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Allattamento al seno, allattamento artificiale e QI

Allattamento al seno e QI

L'allattamento al seno presenta molteplici vantaggi rispetto all'allattamento artificiale non solo di tipo nutrizionale o di praticità. Un nuovo studio mette di nuovo in relazione l'allattamento materno con lo sviluppo cognitivo del bambino. La ricerca, condotta presso il Boston Children's Hospital, ha concluso che l'allattamento al seno nel primo anno di vita del bambino porta a dei benefici cognitivi riscontrabili anche a sette anni di età. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Jama Pediatrics (Infant Feeding and Childhood Cognition at Ages 3 and 7 Years - Effects of Breastfeeding Duration and Exclusivity - JAMA Pediatr. 2013;() -. doi: 10.1001 / jamapediatrics 2013 455).

Il nuovo studio avvalora ancora una volta le raccomandazioni della American Academy of Pediatrics e dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), i bambini dovrebbero essere allattai esclusivamente al seno fino ai sei mesi di età e solo nel periodo successivo, durante lo svezzamento, il latte materno si può alternare ad altri alimenti solidi. La ricerca condotta dalla dottoressa Mandy B. Belfort ha coinvolto 1.312 donne, con i relativi bambini, residenti nello stato del Massachusetts.

Per prima cosa i ricercatori hanno raccolto diverse informazioni attraverso dei questionari, le mamme dovevano indicare che tipo di allattamento avevano adottato per i propri bambini e, in caso di allattamento al seno, a quanti mesi avevano smesso. Successivamente tutte le madri e i bambini sono stati coinvolti in una serie di test di intelligenza standardizzati. Per la valutazione dei test si è tenuto conto di diversi elementi: il punteggio ottenuto nel test fatto eseguire alle rispettive mamme, i fattori famigliari, il ceto sociale, ecc.. Incrociando le varie informazioni si è scoperto che ogni mese in più di allattamento al seno faceva salire di 0,21 il punteggio medio ottenuto nell'esame. I bambini nutriti con latte materno per sei mesi hanno ottenuto, sul test di linguaggio, mediamente 3 punti in più rispetto a quelli nutriti con late artificiale.

I benefici dati dal latte materno sullo sviluppo cognitivo non si limitano pero solo ai primi anni di vita, il test di lettura e scrittura condotto all'età di sette anni ha evidenziato ancora una volta che i bambini allattai al seno avevano una marcia in più.

Come già evidenziato più volte allattare al seno non è però importante solo per lo sviluppo cognitivo, questa pratica fornisce una protezione, che non può essere riprodotta artificialmente, data dal sistema immunitario della mamma. Purtroppo in alcuni casi il fattore tempo, che potrebbe tenere le madri lontano dal lavoro, scoraggia la pratica dell'allattamento al seno.

Le donne dipendenti (sia nel settore pubblico che nel privato) hanno diritto ad un periodo di astensione obbligatoria per maternità della durata di 5 mesi. L'astensione obbligatoria riguarda il periodo che intercorre tra i due mesi antecedenti al parto ed i tre mesi successivi, con una certificazione di flessibilità al congedo di maternità si può però spostare il periodo di maternità a 1 mese prima del parto e i 4 successivi, in questo modo si ha più tempo per l'allattamento. Oltre a questi 5 mesi, retribuiti al 100 per cento, la donna si può poi avvalere di altri periodi facoltativi: 30 giorni di congedo parentale retribuiti al 100 per cento più altri dove però vi è una riduzione della retribuzione. Fino al compimento dell'anno la madre lavoratrice dipendente ha poi diritto ai riposi per allattamento: spettano 2 ore al giorno di riposo per allattamento se l'orario di lavoro è pari o superiore alle 6 ore giornaliere o 1 ora al giorno se l'orario stesso è inferiore.


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