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Cura del diabete con il trapianto di cellule - In futuro il diabete di tipo 1 potrebbe essere curato grazie al trapianto di cellule pancreatiche

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Cura del diabete con il trapianto di cellule

Cura del diabete con il trapianto di cellule

In futuro il diabete di tipo 1 potrebbe essere curato grazie al trapianto di cellule pancreatiche. Un gruppo di ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine of Yeshiva University ha compiuto un primo passo molto importante nella terapia cellulare del diabete, una cura che ha l'obiettivo di sostituire le cellule del pancreas distrutte da attacchi autoimmuni con nuove cellule trapiantate. Per il momento, anche se sono stati risolti alcuni aspetti legati al problema del rigetto immunitario, gli studiosi sono cauti e spiegano che la possibilità di eliminare del tutto le iniezioni quotidiane di insulina per i malati di diabete di tipo 1 è ancora lontana.

Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune provocata dalla distruzione selettiva delle cellule beta pancreatiche da parte del sistema immunitario. Nei pazienti colpiti da questa patologia sono presenti degli anticorpi che attaccano le cellule beta, di conseguenza l'organismo non è più in grado di produrre insulina e si scatena la malattia diabetica. Il diabete di tipo 1 si manifesta per lo più con una sintomatologia improvvisa, dovuta alla carenza o totale assenza di insulina nell'organismo. Le persone colpite da questa malattia, per poter vivere, hanno necessità di introdurre giornalmente l'insulina. Una quantità inadeguata di insulina porta ad un accumulo di glucosio nel sangue con gravi conseguenze per i pazienti.

I ricercatori dell'Albert Einstein College hanno trapiantato in un gruppo di topi diabetici delle cellule produttrici di insulina alle quali sono stati aggiunti tre geni di un virus in grado di "nasconderne" la presenza al sistema immunitario per evitarne la distruzione. Grazie a questa operazione, le cellule trapiantate hanno riequilibrato i livelli di glucosio nel sangue. La terapia non è però permanente, dopo un periodo di circa tre mesi le cellule impiantate vengono distrutte e i sintomi del diabete ricompaiono.

Harris Goldstein, coordinatore della ricerca, spiega che ora si cercheranno delle nuove combinazioni di geni virali che possano allungare il periodo in cui si potrebbe far a meno delle iniezioni di insulina. Un altro aspetto da tenere in considerazione riguarderà poi la sperimentazione sull'uomo, bisognerà vedere se si riusciranno ad ottenere gli stessi risultati ottenuti sui topi.


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