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Gravidanza: test fertilità e menopausa

Test fertilità e menopausa

Non è facile conciliare una gravidanza con il lavoro e nella società contemporanea la carriera sembra avere la meglio, è per questo motivo che il primo figlio arriva sempre più spesso dopo i 30anni. Le donne che sacrificano gli anni più fertili della propria vita potrebbero rischiare di non avere un figlio, con il tempo le probabilità di una gravidanza diminuiscono e in alcuni casi ci potrebbe essere anche il rischio di una menopausa precoce. L'arrivo della menopausa non è uguale per tutte le donne e di conseguenza varia anche la probabilità di avere un figlio, un test potrebbe però aiutarle ad organizzare la propria vita materna predicendo l'arrivo della menopausa.

Il test in grado di predire quando inizierà la menopausa è stato presentato a Roma in occasione della 26a riunione annuale dell'European Society of Human Reproduction and Embryology (Eshre). I ricercatori della Shahid Beheshti University of Medical Sciences di Tehran (Iran), coordinati da Faimeh Ramezani Tehrani, spiegano che attraverso delle analisi del sangue si può scoprire, con un margine d'errore di appena quattro mesi, l'età in cui una donna entrerà in menopausa (il momento in cui termina la fertilità della donna).

Il periodo fertile di una donna inizia con le prime mestruazioni e termina con la menopausa quando le ovaie non producono più ovuli. Solitamente la menopausa arriva tra i 45 e i 55anni ma in un 15 per cento di casi potrebbe presentarsi prima di questa età. Se in alcuni casi la menopausa potrebbe arrivare dopo i 53 anni (menopausa tardiva), in altri il periodo fertile risulta inferiore come per esempio nella menopausa prematura (se arriva tra i 40 ed i 45anni) e nella menopausa precoce (prima dei 40anni). Soprattutto nei casi di menopausa precoce, un fenomeno che in Italia interessa più di una donna su cento (1,2 per cento), sapere fino a quando si può rimanere incinta potrebbe essere importante per organizzare le proprie tappe conciliando vita lavorativa e familiare.

Il test per predire la menopausa è frutto di uno studio condotto su 266 donne con un'età compresa tra i 20 e i 49anni. Annualmente i ricercatori hanno prelevato dalle pazienti un campione di sangue per misurare le concentrazioni di un ormone (Anti-Müllerian Hormone, AMH) prodotto nelle ovaie delle donne. L'ormone antimulleriano è implicato nel controllo dello sviluppo dei follicoli nelle ovaie e quindi la funzionalità ovarica. Gli esperti spiegano che i livelli ormonali variano a seconda del soggetto e diminuiscono progressivamente con l'avanzare dell'età. La scoperta non è comunque nuova, si era già a conoscenza di una correlazione tra il cambiamento dei livelli ormonali e il fenomeno della menopausa ma non vi erano abbastanza dati per tracciare una mappa previsionale.

Faimeh Ramezani Tehrani spiega che nel corso dello studio 60 donne sono entrate in menopausa. Grazie ai dati raccolti si è potuto sviluppare un modello statistico per stimare l'età del raggiungimento della menopausa. La differenza media tra l'età prevista e quella effettiva è risultata di circa quattro mesi e il margine d'errore massimo è stato stimato intorno ai 3-4 anni. I dati raccolti evidenziano che l'ormone AMH è in grado di specificare lo stato riproduttivo di una donna, maggiore è la concentrazione dell'ormone nel sangue meno precoce sarà l'esordio della menopausa.

Grazie alle analisi del sangue si possono fare delle previsioni di menopausa anche in donne molto giovani. Se una ragazza di 20 anni ha una concentrazione (dell'ormone AMH) nel sangue di 2,8 ng/ml (nanogrammi per millilitro) si prevede che andrà in menopausa tra i 35 e i 38 anni. In base alla tabelle messa a punto dai ricercatori iraniani un livello dell'ormone AMH di almeno 4,5 ng/ml a venti anni d'età, 3,8 a 25 anni e 2,9 a trent'anni portano ad una previsione di menopausa oltre i 50 anni. Per confermare questi dati bisognerà comunque condurre ulteriori studi coinvolgendo un campione più ampio di donne.

I sintomi della menopausa

Nelle forme naturali, si escludono quindi casi come per esempio quelli della menopausa iatrogena (conseguenza di cure mediche, interventi chirurgici, ecc.), l'inizio può essere molto insidioso ed esordire con disturbi diversi. In alcuni casi, come per esempio nella menopausa molto precoce, i sintomi possono essere difficili da decifrare.

I sintomi della menopausa variano anche a seconda delle popolazioni, nei Paesi occidentali industrializzati le donne presentano spesso dei disturbi quali: vampate di calore, sudorazione, palpitazioni a riposo, disturbi dell'umore, secchezza vaginale. In altre popolazioni, come per esempio quella asiatica, i sintomi legati alla menopausa sono molto minori. Solo il 10-20 per cento delle giapponesi e delle donne di Hong Kong lamentano vampate di calore contro il 45-80 per cento delle occidentali, una probabile spiegazione potrebbe risiedere nel tipo di alimentazione ricca di soia e di fitoestrogeni.

In sintesi possiamo identificare i seguenti sintomi: irregolarità del ciclo (anche se bisogna escludere quei casi dovuti a stress psicofisici, superlavoro, eccessiva attività fisica, alimentazione fortemente inadeguata, ecc.), disturbi del sonno, disturbi dell'umore, tachicardie notturne, ipersudorazione, palpitazioni, arrossamento del viso, senso di affaticamento, alterazioni dell'umore, secchezza della mucosa vaginale conseguente alla cessata produzione di estrogeni che rende i rapporti sessuali lievemente dolorosi. In molti casi, accade nel 60 per cento delle donne, si instaura una tendenza ad aumentare di peso. A volte la donna si accorge che sta aumentando di peso con più facilità, e proprio sul punto vita. Va ricordato che la massima probabilità di aumento di peso avviene tra i 37 e i 48 anni. Questo periodo di maggiore vulnerabilità è ulteriormente anticipato, anche prima dei trent'anni, in caso di menopausa precoce.

Menopausa: trattamento e terapia

Milioni di donne nel mondo dopo la menopausa assumono ormoni (estrogeni e progestinici) per contrastare gli effetti della cessazione dell'attività delle ovaie. Si tratta della Terapia Ormonale Sostitutiva, un trattamento che mira a ridurre sia la sintomatologia a breve termine (vampate di calore, problemi vaginali e urinari, variazioni di umore, disturbi del sonno e calo del desiderio sessuale), sia gli effetti a lungo termine (aumento del rischio cardiovascolare e insorgere dell'osteoporosi).


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