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Tumore al fegato, il sorafenib è rimborsabile

Tumore al fegato: il sorafenib è rimborsabile

Il sorafenib, un farmaco per il trattamento del tumore al fegato, è stato inserito dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nella lista dei farmaci rimborsabili. Il decreto che dà il via libera al Nexavar (sorafenib) è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale (24 Giungo 2008).

Il sorafenib è attualmente l'unica molecola in grado di contrastare il tumore del fegato. L'Agenzia Italiana del Farmaco ha deciso di inserire il farmaco fra quelli rimborsabili visti i buoni risultati ottenuti in due studi clinici internazionali denominati Sharp e Asia-Pacific. I due studi, ai quali hanno preso parte anche alcuni centri italiani, hanno dimostrato che il trattamento con il Nexavar (sorafenib) può prolungare di oltre il 40 per cento la sopravvivenza dei pazienti.

La molecola sorafenib non è un chemioterapico ma rientra nella terapia target. Appartiene a quei farmaci mirati che agiscono bloccando il meccanismo della crescita tumorale nella singola cellula. In precedenza numerosi farmaci sono stati testati contro il tumore del fegato ma c'è sempre stato un fallimento, il Nexavar (sorafenib) ha invece dato degli ottimi risultati.

Francesco Cognetti, primario di oncologia medica all'IFO Regina Elena di Roma, spiega che questo farmaco è molto importante in quanto negli ultimi trent'anni tutti i tentativi di mettere a punto terapie efficaci per l'epatocarcinoma erano falliti. Fino ad ora non esisteva nessuna terapia efficace e l'unica soluzione era il trapianto. L'oncologo spiega che la molecola è già utilizzata con successo da anni anche per il trattamento del tumore del rene. Il sorafenib è stato il primo farmaco a bersaglio molecolare approvato nel 2005 per il trattamento del tumore del rene avanzato o metastatico.

Il tumore al fegato è una neoplasia che, nella maggior parte dei casi, si conclama in persone già malate di cirrosi: epatiti e alcol rappresentano quindi i principali fattori di rischio. Fino ad oggi, per il 90 per cento dei casi di tumore al fegato, non esistevano terapie in grado di mostrare un miglioramento di sopravvivenza e per i quali si ricorreva quindi alle sole cure palliative. Alla luce di questo si può quindi intuire l'importanza del sorafenib.

Il Nexavar (sorafenib) va assunto per via orale, è ben tollerata e può essere somministrata anche a domicilio, si ha quindi anche un impatto positivo sulla qualità della vita di questi pazienti. Attualmente sono già in corso nuovi studi clinici che hanno l'obiettivo di valutare un possibile uso del sorafenib sia per la prevenzione delle recidive di epatocarcinoma in pazienti già sottoposti a trattamenti potenzialmente curativi sia per consolidare i risultati dei trattamenti locoregionali.


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