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Diabete di tipo 2, nuovi farmaci derivati da una rana

Diabete: farmaci derivati da una rana

Una nuova cura per il diabete di tipo 2 potrebbe arrivare da un composto, sintetizzato in laboratorio, realizzato partendo da una sostanza secreta dalla cute di una particolare rana sudamericana. La sostanza, denominata pseudin-2, sembra riesca a stimolare la produzione di insulina. Lo studio sul nuovo ipotetico farmaco lo stanno conducendo due gruppi di ricercatori dell'Università britannica dell'Ulster e dell'Università degli Emirati Arabi Uniti.

I progressi fatti sullo studio sono stati presentati in occasione della conferenza annuale del Diabetes Uk (Marzo 2008). La ricerca è iniziata però diversi anni fa, i primi dettagli sulla pseudin-2 furono pubblicati nel 2001 sulla rivista Biochemical and Biophysical Research Communications.

Inizialmente i ricercatori hanno condotto diversi esperimenti utilizzando il composto isolato dalla rana, una particolare sostanza in grado di stimolare la secrezione d'insulina nelle cellule pancreatiche. Solo successivamente si è realizzo il composto artificiale, pseudin-2, non tossico per le cellule e con un'efficacia maggiore rispetto alla versione naturale.

La pseudis paradoxa (rana paradossale) è la rana che ha permesso quest'interessante scoperta. Il nome deriva dal fatto che i girini crescono fino a 25 cm di lunghezza, quattro volte più grandi degli adulti che arrivano al massimo ad una grandezza di 4 - 6 cm. Per questa caratteristica è nota anche come Rana che si restringe.

Yasser Abdel-Wahab, uno dei coordinatori dello studio, spiega che non è la prima volta che molecole bioattive provenienti dalla pelle degli anfibi attirano l'attenzione della medicina. Per esempio grazie al Mostro di Gila (Heloderma suspectum), una particolare lucertola, è stato realizzato l'exenatide, un farmaco non orale per il trattamento del diabete di tipo 2 che si è dimostrato in grado di far perdere peso e di migliorare la funzionalità delle beta cellule del pancreas.

Sicuramente la versione sintetica della pseudin-2 richiederà ulteriori studi, ma i risultati ottenuti fino ad ora fanno ben sperare per la realizzazione di un nuovo farmaco "anti diabete".


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