitarie per i tre anni successivi. Questo è quanto si evince da uno studio condotto dai ricercatori del Woodrow Wilson School of Public and International Affairs e del Department of Ecology and Evolutionary Biology della Princeton University, pubblicato nella rivista Science l'8 Maggio 2015 (Long-term measles-induced immunomodulation increases overall childhood infectious disease mortality - DOI: 10 1126 / science aaa3662).

Negli anni '60 è iniziata negli Stati Uniti la campagna di vaccinazione contro il morbillo e, come ci si aspettava, i bambini non si ammalavano più di questa malattia, ma avvenne anche qualcos'altro. Le morti infantili causate da tutte le malattie infettive crollarono. Perfino le morti causate da dissenteria e polmonite si dimezzarono.

Lo stesso fenomeno venne osservato quando il vaccino arrivò in Inghilterra e in altri paesi europei e si manifesta ancora oggi, quando lo si introduce nei paesi in via di sviluppo. A detta di Michael Mina, autore principale dello studio della Princeton University, in alcuni paesi in via di sviluppo, dove l'incidenza di malattie infettive è ancora molto alta, la riduzione della mortalità arriverebbe persino all'80%. I ricercatori si sono chiesti per anni quale fosse la causa della repentina riduzione della mortalità infantile in seguito all'introduzione del vaccino contro il morbillo.

Mine e i suoi colleghi pensano di aver trovato la risposta a questa domanda analizzando i dati epidemiologici di Stati Uniti, Danimarca, Galles e Inghilterra a partire dagli anni '40 e scoprendo che il numero dei casi di morbillo in questi paesi era direttamente collegato al numero di decessi per altre infezioni manifestatesi da due a tre anni dopo.

I ricercatori hanno considerato le morti dei bambini tra 1 e 9 anni in Europa e tra 1 e 14 anni negli Stati Uniti sia prima che in seguito all'introduzione del vaccino e hanno trovato una correlazione molto forte tra l'incidenza del morbillo e le morti per altre malattie per un periodo medio di circa 28 mesi dopo l'infezione da morbillo. I risultati erano gli stessi negli Stati Uniti e in Europa e nei periodi prima e dopo la vaccinazione.

Lo studio di Mina e dei suoi colleghi fa seguito a quello di Rik L. de Swart dell'Erasmus University Medical Center in Olanda che dimostrava che il virus del morbillo attacca i linfociti T, cellule atte alla costruzione della memoria immunitaria.

Il fatto che il morbillo indebolisse il sistema immunitario del malato era quindi già noto alla comunità scientifica ma si riteneva che il fenomeno durasse uno o due mesi. Il nuovo studio dimostra invece che l'amnesia immunitaria si protrae fino a 3 anni.

In altre parole, come spiega Jessica Metcalf, co-autrice dello studio e ricercatrice in ecology, evolutionary biology and public affairs a Princeton, nei tre anni successivi all'infezione da morbillo, il soggetto potrebbe morire per una patologia per cui non sarebbe morto se non avesse contratto il morbillo in precedenza.

I risultati di questo studio implicano quindi che il vaccino contro il morbillo non difende semplicemente contro questa malattia, ma potrebbe essere uno degli interventi sanitari più utili per la salute globale.


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