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Diabete, ogni 10 secondi uccide una persona

Diabete: ogni 10 secondi uccide una persona

Il diabete è una vera e propria emergenza sanitaria a livello mondiale, una patologia che attualmente interessa oltre 245 milioni di pazienti e ogni 10 secondi causa la morte di una persona. Sull'emergenza diabete si sta discutendo in questi giorni a Roma dove è in corso il meeting annuale della European Association for the Study of Diabetes (Easd - Settembre 2008).

Secondo Massimo Porta, presidente del comitato organizzatore locale di Easd 2008, entro la fine del prossimo decennio l'indice della mortalità crescerà ancora di circa il 25 per cento. Il numero di casi di diabete cresce molto velocemente, negli ultimi trent'anni i diabetici sono più che raddoppiati. Solo nel nostro paese si stimano oltre 3 milioni di diabetici. Il diabete causa gravi disagi nella vita dei pazienti, fra le conseguenze più frequenti vi è la disfunzione erettile che colpisce più del 50 per cento degli uomini diabetici.

Charlotte Ersboll, vice presidente della casa farmaceutica Novo Nordisk, spiega che continuando con questo ritmo, nel 2025, i malati di diabete saranno 380 milioni. Per la prima volta in 200 anni, entro i prossimi 20 anni, si potrebbe ridurre globalmente l'aspettativa di vita. In base a queste stime, 1 italiano su 10 sopra i 50 anni avrà il diabete, un incremento notevole se si pensa che solo 10 anni fa nel nostro paese questa malattia colpiva il 3 per cento della popolazione e attualmente interessa il 4,5 per cento.

L'incremento non riguarda solo il diabete di tipo 2, legato principalmente allo stile di vita, ma anche quello giovanile (diabete di tipo 1). Attualmente sono 400mila i pazienti fino ai 14 anni affetti da diabete giovanile. Il diabete di tipo 2 è quello più diffuso ma ciò nonostante non bisogna sminuire quello di tipo 1, quest'ultimo è una malattia molto grave perché compromette il controllo degli zuccheri in età precoce e condanna a dipendenza da insulina.

Secondo alcune indagini epidemiologiche eseguite in vari Paesi, tra cui anche l'Italia, nei pazienti affetti da diabete ci sarebbe un'incidenza maggiore di disfunzione erettile. Nella popolazione adulta maschile non diabetica si ha un'incidenza della disfunzione erettile intorno al 13 per cento, il dato può variare del 2-5 per cento intorno ai 40 anni e del 20-25 per cento verso i 65 anni. Osservando i pazienti diabetici si ha un'incidenza nettamente maggiore, si va dal 15 per cento nei pazienti fra i 20 e i 40 anni fino al 40-60 per cento nella fascia d'età che va dai 50 ai 70 anni. Stando ad uno studio commissionato dalla Bayer (Studio Goldstein) su pazienti diabetici affetti da disfunzione erettile, sembra ci possa essere una soluzione a questo effetto collaterale. Il 72 per cento del campione dello studio, dopo un periodo di trattamento con Vardenafil, l'inibitore della fosfodiesterasi-5, ha migliorato la funzionalità erettile.

Francesco Montorsi, docente di urologia all'Università Vita Salute San Raffaele, spiega che l'approccio terapeutico alla disfunzione erettile non riguarda più soltanto gli aspetti funzionali ma anche gli aspetti relazionali e la soddisfazione rispetto al rapporto sessuale. Rispetto ad altri inibitori della fosfodiesterasi-5, il Vardenafil permette di avere un'erezione già entro 10 minuti dalla somministrazione, inoltre, possiede un'ottima tollerabilità.

Ritornando all'aspetto globale dell'emergenza sanitaria legata al diabete, Ele Ferrannini, Presidente Easd, spiega che per affrontare in maniera incisiva questa malattia bisogna unire politiche di prevenzione, diagnosi precoci, cura e indagine scientifica.


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