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Allarme crepacuore, i cardiologi chiedono maggiori attenzioni - I cardiologi ambulatoriali riuniti a Pisa sottolineano l'urgenza di riconoscere la malattia, con più attenzione ai casi di depressione.

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Allarme crepacuore, i cardiologi chiedono maggiori attenzioni

Allarme crepacuore

I cardiologi ambulatoriali riuniti a Pisa sottolineano l'urgenza di riconoscere la malattia, con più attenzione ai casi di depressione.

Rappresentano ormai il 2% dei pazienti ricoverati per infarto, i casi accertati di "crepacuore", definita in ambito medico come la Sindrome di tako-tsubo, malattia derivante da "colpi" emotivi, che produce gli stessi sintomi dell'infarto, ma che, ad un esame più attento, si presenta come una malattia con sue particolari caratteristiche, che richiede un trattamento specifico.

Un recente studio francese, presentato nel corso delle Journées Européennes de la SFC (gennaio 2006), ha evidenziato come i casi studiati dal 2001 a oggi riguardano quasi esclusivamente donne sessantenni, in post-menopausa, con problemi di depressione o ansia (il 50% delle pazienti del campione francese fa uso di ansiolitici).

L'allarme "crepacuore" viene lanciato in questi giorni dalle Associazioni Regionali dei Cardiologi Ambulatoriali (ARCA), in occasione del VII Congresso Nazionale, in corso dal 14 al 17 giugno nel Palazzo dei Congressi di Pisa, alla presenza di migliaia di medici provenienti da tutta Italia, insieme a molti altri cardiologi europei e dieci relatori degli Stati Uniti, che saranno impegnati in oltre 130 tra relazioni, seminari, tavole rotonde, presentazioni di casi clinici.

La sindrome di tako-tsubo, scoperta in Giappone, si manifesta a seguito di forti stress emotivi: in tali casi il cervello produce una scarica di catecolamine (ormoni "della paura"), che si ripercuote sul cuore. Del resto i rapporti tra psiche e cuore sono stati sempre oggetto di studio sin dai tempi più remoti.

Gli episodi scatenanti possono essere diversi: morte improvvisa di un congiunto, fallimenti finanziari, allontanamento del partner, rapine, perdite al gioco. Tali eventi, come nell'infarto, producono dolori al petto e modifiche all'elettrocardiogramma; ma, procedendo ad un esame delle coronarie, diversamente dai casi di infarto, non si evidenziano ostruzioni significative, bensì un ventricolo sinistro deformato, con un marcato movimento alla base ed un mancanza di movimento dall'apice delle regioni medie del ventricolo, che conferiscono a questo organo la forma, appunto, di un vaso a collo stretto (tako-tsubo), usato dai giapponesi per la pesca.

"E' importante - afferma il Dott. Giovanni Zito, Presidente nazionale ARCA - saper individuare la malattia. Dal 2001 ad oggi sono centinaia i casi accertati, ma riteniamo che siano ancora di più quelli non riconosciuti come Sindrome di tako-tsubo. Tale patologia, che si presenta come un incidente coronarico grave che compromette decisamente l'attività del cuore, può essere fatale se non si interviene con un trattamento farmacologico adeguato. Al contrario, se si procede alle cure appropriate, può essere superata nell'arco di 10-15 giorni".

Il rischio di questa malattia è rappresentato anche dalle eventuali ricadute, soprattutto nei casi associati a depressione o ansia: tali soggetti hanno quindi bisogno di un'assistenza multidisciplinare al fine di prevenire ulteriori colpi.

UNIVERS - UFFICIO COMUNICAZIONE
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