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Tumore al seno, prevedere effetti della cura - Si possono conoscere in anticipo gli effetti di un farmaco per la cura del tumore al seno?

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Tumore al seno, prevedere effetti della cura

Tumore al seno: prevedere effetti della cura

Si possono conoscere in anticipo gli effetti di un farmaco per la cura del tumore al seno? Grazie ad uno studio italiano ora si può fare, prima ancora di sperimentarlo sulle donne si può sapere se un farmaco per la cura del tumore sarà efficace. Quest'importante traguardo è stato raggiunto grazie al lavoro condotto da alcuni ricercatori dell'Università di Parma presso i laboratori dell'ospedale Maggiore, uno studio reso possibile anche grazie ai finanziamenti della Fondazione Cariparma. I risultati della ricerca italiana sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Oncology (Aprile 2008).

Lo studio condotta dai ricercatori di Parma rientra in una delle attuali frontiere della ricerca oncologica, la personalizzazione delle terapie, in questo caso relative al campo del tumore alla mammella.

Gli studiosi, in seguito a numerosi esperimenti, sono riusciti ad individuare alcuni marcatori biologici, diversi da paziente a paziente, in grado di predire la risposta ad uno dei più importanti farmaci utilizzati nel trattamento del carcinoma mammario, il Trastuzumab. Questo farmaco è un'immunoglobulina (un anticorpo) che colpisce selettivamente una molecola (c-erbB2) presente sulla membrana cellulare delle cellule neoplastiche. Una scoperta che rende sempre più concreta la personalizzazione delle terapie.

Studi precedenti avevano già rilevato che vi era una notevole variabilità tra i diversi pazienti nella risposta al Trastuzumab, un farmaco che era già utilizzato in modo selettivo solo su un terzo delle donne colpite da tumore al seno. Grazie alla ricerca parmense si è però dimostrato per la prima volta che la diversa risposta delle pazienti al farmaco è correlata a particolari polimorfismi (variazioni) a carico di alcuni geni del Dna umano che possono influenzare l'azione del farmaco. Grazie ad un'analisi dei diversi polimorfismi dei geni coinvolti si possono individuare quali pazienti avranno una maggiore o minore probabilità di rispondere ad un trattamento con Trastuzumab ancora prima dell'inizio della terapia. Per riconoscere i polimorfismi dei geni di ciascun paziente è sufficiente un semplice prelievo di sangue.

La ricerca, condotta su un campione di 84 pazienti, è frutto della collaborazione tra l'Oncologia medica diretta da Andrea Ardizzoni, Malattie infettive ed epatologia diretta da Carlo Ferrari e il Laboratorio di genetica molecolare e biotecnologie diagnostiche diretto da Tauro M. Neri ed è stata coordinata da Antonino Musolino, primo autore della pubblicazione (medico, Oncologia medica), Gabriele Missale (medico, responsabile del Laboratorio di immunopatologia virale e malattie infettive) e Nadia Naldi (biologa, Laboratorio di biologia molecolare dell'Oncologia medica).

I risultati ottenuti dai ricercatori italiani costituiscono un significativo passo avanti nella realizzazione di terapie oncologiche sempre più personalizzate, un settore in continua crescita non soltanto nel campo dei tumori al seno, ma anche nella cura di altre neoplasie ad alta incidenza sulla popolazione come i tumori al fegato, al polmone e all'intestino.


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