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Trovata della formaldeide negli imballaggi per alimenti - Salute: La formaldeide qualche anno fa è stata inserita fra le sostanze cancerogene per l'uomo dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC)

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Trovata della formaldeide negli imballaggi per alimenti

Formaldeide negli imballaggi per alimenti

La formaldeide qualche anno fa è stata inserita fra le sostanze cancerogene per l'uomo dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). In questi giorni Legambiente ha presentato i risultati allarmanti di un'indagine commissionata dall'associazione ambientalista insieme ai Verdi dalla quale è emerso che la formaldeide è presente in alcuni imballaggi in cartone e cartoncino utilizzati per confezionare pasta e riso, o per contenere panini dei fast food, e in alcuni prodotti di carta, come quaderni, fazzolettini e cartaspugna.

Nel mese di Giugno del 2004, lo IARC ha deciso di riclassificare la formaldeide da classe 2A (probabilmente cancerogeno per gli esseri umani) a classe 1 (cancerogeno per gli umani) a seguito dell'analisi della documentazione scientifica prodotta a Lione durante un congresso tenutosi dal 2 al 9 Giugno (2004). La riclassificazione è stata motivata dal riscontro di tumori nasofaringei osservati negli esposti ad alte concentrazioni di formaldeide nei decenni precedenti all'indagine.

Nel 2005, in seguito alla decisione del Centro Internazionale di Ricerca sul Cancro (CIRC) di inserire la formaldeide nella categoria delle sostanze cancerogene per l'uomo, la Direzione Generale per la Salute (DGS) ha incaricato l'Afssaps di effettuare una rivalutazione del profilo rischio/beneficio dei prodotti per la salute contenenti tale sostanza, nonché di esaminare una sua possibile sostituzione. In quel caso l'indagine aveva esaminato la sicurezza dell'uso della formaldeide nei prodotti per la salute. I dati evidenziarono che tale sostanza è un composto genotossico, cancerogeno e tossico a livello delle funzioni riproduttive. Tuttavia, gli studi condotti sulla formaldeide evidenziarono che i principali effetti si manifestavano solo a livello del sito di applicazione o di contatto e che si trattava di un prodotto non bioaccumulabile, inoltre viene rapidamente eliminato dall'organismo.

In relazione alla rivalutazione del 2005, il gruppo di lavoro concluse che il problema della presenza della formaldeide, nei prodotti per la salute, è estremamente complesso e che necessita di una valutazione molto approfondita del rischio ad esso associato. Infine è stato evidenziato che la sostituzione della formaldeide nei prodotti per la salute rimetterebbe probabilmente in discussione la loro sicurezza d'impiego ed in particolare la loro sicurezza microbiologica.

Questa nuova indagine che risolleva il problema della formaldeide è frutto di una ricerca condotta dal professor Marco Baldi, del Dipartimento di Chimica dell'Università di Pavia in collaborazione con il Laboratorio Analytica, per conto di Legambiente e del Gruppo dei Verdi della Regione Lombardia. I risultati sono stati illustrati da Carlo Monguzzi, Capogruppo dei Verdi della Regione Lombardia, Andrea Poggio, Vice Direttore Generale di Legambiente e Edoardo Bai, del Comitato scientifico dell'associazione.

Per l'indagine sono stati prelevati 31 campioni da diversi supermercati, l'analisi ha rivelato un'allarmante quantità di formaldeide, pericolosa per inalazione e ingestione, e quantità molto più contenute di fenoli, sostanza comunque non cancerogena.

Le quantità di formaldeide variano da valori molto bassi, come quelle rilevate nei bicchieri di carta (1,3 milligrammi per chilogrammo) a quantità decisamente più alte, come quelle riscontrate in una confezione di fette biscottate (52,0), in una confezione di sale marino (45,3), in un contenitore di un panino di un fast food (44,7). Quantità più contenute sono state riscontrate anche in un contenitore per pennette integrali (31), in un contenitore per bustine di tè deteinato (30,2) e in un contenitore per soia vegetale (30).

Effetti tossici della formaldeide: tumori e leucemie

La formaldeide è una sostanza fortemente irritante. La sua presenza viene immediatamente avvertita a causa dell'odore caratteristico e del tipico bruciore agli occhi. L'effetto più preoccupante riguarda comunque la sua capacità di indurre mutazioni e tumori. Per i tumori nasofaringei l'esposizione è per via inalatoria. L'ingestione, anche a grandi dosi, non provoca tumori del naso o della gola. Test condotti sugli animali hanno rilevato un aumento delle leucemie; in questo caso è importante anche l'ingestione. L'indagine condotta da NCI su più di 25mila lavoratori conferma un aumento di decessi per leucemie.

Perché la ricerca: tutelare la salute e l'ambiente

Legambiente e il Gruppo dei Verdi della Regione Lombardia hanno commissionato le analisi sugli imballaggi di cartone in seguito a una lettera di Conapi (Consorzio dei riciclatori), inviata a Carlo Monguzzi, Capogruppo dei Verdi della Regione Lombardia e ad Andrea Poggio, Vice Direttore Generale di Legambiente. Nella lettera i riciclatori spiegavano come in seguito a una serie di sequestri di partite di carta da macero da parte del Noe dei Carabinieri, le successive analisi avessero accertato la presenza di formaldeide e fenoli, che in base alla normativa sui rifiuti dovrebbero essere invece assenti. Le sostanze, sostiene Conapi nella lettera, sono presenti a monte, probabilmente nella filiera produttiva degli imballaggi in cartone e cartoncino. Non è quindi responsabilità della filiera del riciclo.

La formaldeide è utilizzata per produrre ad esempio colle e sostanze impermeabilizzanti utilizzate nella produzione di diversi tipi di imballaggi in carta e cartone. La ricerca conferma che tali sostanze sono utilizzate nel settore "primario" e che in seguito si ritrovano in parte nella filiera del riciclaggio.

Il settore del riciclo è sottoposto ai limiti imposti dal DM del 1998 che prevede l'assenza di formaldeide e fenoli (mentre consente per esempio la presenza del pericoloso PCB - policlorobifenile - fino a 25 ppm). Il settore produttivo "primario" non è però soggetto ai limiti imposti da tale DM. Anzi la formaldeide risulta consentita addirittura come additivo alimentare con la sigla E240.

Le richieste degli ambientalisti al governo e agli industriali

E' indispensabile, prioritario e urgente tutelare la salute dei cittadini ma anche l'ambiente, dando continuità al settore del riciclaggio dei materiali. L'industria degli imballaggi deve ricorrere a composti non inquinanti. Il governo, attraverso il ministero dell'Ambiente, della Salute e delle Attività produttive, deve individuare e correggere norme che favoriscano tale sostituzione e garantire, attraverso una fase transitoria, che non si interrompa il riciclo di preziosi materiali come la carta e il cartone. Se tutto ciò si traducesse in un aumento generalizzato dell'incenerimento dei rifiuti e in una riduzione della raccolta differenziata, oltre al danno aggiungeremmo un'insostenibile beffa: bruciare sostanze contenenti formaldeide è infatti peggio del riciclo.

Il capogruppo dei Verdi della Regione Lombardia Carlo Monguzzi ha scritto al ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, chiedendo di individuare di concerto con il ministero della Salute, più efficaci limiti di esposizione a sostanze come la formaldeide per i lavoratori e per i cittadini. Monguzzi chiede inoltre al ministro, compatibilmente con i criteri di tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini, di garantire la non interruzione della filiera della raccolta e del riciclo di carta e cartone.

Andrea Poggio, vice direttore di Legambiente, ha scritto invece ad Assocarta, Federalimentare, Federlegno e Fieg, tutte associazioni che raggruppano le aziende dei settori coinvolti, chiedendo che promuovano immediatamente l'individuazione di additivi e collanti alternativi alla formaldeide da impiegare per alimenti, nella filiera produttiva dei mobili e degli imballaggi in carta e cartone. Legambiente nell'attesa che il ministero dell'Ambiente e della Salute prendano gli opportuni provvedimenti, propone alle aziende di comunicare all'associazione ambientalista e ai consumatori l'eliminazione della formaldeide dal loro ciclo produttivo.


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