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Astronomia : Calcolare la distanza dei raggi gamma - Una nuova tecnica per calcolare la distanza delle elusive emissioni di raggi gamma - Ma molto riguardo a queste esplosioni rimane un mistero, compresa...

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Una nuova tecnica per calcolare la distanza delle elusive emissioni di raggi gamma

distanza delle emissioni gamma

Molte volte al giorno gigantesche esplosioni, tra le pił potenti dell'universo, brillano nel cielo non viste da occhi umani. Ritenuti essere fenomeni legati alla morte di stelle estremamente massicce, questi enigmatici impulsi radioattivi, conosciuti come gamma-ray bursts (esplosioni di raggi gamma), affascinano da tempo gli astronomi.

Ma molto riguardo a queste esplosioni rimane un mistero, compresa spesso la distanza alla quale queste si verificano. E proprio in questo senso si orienta una nuova tecnica di misurazione delle distanze, presentata al meeting della American Astronomical Society questo mese.

Come mostrano i colori dello spettro dei raggi gamma, le esplosioni emettono inizialmente raggi ad alta energia per poi scemare verso livelli energetici pił bassi. Studiando 16 delle pił potenti pulsazioni mai registrate, Edison Liang dell'Universitą  di Rice ha scoperto che il tasso con cui queste si "raffreddavano" sembrava essere connesso direttamente alla distanza dell'evento, quando questo era misurato in termini di numero di raggi gamma emessi dall'inizio della pulsazione.

Questa tecnica comunque č applicabile solamente nel caso di emissioni di raggi gamma con picchi di intensitą  ben riconoscibili. Applicandola ad esplosioni "caotiche" (quelle con picchi multipli e sovrapposti), tende a sottovalutare il tasso di raffreddamento. Dal momento che molti tra questi fenomeni appartengono alla categoria "caotica", i ricercatori stanno lavorando per trovare un modo di isolare i colori dei picchi sovrapposti, cosa che permetterebbe loro di calcolare il reale tasso di raffreddamento.

"E' un lavoro estremamente meccanico e noioso", commenta Liang, "ma crediamo possa funzionare". Se cosą¬ fosse, le distanze determinate utilizzando questa tecnica potrebbero far luce non solo su queste elusive esplosioni, ma anche sulla formazione del nostro primordiale universo.


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