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Ormone per individuare il rischio di infarto - Attraverso un ormone è possibile individuare quali pazienti sono più a rischio di infarto

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Ormone per individuare il rischio di infarto

Ormone per individuare il rischio di infarto

Attraverso un ormone è possibile individuare quali pazienti sono più a rischio di infarto. Uno studio italiano ha mostrato che l'ormone BMP, Brain Natriuretic Peptide, prodotto dalle cellule cardiache è legato alla presenza di malattie arterosclerotica delle arterie coronarie. Si è infatti constatato che l'ormone può svelare la presenza di aterosclerosi alle coronarie e indicare la gravita dell'ostruzione.

La ricerca che ha portato a questa conclusione è stata coordinata dal cardiologo Alberto Palazzuoli del Dipartimento di Medicina interna e malattie metaboliche del Policlinico S.Maria Le Scotte di Siena, al progetto hanno preso parte anche i reparti di Cardiologia e Emodinamica. I dettagli sulla scoperta sono stati pubblicati sull'American Journal of Cardiology.

Lo studio ha coinvolto tre tipologie di pazienti suddivisi per tipo di cardiopatia ischemica per un totale di 88 soggetti.

Di seguito riportiamo una delle classificazioni più semplice e più utilizzate nella pratica clinica sulla potenziale evoluzione del quadro patologico verso le forme più gravi che evidenzia le varianti cliniche dei tre gruppi, a sinistra c'è la forma meno grave mentre a destra troviamo quella più grave:


Angina stabile -> Angina instabile -> Infarto miocardico

Angina stabile:

E' la manifestazione di cardiopatia ischemica più lieve ed è caratterizzata da episodi dolorosi o silenti spesso di vecchia data, ormai stabili. Solitamente si manifesta con un dolore che parte dal centro del torace (sede retrosternale) al braccio , all'avambraccio e alla mano sinistra ma anche al collo, alla mandibola allo stomaco oppure ancora ad entrambi gli arti superiori. Il dolore insorge gradualmente, ha un acme per poi recedere nello spazio di 2/10 minuti in seguito alla sospensione della causa scatenante o tramite la somministrazione di farmaci specifici (nitroderivati). Può anche capitare che la manifestazione del dolore non si presenti e l'attacco ischemico si manifesta con affanno, sudorazione fredda, o improvvisa stanchezza. In altri casi l'ischemia può essere completamente asintomatica ed il riscontro occasionale nel corso di accertamenti con esami strumentali.

Angina instabile:

Questo tipo di sindrome ha una gravità intermedia tra l'angina stabile e l'infarto. E' la manifestazione di una transitoria ischemia miocardica conseguente a caduta della disponibilità di ossigeno, senza aumento delle richieste. Si manifesta solitamente con dolore a riposo o per sforzi minimi.

Infarto miocardico:

La più grave delle tre varianti in cui la sintomatologia e protratta e associata a morte cellulare. Si verifica quando l'irrorazione sanguigna del muscolo cardiaco (miocardio) diminuisce o viene a mancare in seguito all'occlusione di una o più arterie coronariche. L'infarto miocardico è una malattia che colpisce più di duecentomila italiani all'anno e che in 1/3 dei casi conduce alla morte.


Il professore Palazzuoli spiega che da una valutazione dei livelli di BMP nei tre casi, è stato rilevato che i pazienti con una malattia aterosclerotica dei tre principali vasi coronarici hanno livelli di ormone maggiori rispetto a quelli affetti dalla stessa patologia su uno o due vasi. Un altro aspetto evidenziato è che il livelli aumentano anche nei casi in cui la malattia interessa il vaso più importante (l'arteria interventricolare anteriore).

Poter riscontrare questo valore fornisce un aiuto molto importante per i medici nella fase di diagnosi, non solo per la valutazione del rischio per la salute del paziente ma anche per attuare la terapia più idonea in quanto si può valutare il livello di diffusione della malattia.


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