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Latte materno importante per le difese immunitarie anche se insufficiente

Latte materno importante anche se insufficiente

Il latte materno nei primi giorni di vita, anche se è scarso o insufficiente, è molto importante, esso contribuisce infatti a costituire la colonia dei microorganismi che si trovano nel tubo digerente (microbiota) e svolge un ruolo importante nella formazione delle difese immunitarie del neonato. Le neo mamme si pongono numerose domande sull'allattamento al seno, quello che però è importante sapere è che questo è il miglior alimento nei primi giorni di vita e, salvo rari casi, è importante fare di tutto per tutelare e incentivare l'allattamento materno. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'UNICEF, attraverso le struttura sanitari locali, periodicamente sensibilizzano le donne su questo aspetto molto importante, una pratica la cui lista di benefici è in continuo aumento. L'ultimo studio che esalta le proprietà del latte materno arriva dall'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, i risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Microbiology (Monitoring Perinatal Gut Microbiota in Mouse Models by Mass Spectrometry Approaches: Parental Genetic Background and Breastfeeding Effects - Doi: 10.3389/fmicb.2016.01523).

Alcune mamme si preoccupano se nei primi giorni di allattamento il latte è scarso, a volte è solo una percezione personale altre volte effettivamente può essere insufficiente e c'è bisogno quindi dell'aggiunta, non bisogna però mai fare di testa propria ed è importante sentire il parere del pediatra. Per valutare se effettivamente il latte materno è insufficiente il principale parametro da prendere in considerazione è l'aumento di peso: Il latte potrebbe essere insufficiente se nell'arco di una settimana il peso aumenta meno di 125 grammi (circa 500 grammi nell'arco di un mese), inoltre, potrebbe volerci l'aggiunta nel caso in cui non vi è un recupero del peso alla nascita entro due settimane dal parto. Si sconsiglia invece la doppia pesata del neonato (prima e dopo l'allattamento), questa pratica molto utilizzata in passato si è dimostrata inefficace per valutare la crescita del bambino, inoltre, concorre nel creare uno stress inutile che può incidere sull'allattamento stesso. Anche quando la produzione di latte materno è limitata, l'allattamento al seno è comunque sempre importante come dimostra lo studio italiano.

Lorenza Putignani, coordinatrice dello studio e responsabile di Parassitologia al Bambino Gesù, spiega che attraverso l'utilizzo di piattaforme tecnologiche avanzate, basate su tecniche di spettrometria di massa, è stata elaborata una mole di dati considerevole che ha permesso di comprendere diversi aspetti, fino ad oggi non ancora molto chiari, della maturazione del microbiota intestinale nel lattante.

I microrganismi presenti nel nostro intestino, quelli che formano il microbiota, sono molto importanti in quanto sono associati a diverse condizioni patologiche e attività fisiologiche. Questa colonia costituita da trilioni di batteri, che in un adulto può rappresentare circa un chilo e mezzo del peso corporeo, ha la funzione di centrale biochimica dell'intestino: trasforma il cibo ingerito, produce energia, regola l'equilibrio delle popolazioni microbiche che fungono da barriera contro gli agenti patogeni ed è cruciale nell'immunità della mucosa intestinale.

Degli squilibri nella composizione batterica intestinale sono correlati a diverse patologie, principalmente sono riconducibili a infezioni e allergie. Per comprendere quali fattori potessero modificare la composizione del microbiota si è partiti da un modello murino, una cavia, e attraverso esso si è esaminata l'influenza sia della genetica sia dell'allattamento al seno.

Dei topolini appena nati sono stati divisi in tre gruppi: un gruppo è stato allattato con il latte delle madri naturali, uno con il latte di altre madri "adottive" e un terzo con del latte privato dell'immunoglobuline A (o IgA, un tipo di anticorpo coinvolto nella risposta immunitaria dell'organismo). Da una successiva analisi si è potuto scoprire che il gruppo che aveva ricevuto il latte delle proprie madri, contenente immunoglobulina A, presentava delle comunità microbiche ricche di lattobacilli (dei batteri "amici") ed erano invece scarsi, o addirittura assenti, i batteri patogeni (dei batteri "nemici"). I topolini alatati con il latte materno della propria madre presentavano inoltre un analogo profilo del microbiota, di contro, i modelli murini allattati con latte privo di IgA presentavano un aumento delle popolazioni batteriche patogene opportuniste.

Stefano Levi Mortera, primo autore dello studio, evidenzia che questi dati dimostrano che il latte materno, anche nei casi in cui è scarso, è molto importante perché fornisce ai neonati nei primissimi giorni di vita una sorta di "coperta di batteri amici" che forma una barriera contro l'insediamento dei batteri patogeni e protegge potenzialmente i piccoli dall'insorgenza di una serie di malattie. Lorenza Putignani conclude spiegando che i risultati di questa ricerca hanno permesso di caratterizzare l'intero profilo delle proteine presenti nel microbiota intestinale, il cosiddetto proteoma (una specie di "carta d'identità" dei batteri responsabili delle diverse attività metaboliche). I dati sono molto importanti perché le informazioni che si avevano fino ad ora erano solo descrittive mentre ora sono anche funzionali, in pratica sono in grado di caratterizzare le diverse categorie di batteri in termini di chi fa che cosa.


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