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Celiachia, dal CNR una nuova speranza per i celiaci

Celiachia: una nuova speranza per i celiaci

La celiachia, una particolare intolleranza al glutine, potrebbe essere contrastata grazie ad alcune cellule individuate nell'intestino dei celiaci, una scoperta che potrebbe dare nuove e importanti opportunità terapeutiche alternative alla dieta alimentare. Questi nuovi risultati sono il frutto del lavoro dei ricercatori dell'Istituto di scienze dell'alimentazione del Cnr in collaborazione con l'Istituto Telethon dell'ospedale San Raffaele di Milano, il Dipartimento di Pediatria dell'università Federico II di Napoli e l'ospedale Moscati di Avellino.

Con un'incidenza dell'un per cento sulla popolazione europea e statunitense, la celiachia è una delle forme più comuni d'intolleranza alimentare. L'ingestione del glutine contenuto nel grano, nell'orzo e nella segale, scatena nei soggetti predisposti un'aberrante risposta immunitaria. Attualmente non esiste una vera e propria terapia per i celiaci, l'unica soluzione è eliminare completamente il glutine dalla propria dieta, una rinuncia non di poco conto se si pensa che il glutine è contenuto in alimenti come il pane, la pasta e numerosi altri alimenti presenti nella dieta mediterranea. La dieta di per se è molto efficace, purtroppo però anche dopo molti anni non permette di riacquistare la tolleranza immunologica.

Grazie al lavoro dei ricercatori italiani, i cui studi sono stati pubblicati in questi giorni (Settembre 2006) sulla prestigiosa rivista scientifica "Journal of Immunology", si potrebbe avere un'alternativa alla dieta senza glutine, la nuova speranza arriva dall'interleuchina (IL)-10, una semplice molecola che viene prodotta a seguito di forti fenomeni infiammatori. Questa particolare molecola, prodotta da cellule regolatorie, riesce a tenere sotto controllo l'attività infiammatoria dei linfociti intestinali reattivi al glutine, in questo modo si elimina la causa scatenante che sta alla base della patologia.

Carmen Gianfrani, ricercatrice dell'Istituto di scienze dell'alimentazione (Isa) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Avellino e prima firmataria della pubblicazione, spiega che la celiachia è causata da una risposta alterata del nostro sistema immunitario nei confronti del glutine presente nei cereali. L'esperta spiega che l'organismo dei celiaci, a causa della loro predisposizione genetica, tratta il glutine come un agente pericoloso verso cui attuare un'efficace riposta immunitaria al fine di distruggerlo. Nell'intestino delle persone celiache sono presenti particolari cellule linfocitarie che, quando vengono a contatto con la gliadina, uno dei maggiori costituenti del glutine, iniziano a proliferare e producono delle sostanze con attività infiammatoria come ad esempio l'interferone-gamma. L'attivazione di questi linfociti genera una serie di reazioni che conducono all'atrofia della mucosa intestinale, inoltre, in alcune casi vengono coinvolti anche altri organi dando luogo a vomiti, inappetenza, rallentamento nella crescita, infertilità e anemia.

Lo studio condotto dai ricercatori italiani ha evidenziato che nell'intestino di soggetti celiaci sono presenti piccole popolazioni di cellule con funzione regolatoria che molto probabilmente si attivano in seguito alla forte infiammazione. La dottoressa Gianfrani spiega che dopo aver eseguito una biopsia intestinale, si è proceduto coll'isolare queste cellule una dall'altra, il passo successivo è stato quello di far crescere in vitro i singoli linfociti generando dei veri e propri cloni. Successivamente, sono stati effettuati dei test, mettendo a contatto le cellule infiammatorie con quelle regolatorie, in rapporto di 1 a 1, e si è constatato che queste ultime, attraverso la produzione di sostanze anti-infiammatorie quali l'interleuchina-10, inibiscono la proliferazione dei linfociti patogenetici. Al contrario, nei test dove l'attività delle cellule regolatorie veniva bloccata, la risposta infiammatoria risultava molto più accentuata.

Attualmente i ricercatori stanno studiando la possibilità di espandere e potenziare in vitro l'attività delle cellule regolatorie attraverso l'immissione di interleuchina-10 esogena.

Per chi volesse avere maggiori informazioni sugli sviluppi dello studio, può contattare la dottoressa Carmen Gianfrani dell'Isa-Cnr (tel. 0825/299411, mail: cgianfrani@isa.cnr.it)


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