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Il pesce in gravidanza fa bene ma meglio non esagerare

Alimentazione: pesce in gravidanza

Tutti sanno che l'alimentazione in gravidanza è importante, durante i 9 mesi di gestazione ci sono alcuni alimenti consigliati e ce ne sono altri che andrebbero evitati o mangiati con moderazione. Il consumo di pesce nelle donne in stato interessante è sicuramente consigliato, questo alimento è infatti ricco di acidi grassi omega tre molto utili per lo sviluppo del sistema nervoso del bambino durante la gravidanza. Sebbene oggi non ci sono ancora degli studi conclusivi sulla tossicità del metilmercurio (MeHg) sulla salute del bambino, la forma più comune di mercurio organico che si può trovare anche in alcuni pesci (sopratutto predatori quali pesce spada, tonno, squalo, ecc.), un limite settimanale di 3 porzioni viene considerato sicuro. Stare al di sotto di questo limite non è però importante solo per evitare un potenziale livello tossico di metilmercurio, secondo una ricerca dell'Università di Creta, in Grecia, con più di tre porzioni di pesce a settimana aumenta il rischio di sovrappeso o obesità infantile. I risultati dell'indagine sono stati pubblicati su JAMA Pediatrics (Fish Intake in Pregnancy and Child GrowthA Pooled Analysis of 15 European and US Birth Cohorts - doi: 10 .1001 / jamapediatrics 2015 4430 - Febbraio 2016).

Leda Chatzi, ricercatrice presso l'Università di Creta e coordinatrice dello studio, spiega che la Food and Drug Administration (l'Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali, un ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici), consiglia di evitare alcuni pesci durante la gravidanza a causa degli elevati livelli di mercurio contenuti in essi. L'esperta spiega però che il metilmercurio non è l'unico potenziale rischio per i piccolo (il metilmercurio produce un effetto neurotossico influenzando il corretto sviluppo cerebrale del bambino e pregiudicando anche il Quoziente Intellettivo), un consumo eccessivo di determinati prodotti ittici durante la gravidanza incide anche sul peso dei bambini nei primi anni di vita.

I risultati dello studio che mette in relazione il consumo di pesce in gravidanza con il peso dei bambini nei primi anni di vita sono frutto di un'indagine multicentrica che ha coinvolto complessivamente, tra il 1996 e il 2011, 26?184 donne incinte di diversi paesi di tutto il mondo (Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia, Polonia, Spagna, ecc.). Sono stati raccolti dei dati relativi all'alimentazione durante il periodo di gestazione e dopo il parto i bambini sono stati seguiti a intervalli regolari dai due anni fino ai 6 anni. Il consumo medio settimanale di pesce variava molto a seconda dei Paesi, si andava dalle 0,5 volte del Belgio alle 4,45 volte a settimana della Spagna. Come parametro di riferimento sono state considerate tre porzioni a settimana, superato questo limite l'assunzione veniva considerata "eccessiva".

Un alto consumo di pesce in gravidanza è stato correlato a un aumentato rischio di rapida crescita dalla nascita ai 2 anni e a un aumentato rischio di sovrappeso o obesità per bimbi di 4 e 6 anni. Circa il 31 per cento dei bambini (8.215) hanno mostrato un crescita rapida dalla nascita fino ai due anni di età, il 19,4 per cento (4.987) erano in sovrappeso o obesi a 4 anni mentre 15,2 per cento (3.476) erano in sovrappeso o obesi a 6 anni. Statisticamente, i bambini delle mamme che consumavano più di tre porzioni di pesce a settimana durante il periodo di gestazione, rispetto a quelli di mamme che consumavano meno pesce, risultavano avere valori di indice di massa corporea (BMI) più alti. Gli effetti risultavano essere più marcati sulle bambine, i bambini sembravano invece essere meno influenzati, almeno per questo aspetto, dall'alimentazione della mamma.

Secondo gli autori dello studio, la contaminazione da inquinanti ambientali presenti nel pesce potrebbe fornire una spiegazione per l'associazione osservata tra alta assunzione di pesce durante la gravidanza e l'aumento dell'adiposità nell'infanzia. Nello studio non sono state però raccolte informazioni sul tipo di pesce consumato, le modalità di cottura e la provenienza (non solo area geografica ma anche se si trattava di pesci di acqua dolce o salata). Il consiglio rimane quindi quello di attenersi alle indicazioni della FDA e rimanere sotto alle tre porzioni a settimana evitando i pesci predatori (pesce spada, tonno, astice, cernia, squalo, ecc.) e prediligendo prodotti ittici (ricchi di proteine magre, omega 3, vitamine del gruppo B e con bassi livelli di metilmercurio) quali: calamari, gamberi, granchi reali, sogliole, acciughe, nasello, salmone, sardine, ecc.


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