Tumori al seno, fattori ereditari e sopravvivenza
Che il cancro al seno avesse in alcuni casi una componente genetica ereditaria era già stato evidenziato da numerosi studi, una nuova ricerca sembra però attribuire ai fattori ereditari anche le possibilità di morire o sopravvivere al tumore della mammella. Questa è la conclusione a cui sono giunti alcuni ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma in seguito ad un'analisi condotta su alcune migliaia di donne svedesi alle quali, fra il 1961 e il 2001, era stata diagnosticata una neoplasia del seno.
Secondo quanto rilevato dai ricercatori nell'ambito della ricerca, qualora una familiare entro i primi 5 anni dalla diagnosi muore a causa di un cancro al seno, ci sarebbe un alta possibilità, superiore del 60 - 80 per cento, di morirne anche loro nel caso dovessero contrarre la stessa patologia. Al contrario, ci sono ottime probabilità di sopravvivenza al tumore, circa il 91 per cento, se la madre è sopravvissuta per almeno 5 anni dopo che le è stato diagnosticato questo tipo di tumore.
Attualmente il cancro al seno costituisce la patologia tumorale più frequente nelle donne, sono ben 275.000 le pazienti che ogni anno nell'Unione europea si ammalano di questa patologia. Purtroppo il numero di giovani donne che si ammalano di cancro al seno sta aumentando costantemente, il 35 per cento delle donne malate di tumore alla mammella hanno meno di 55 anni e per il 12 per cento dei casi il tumore colpisce addirittura donne che hanno meno di 45 anni. Considerando che il cancro al seno è la prima causa di morte nelle donne fra 35 e 59 anni e che ogni anno 88.000 donne nell'Unione europea muoiono di cancro al seno, si capisce l'importanza che può avere la prevenzione e l'informazione su questo tipo di male, soprattutto per chi ha avuto una madre o una sorella colpita e deceduta per cancro al seno.
Anche se numerosi ricercatori si stanno dando da fare per trovare nuove cure contro i tumori non bisogna dimenticare che la prevenzione è la prima forma di difesa contro questa malattia. Nel 2000 in Italia si sono ammalate di tumore più di 260.000 persone (dati relativi a tutti i tipi di neoplasie), di queste, circa 160.000 sono morte. Oltre 60.000, il 40 per cento del totale, sono invece le vite che si sarebbero potute salvare se si fossero seguite le regole base della prevenzione sia primaria che secondaria: mangiando in maniera sana, evitando di fumare, sottoponendosi a controlli medici regolari.
Da sole le principali campagne di screening, per il tumore alla mammella, al collo dell'utero, al colon retto e per il melanoma, possono salvare ogni anno almeno 15.000 persone. Se correttamente seguite, quindi, le linee guida per la prevenzione oncologica secondaria, quelle cioè che invitano a eseguire esami periodici di controllo, potrebbero sicuramente dimezzare (ma forse ridurre in misura ancora più drastica) le oltre 33.000 "morti evitabili" per cancro registrate dall'indagine Prometeo 2001.
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