Fumare 3 sigarette al giorno raddoppia il rischio di infarto
I fumatori sono maggiormente esposti alle malattie cardiache, basterebbero tre o quattro sigarette al giorno per raddoppiare il rischio di subire un secondo infarto. Pur non essendo la prima volta che si lancia questo allarme, ben l'80 per cento dei fumatori già colpiti da infarto non riescono a dire addio alle sigarette. Il pericolo è stato ribadito ancora una volta in questi giorni da Filippo Crea, cardiologo della Cattolica di Roma, in occasione della presentazione del XXV Congresso di Cardiologia "Conoscere e curare il cuore 2008".
Il cardiologo ha spiegato che tra i principali rischi a cui va incontro il paziente colpito da un infarto c'è proprio quello di subire, nell'anno successivo, una ricaduta causata da stili di vita scorretti. Per l'esperto è talmente importante smettere di fumare che ritiene ragionevole considerare anche il ricorso ad interventi farmacologici, ovviamente sotto sorveglianza medica.
Se si vogliono limitare i rischi cardiaci, sebbene smettere di fumare sia molto importante da solo non basta. E' fondamentale anche un'attività fisica costante (basterebbe anche camminare), un'abitudine paragonabile ad una "medicina" in quanto induce la sintesi di proteine che proteggono la parete delle arterie dall'arteriosclerosi, ma a differenza dei farmaci nella maggior parte dei casi non ha ne costi né effetti collaterali. Altra abitudine comportamentale da seguire riguarda l'alimentazione, un'alimentazione scorretta potrebbe contribuire ad aumentare i grassi che danneggiano seriamente le coronarie.
Spesso viene sottovalutato il fatto che la grande maggioranza dei fumatori muore per infarto cardiaco e per sclerosi coronarica, addirittura 3 volte di più che i non fumatori. L'età media del primo infarto tra le persone non dedite al fumo è di 63 anni, nei fumatori di oltre 25 sigarette al giorno è di 53 anni, in quelli accaniti che fumano 2 pacchetti al giorno l'età si abbassa a 51 anni. Il rischio aumenta anche in rapporto all'età d'inizio al fumo, cioè gli uomini che hanno incominciato a fumare in gioventù e che tendono a fumare sempre di più hanno un tasso di mortalità estremamente elevato.
Fumare altera profondamente il nostro organismo, vediamo di analizzarne alcuni aspetti. Il monossido di carbonio inalato con le sigarette riduce prima di tutto la capacità del sangue di assorbire l'ossigeno, di conseguenza, sotto sforzo il cuore fa più fatica. Un altro effetto deleterio delle sigarette riguarda il danneggiamento delle pareti delle arterie, un processo che favorisce il deposito dei grassi. A lungo andare si creano degli ispessimenti nei vasi sanguigni, oggi considerati come il primo stadio dell'arteriosclerosi. Si è inoltre rilevato che fumare aumenta il rischio di trombosi. Tutte situazioni che possono degenerare in un infarto o in un ictus.
Uno stile di vita corretto, che comprende anche lo smettere di fumare, è quindi molto importante per prevenire le malattie cardiache. Purtroppo, sottolinea Filippo Crea, è molto difficile modificare le abitudini dei pazienti, soprattutto se adulti. Per questo motivo è importante intervenire nella fascia di età tra i 6 e i 10 anni, dove la ricettività è altissima, affinché si instauri nella società un concetto di base legato a uno stile di vita corretto.
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