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Scompenso cardiaco: sintomi, diagnosi e terapia

Si parla di scompenso cardiaco (SC) quando il cuore non riesce a pompare adeguatamente il sangue in tutti gli organi. Nello stadio iniziale non si rileva facilmente e in alcuni casi può essere asintomatico. Le cause dietro la malattia possono essere diverse: un infarto del miocardio, una disfunzione valvolare o la presenza di ipertensione arteriosa. E' importante sapere che lo scompenso cardiaco può colpire ad ogni età e non deve mai essere trascurato.

In campo medico sono stai delineati due tipi di SC: uno scompenso cardiaco con ridotta frazione di eiezione e uno scompenso cardiaco con frazione di eiezione "conservata". Il primo tipo rappresenta più del 50 per cento di tutte le patologie e riconosce come causa prevalente la malattia coronarica, il secondo tipo riguarda invece un differente profilo di paziente: solitamente più anziano, di sesso prevalentemente femminile, obeso, con fibrillazione atriale e/o ipertensione.

Sintomi dello scompenso cardiaco

Come accennato in precedenza, non è facile individuare uno scompenso cardiaco nella fase iniziale perché spesso è asintomatico. Solitamente si hanno i primi campanelli d'allarme se dopo uno sforzo intenso si ha dispnea (mancanza di fiato), una situazione che comunque non è per forza collegato a SC. La patologia ha una natura progressiva e con il passare del tempo possono comparire altri segnali, anche a riposo, che spingono il paziente a effettuare degli accertamenti cardiologici. Fra i principali sintomi dello scompenso cardiaco possiamo elencare: mancanza di fiato (anche a riposo negli stadi avanzati), addome gonfio o dolente, debolezza diffusa (astenia), tosse, stati di confusione, perdita della memoria e dell'appetito. Molti dei sintomi sono una conseguenza del mancato apporto di ossigeno a organi importanti quali cervello e reni.

Diagnosi di scompenso cardiaco

Nei casi in cui si presentano alcuni sintomi a riposo, come ad esempio la difficoltà respiratoria e l'affaticamento, bisognerebbe effettuare una visita cardiologica il prima possibile.

La diagnosi di SC con ridotta frazione di eiezione si ha quando fra i sintomi si ha ortopnea, difficoltà respiratoria in posizione supina e più in generale da distesi, dispnea a riposo e/o da sforzo; ci sono segni evidenti quali edemi declivi, versamento sieroso, ecc., e dall'elettrocardiogramma si rileva una ridotta frazione di eiezione (FE) (inferiore al 30 per cento).

La diagnosi di scompenso cardiaco con frazione di eiezione "conservata" si ha invece quando sia i sintomi che i segni sono uguale alla precedente casistica ma la FE risulta normale o modestamente ridotta con il ventricolo sinistro (VS) non dilatato. La patologia è inoltre caratterizzata da una rilevante malattia strutturale cardiaca e/o disfunzione diastolica.

L'entità dello scompenso cardiaco è classificato in base al livello di limitazione dell'attività fisica. La New York Heart Association (NYHA) suddivide lo stato di scompenso in 4 classi di gravità a seconda della sintomatologia:

  • Classe I: Il paziente è asintomatico, l'attività fisica abituale non determina astenia, dispnea e palpitazioni.

  • Classe II: Lieve scompenso cardiaco - una moderata attività fisica (salire alcuni gradino portando un peso o due rampe di scale consecutive senza alcun peso) provoca affaticamento, dispnea e palpitazioni. A riposo non c'è nessun sintomo.

  • Classe III: Si ha una grave limitazione dell'attività fisica, i primi sintomi (affaticamento e dispnea) insorgono anche in seguito a un'attività fisica di lieve entità (salendo mezza rampa di scale o semplicemente camminando). Come per la classe II, a riposo si ha una situazione di benessere.

  • Classe IV: Vi è uno scompenso cardiaco grave e si è incapaci di svolgere qualsiasi attività senza comparsa di sintomi; astenia, affaticamento e dispnea sono presenti anche a riposo.

Terapia scompenso cardiaco

L'obiettivo delle terapie per lo scompenso cardiaco è quello rallentare la progressione della patologia e ridurre i sintomi per migliorare la qualità della vita. Come per altre malattie, prima si diagnostica la malattia maggiori saranno i benefici anche sul lungo periodo.

La prima arma a disposizione è la terapia farmacologica, un presidio che in molti casi prevede l'associazione di più farmaci. Molto importante è anche l'adesione a uno stile di vita salutare: la pratica di una moderata attività fisica costante e una sana alimentazione con un ridotto apporto di sale e un apporto idrico bilanciato.

Nei casi in cui la terapia farmacologica da sola non è sufficiente, o non è ben tollerata dal paziente, si associa la terapia elettrica. La terapia di re-sincronizzazione cardiaca, nota anche come CRT, prevede l'impianto di un dispositivo che invia degli impulsi elettrici a bassa intensità che contribuiscono a ripristinare il corretto sincronismo nella contrazione interventricolare (fra ventricolo destro e ventricolo sinistro) e, qualora fosse necessario, in quella atrio-ventricolare . Grazie alla terapia di re-sincronizzazione cardiaca si riesce a migliorare considerevolmente la qualità della vita e le aspettative di sopravvivenza di numerosi pazienti. In molti casi, dopo l'intervento, si possono riprendere molte delle attività quotidiane che la malattia aveva precluso.

Attualmente esistono diversi dispositivi, fra i più utilizzati troviamo i pacemaker biventricolari CRT-P e i defibrillatori biventricolari CRT-D. Lo specialista, in base alle condizioni del paziente e i risultati degli esami, stabilisce quale dispositivo CRT è più appropriato per ogni singolo caso.

Approfondimenti e Pubblicazioni Scientifiche relative allo Scompenso cardiaco


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