La 'vita' delle macchie ...
Nel 1600 Galileo rivoluzionò gli studi di astronomia, costruଠil primo cannocchiale e lo rivolse al cielo. Scoprଠle macchie solari. Allora si riteneva che i pianeti fossero delle sfere perfette, non era quindi possibile che il sole possedesse tali macchie, ci si spiegò il fenomeno chiamando in causa la presenza di corpi sconosciuti interposti tra la Terra e la stella. Successivamente fu confermato che si trattava di macchie proprie della superficie solare, attraverso queste si scoprଠche l'astro ruota su stesso ogni 27 giorni.
Nel 1801 l'astronomo Wilhelm Herschel avanzò la teoria che le macchie fossero regioni particolari causate da tempeste di gas sulla superficie visibile del sole, scure, perchè più fredde, con una temperatura di circa 4500 gradi, contro i 6000 delle aree circostanti. Le sorprese in astronomia non finiscono mai, ora gli scienziati s' interrogano sulle peculiarità delle macchie e sul perchè vivano per settimane, mostrandosi cosଠlongeve da contraddire la teoria originaria che le assegnava breve vita.
Alcuni ricercatori, grazie al valido aiuto della sonda Soho, hanno elaborato una mappatura della zona sottostante la macchia; purtroppo i dati certi e attendibili sono arrivati dopo anni, studi e ricerche sono stati intralciati da un'assenza di contatto tra la sonda e la terra che ha rallentato il lavoro per mesi. La mappa ha analizzato il percorso delle correnti di gas rivelando la loro circolarità , il gas scende verso il basso e poi riaffiora sulla superficie visibile, tale movimento alimenta le tempeste magnetiche e di conseguenza prolunga la vita delle macchie.
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