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Aborto e depressione

Aborto e depressione

Numerosi studi evidenziano una relazione fra aborto e aumento di stati di depressione nelle donne, alcuni ricercatori non sono però d'accordo con questa teoria.

Bisogna considerare che molte volte le ricerche non tengono conto di determinati parametri che potrebbero influire significativamente sui dati raccolti. Alcuni di questi parametri potrebbero essere: la tecnica d'interruzione usata, la procedura legale in vigore, la disponibilità personale all'aborto, la rappresentazione del feto, la situazione psicologica della donna antecedente all'interruzione, la qualità del rapporto con il partner.

Uno degli studi che sostengono non ci sia alcun legame fra aborto e depressione, è quello condotto dalla ricercatrice Ora Nancy Russo dell'Arizona State University e Sarah Schmiege dell'Università del Colorado i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista British Medical Journal.

Lo studio ha coinvolto 1247 donne americane che si trovavano nella situazione di una gravidanza "indesiderata". Alcune hanno deciso di portare a termine la gravidanza mentre altre hanno optato per l'aborto. La ricerca è durata da 1970 al 1992, durante questo periodo i due gruppi sono state tenute sotto controllo.

Dai dati raccolti è emerso che le donne che avevano optato per l'interruzione di gravidanza risultano meno depresse di quelle che avevano scelto di arrivare fino al parto. Anche se questa ricerca ha evidenziato questi dati, non si è tenuto conto di alcuni parametri come grado di educazione, reddito e dimensione del nucleo famigliare.

Statisticamente, le donne che scelgono di abortire appartengono a ceti più benestanti rispetto a quelle che portano a termine una gravidanza indesiderata. Una differenza importante dello studio condotto dalle due ricercatrici, è che sono stati esaminati solo casi di gravidanze dichiaratamente indesiderate.

Una ricerca norvegese, condotta da Anne Nordal Broen dell'Università di Oslo con la collaborazione dell'ospedale Buskerud, sembra invece dimostrare che la donna che decide di abortire porta dentro di se degli stati di stress legati all'evento per molti anni. I dati relativi a questo studio sono stati pubblicati sulla rivista BMC Medicine.

La ricerca ha coinvolto 120 donne divisi in due gruppi; 80 che avevano deciso per un'interruzione di gravidanza volontaria e 40 che avevano avuto un aborto spontaneo. Per valutare eventuali stati di depressione e stress legati all'aborto, gli psicologi hanno analizzato attraverso dei questionari la salute psicologica delle donne a distanza di determinati periodi dall'evento.

Dai risultati si è notato una sostanziale differenza fra i due gruppi. Mentre nelle donne dove si era interrotta involontariamente la gravidanza gli stati di depressione legati all'evento duravano per circa sei mesi, le ripercussioni sulla salute psicofisica delle donne che avevo scelto l'interruzione di gravidanza volontaria si riscontravano anche dopo cinque anni. Inoltre, le donne appartenenti al secondo gruppo, presentavano dei livelli più elevati di stress.

Sicuramente, a prescindere da cosa causi gli stati di depressione, è di primaria importanza dare il giusto supporto alle donne che si trovano in una situazione per loro molto difficile. L'aiuto, nel caso una donna decidesse di interrompere una gravidanza, non deve finire dopo l'intervento ma essere protratto fino a quando la donna non riesce recuperare la sua stabilità emotiva. La soluzione migliore per ridurre i rischi di depressione per le donne è comunque una campagna di prevenzione delle gravidanze indesiderate a monte, orientata soprattutto verso una fascia di età più giovane.


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