Disturbi del sonno, numerosi casi di narcolessia e apnea notturna
Circa il 30 per cento degli italiani soffre di almeno un disturbo del sonno, non si parla solo d'insonnia ma anche di altri problemi a volte poco conosciuti come la narcolessia, l'apnea notturna e l'ipersonnia. L'Associazione Italiana Narcolessia (AIN), da qualche anno difendente il diritto dei soggetti affetti da narcolessia e mette a punto delle campagne di sensibilizzazione. In un convegno sui disturbi del sonno svoltosi a Milano, l'associazione ha presentato i dati raccolti durante uno studio sulla popolazione italiana.
Secondo le statistiche, nel nostro paese le persone affette da narcolessia sono quasi 25 mila, un problema in forte crescita che molte volte non è riconosciuto e quindi trascurato. Spesso, il disturbo del sonno relativo alla narcolessia, viene confuso con lo stress o la stanchezza causati dal ritmo di vita quotidiana o dalle poche ore a disposizione per riposare.
La narcolessia è un disturbo caratterizzato da eccessiva sonnolenza diurna. Questa patologia non è rara, colpisce circa quattro persone su 10.000, prevalentemente i maschi, a qualsiasi età (i sintomi sono generalmente assenti o poco riconoscibili prima dei dieci anni), con un picco tra i 15 e i 25 anni. Per questa malattia non vi sono cure o trattamenti risolutivi, ma è possibile utilizzare terapie farmacologiche che riducano o evitino l'invalidità causata dall'eccessiva sonnolenza e dagli altri sintomi e adottare abitudini di vita congrue a questa particolare condizione di malattia.
Molto spesso, le persone affette da questo tipo di problemi, tendono a non confessare il disturbo perché ritengono i sintomi imbarazzanti in quanto non si è consapevoli di essere vittime di una vera è propria patologia. Giuseppe Plazzi, responsabile medico del Laboratorio per la cura dei disturbi del sonno del Dipartimento di Scienze neurologiche dell'università di Bologna, spiega che molto spesso anche i medici non riconoscono i sintomi della narcolessia, nel 60 per cento delle situazioni si diagnosticano erroneamente dei casi di epilessia nei bambini narcoletici, molti adulti sono invece curati per anni per depressione.
I casi di narcolessia diagnosticati in Italia sono poco più di un migliaio, sicuramente un numero troppo esiguo rispetto all'effettiva diffusione del problema. Come già spiegato in precedenza, la difficoltà principale è legata alla diagnosi, basti pensare che mediamente la patologia ha un'analisi corrette dopo ben 7 anni dalla comparsa dei primi sintomi. Uno dei campanelli d'allarme della narcolessia è l'eccessiva sonnolenza diurna, molte volte sottovalutata dai genitori, insegnanti e medici; dei sintomi che si manifestano solitamente intorno ai 13 anni, ma che potrebbero comparire anche negli anni precedenti.
Fra i disturbi del sonno più diffusi in Italia troviamo l'apnea notturna, colpisce il quattro per cento degli uomini e il due per cento delle donne, circa due milioni di persone. E' un problema legato alla difficoltà di respirazione durante il sonno, nei casi più gravi il riposo dei soggetti è talmente compromesso che chi ne soffre ha serie difficoltà nel svolgere le mansioni diurne come ad esempio quelle lavorative. Anche in questo caso, come per la narcolessia, il problema a volte non viene diagnosticato.
L'apnea notturna è caratterizzata da un russare molto rumoroso con attacchi di soffocamento, si ha un'alterazione della respirazione che porta in certe situazioni alla chiusura del flusso d'aria per un periodo di circa 10 secondi. I soggetti più colpiti sono gli uomini tra i 35 e i 55 anni, anche se Plazzi spiega che casi analoghi possono essere riscontrati anche nei bambini.
Un altro problema del sonno è l'ipersonnia, una patologia caratterizzata da un'eccessiva sonnolenza diurna. Può verificarsi in conseguenza di altre patologie (specialmente psichiatriche) oppure in seguito alla somministrazione di certi farmaci, ma è possibile che alcuni tipi d'ipersonnia si propongano in via primaria, cioè in assenza di altri fattori causali scatenanti. Questo problema sembra colpire prevalentemente i giovani. Secondo un recente studio canadese, il 60 per cento degli studenti si sente molto assonnato tra le 8 e le 10 del mattino, un problema che potrebbe dipendere dal numero d'ore di riposo. Gli studi relativi ai giovani evidenziano come tra i 14 e i 18 anni si tende a dormire in genere 45 minuti di meno e ad andare a letto in media un'ora più tardi. Luigi Ferini Strambi, presidente dell'Associazione Italiana Narcolessia, spiega che qualora la causa fosse legata alle ore di riposo come nella maggior parte dei giovani, per verificare l'effettiva entità del disturbo è sufficiente capire se il problema scompare nel weekend o in vacanza, quando cioè si dorme più a lungo.
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