UniversONline.it

Trapianti, scoperte le cellule anti-rigetto - Trapianti, scoperte le cellule anti-rigetto, negli Stati Uniti sono già state sperimentate su topi e babbuini

Continua
Universonline su Facebook

Trapianti, scoperte le cellule anti-rigetto

Trapianti - cellule anti-rigetto

Negli Stati Uniti sono già state sperimentate su topi e babbuini. Ma la sperimentazione sull'uomo dovrebbe iniziare nel 2001 in Italia

Tantissime le novità nel campo della ricerca nel settore dei trapianti e il congresso mondiale di Roma, previsto al palazzo dei congressi, all'Euro dal 27 agosto al 1 settembre prossimo, sarà l'occasione per gli oltre 5 mila delegati di confrontarsi sugli studi.

Nella sezione immunologica gli studiosi internazionali mostreranno le ricerche raggiunte sul problema del rigetto. In particolare è stato scoperto che particolari cellule linfocitarie già presenti nell'uomo, se stimolate efficacemente, riescono a bloccare definitivametne il rigetto dell'organo dal donatore al ricevente.

In pratica, dal ricevente vengono prelevate queste cellule, denominate "suppressor" o regolatrici, riprodotte in vitro e rimesse al momento del trapianto nel circolo venoso, bloccando così il rigetto come se il corpo riconoscesse l'organo estraneo come proprio. La scoperta è destinata a fare scalpore perchè l'organo trapiantato funzionerà "a vita", in quanto altresì le cellule si riprodurranno normalmente.

Negli Usa le cellule "regolatrici" della risposta immunitaria sono state già riprodotte in vitro e sperimentate negli animali (topi e babbuini). In Italia lo studio di queste particolari cellule è stato portato avanti, in tre anni, dal prof. Raffaello Cortesini, direttore del centro trapianti dell'Università La Sapienza per fegato, in tre anni.

La nuova scoperta consentirà dal 2001, subito dopo il congresso, di sperimentare direttamente sull'uomo. E il via partirà proprio dall'Italia, in particolare dal centro del Policlinico Umberto I, dove sono stati messi a punto i test e le metodiche di controllo. Manca ancora il consenso del ministero della sanità e quello del comitato etico.

Dal congresso anche altre novità dal Giappone. I ricercatori asiatici hanno studiato, infatti, farmaci che riescono a ridurre gli effetti collaterali degli altri farmaci, usati per i trapianti, contro il "rigetto cronico". Dagli Usa i ricercatori hanno invece, messo a punto anticorpi monocoloari che bloccano la co-stimolazione che attivano, di fatto, i linfociti.


Condividi questa pagina

Invia pagina

Ti potrebbe interessare anche:

Cerca nel sito

Se non hai trovato quello che ti serve, o vuoi maggiori informazioni, utilizza il motore di ricerca

Seguici sui Social Network

Universonline su Facebook