UniversONline.it

Astronomia : Buchi neri in rotazione - Buchi neri in rotazione - Cosa interessante, i buchi neri dotati di movimento rotatorio sono conosciuti da tempo. Come

Continua
Universonline su Facebook

Buchi neri in rotazione

Buchi neri in rotazione

Utilizzando il satellite Rossi X-ray Timing Explorer, gli astronomi hanno trovato la più chiara evidenza della rotazione dei buchi neri. Analizzando un'emissione di raggi X del microquasar GRO J1655-40, Tod E. Strohmayer ha trovato una "oscillazione quasi periodica" o QPO (quasiperiodic oscillation) nel buco nero con una frequenza di 450 cicli al secondo, il segnale più veloce mai registrato per un buco nero. Solamente un oggetto che orbiti ad una distanza ridottissima dal buco nero, molto vicina cioè all'orizzonte degli eventi (il "limite invalicabile" dell'astro) può raggiungere una tale velocità . Ma non solo: anche il buco nero dev'essere in rotazione, trascinando con se lo spazio circostante. Le QPO sono spesso la causa delle bolle di gas caldo che ruotano velocemente intorno alle stelle di neutroni. La frequenza d'oscillazione dipende dal raggio dell'orbitale e dalla massa della stella di neutroni. Comunque, le QPO di J1655-40 hanno una frequenza maggiore di quella fisicamente possibile. Per spiegare il fenomeno, Strohmayer conclude che è la rotazione del buco nero ad accelerare la QPO. Lo scienziato ritiene che le QPO nascano a non più di 30 chilometri dall'orizzonte degli eventi del buco nero - una distanza apparentemente breve tenuto conto che l'orizzonte stesso ha un raggio di una ventina di chilometri soltanto.

Cosa interessante, i buchi neri dotati di movimento rotatorio sono conosciuti da tempo. Come riportato nell'uscita di of Sky & Telescope del dicembre 1997, Andrew C. Fabian (Università  di Cambridge) ha scoperto che la galassia MCG-6-30-15 delle Seyfert contiene un buco nero il cui spettro evidenzia uno "spostamento verso il rosso" (le onde luminose sono cioè allungate a causa dello spostamento del corpo) che necessita di una veloce rotazione e il trascinamento dello spazio circostante. Sempre nel 1997 Shuang N. Zhang (NASA/Marshall Space Flight Center) e i suoi collaboratori hanno analizzato la galassia J1655-40, ritrovandovi segni evidenti della rotazione di un buco nero, dei getti di materia superveloci. Gli scienziati sono convinti che solamente dei buchi neri rotanti siano in grado di dar vita a tali fenomeni.


Condividi questa pagina

Invia pagina

Ti potrebbe interessare anche:

Altri articoli correlati

Cerca nel sito

Se non hai trovato quello che ti serve, o vuoi maggiori informazioni, utilizza il motore di ricerca

Seguici sui Social Network

Universonline su Facebook