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Con diabete di tipo 2 più rischi di demenza senile - Le persone che sviluppano il diabete da adulti (diabete di tipo 2), o l'ipertensione, sembrano essere maggiormente esposte alla demenza senile

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Con diabete di tipo 2 più rischi di demenza senile

Diabete di tipo 2 e demenza senile

Le persone che sviluppano il diabete da adulti (diabete di tipo 2), o l'ipertensione, sembrano essere maggiormente esposte alla demenza senile. Secondo quanto scoperto da un gruppo di ricercatori della Mayo Clinic, sviluppare l'ipertensione o il diabete di tipo 2 nella mezza età (tra i 40 e i 64 anni) non espone solo ai problemi legati alle due patologie che tutti conoscono ma comporta maggiori rischi anche per il cervello. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista medica dell'American Academy of Neurology (AAN) - Neurology (Association of type 2 diabetes with brain atrophy and cognitive impairment - doi: 10.1212 / WNL 0000000000000269 - Marzo 2014).

Per condurre lo studio i ricercatori hanno reclutato 1.437 persone, con un'età media di 80 anni, di cui sono state valutate le capacità cognitive (pensiero, memoria, ecc.). Tutti i partecipanti, all'inizio dello studio, non presentavano nessun problema nella capacità di pensiero o problemi di memoria. Si è inoltre effettuata una scansione cerebrale per rilevare eventuali marcatori di danno cerebrale (possibili precursore della demenza) per avere un quadro completo della salute di tutti i partecipanti.

Oltre alle informazioni relative al cervello, gli studiosi hanno raccolto altre informazioni per stabilire se i volontari fossero stati oggetto di diagnosi di diabete o pressione alta nella mezza età o più tardi. Dall'analisi dei dati si è così scoperto che 1.192 pazienti non avevano il diabete ma, 72 pazienti avevano sviluppato il diabete tra i 40 e i 64 anni e 142 l'avevano sviluppato dopo i 65 anni. Per quanto riguarda la pressione alta, o ipertensione, 449 persone l'avevano sviluppata nella mezza età, 448 da anziani (dopo i 65 anni) e 369 non l'avevano mai sviluppata.

Incrociando le varie informazioni in possesso dei ricercatori si è scoperto che i soggetti che avevano sviluppato il diabete nella mezza età, rispetto a quelli che non lo avevano sviluppato, presentavano un volume totale del cervello mediamente inferiore del 2,9 per cento. Esaminando nel dettaglio l'area dell'ippocampo (una regione del cervello che svolge un ruolo importante nella memoria a lungo termine e nella navigazione spaziale) questa risultava inferiore del 4 per cento. Per quanto riguarda l'ipertensione, le persone che l'avevano sviluppata nella mezza età avevano il doppio delle probabilità di avere delle aree del cervello danneggiate.

Rosebud O. Roberts , prima autrice dello studio, evidenzia che le persone che hanno sviluppato il diabete anche in età avanzata, quindi non solo nella mezza età, avevano anche più probabilità di avere anch'esse maggiori aree con danno cerebrale. Al contrario, l'ipertensione sviluppata in età avanzata non incide in maniera rilevante sui danni al cervello. L'esperta conclude spiegando che se siamo in grado di prevenire o controllare il diabete e la pressione del sangue alta nella mezza età, siamo in grado di prevenire o ritardare il danno cerebrale che si verifica decenni più tardi e porta alla perdita di memoria, problemi di pensiero e la demenza.


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