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Prodigi e monete

Prodigi e monete

Illuminanti gli studi del massimo ufologo italiano Roberto Pinotti nell'esplicare fenomeni ai limiti del credibile. Nel testo "Angeli, Dei, Astronavi", per esempio, l'autore, ricordandoci i numerosi nonche' documentati fenomeni celesti dell'antichità , si riferisce alla Numismatica elencando proprio le monete come testimoni del passato grazie alle immagini impresse dalle quali si evincerebbero "fatti celesti". Egli sostiene che un elenco di monete celebrative di tali accadimenti, "sarebbe troppo lungo"...

Fra i casi più affascinanti, viene citato il rinvenimento di un denario d'argento coniato in Siria dall'Imperatore Pertinace nell'anno 193 d.C.. In quel tempo, dalle memorie degli storici Elio Lampridio e Erodiano, sappiamo che "molti prodigi avvennero e si vedevano di continuo e in pieno giorno delle stelle sospese a meta' dell'aria". La moneta citata rappresenterebbe un satellite artificiale, un perfetto globo con quattro antenne: due sopra e due sotto alla sfera, "terminanti alle estremità  con un ingrossamento". L'autore precisa che "da Pertinace, imperatore succeduto a Commodo, abbiamo egualmente notizia di fenomeni celesti". Dopo l'esame della moneta e in seguito ad un opportuno ingrandimento fotografico, si e' affermato come la riproduzione del globo non abbia nulla di una cometa, ne' di una stella. Sempre secondo l'autore, l'incisione presupporrebbe un lavoro di precisione di un "professionista" che operasse attento ai minuziosi particolari del profilo di Pertinace. L'Autore aggiunge che se gli incisori avessero voluto raffigurare una stella, avrebbero inciso ciò che e' perfettamente visibile come tale nel denario di M.Aquilio (109.a.C. circa) cioè un corpo solare ben evidenziato da più' raggi (fino a dodici o sedici). La casistica degli episodi "celesti" nell'antichità  e le numerose monete celebrative ritrovate rendono tale mistero sempre più avvincente. Per un approfondimento dell'argomento, consigliamo la lettura del testo citato e della bibliografia inerente.


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