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Mela senza buccia o con la buccia?

La mela con la buccia previene la sarcopenia

Quando si mangia una mela sarebbe meglio non sbucciarla, questo perché la buccia della mela possiede delle proprietà che aiutano a migliorare la massa muscolare. Il consiglio vale sopratutto superata una certa età se si considera che dopo i 40 anni l'organismo perde circa l'8 per cento di massa muscolare ogni dieci anni e la percentuale aumenta ulteriormente superati i 70anni. Un gruppo di ricercatori della University of Iowa ha scoperto che una particolare molecola presente nella buccia, quella dell'acido ursolico (sostanza già associata ad altre proprietà benefiche), aiuta a contrastare la perdita di massa muscolare. I risultai dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Biological Chemistry (Identification and Small Molecule Inhibition of an ATF4-dependent Pathway to Age-related Skeletal Muscle Weakness and Atrophy - doi: 10 1074 / jbc M115 681445 - Settembre 2015).

La scoperta potrebbe essere molto utile per contrastare la sarcopenia (riduzione del tessuto muscolare attivo), un problema serio che colpisce una buona percentuale dei soggetti anziani (circa il 30 per cento degli adulti sopra i 60 anni e il 50 per cento sopra gli 80 anni). Scott M. Ebert, primo autore dello studio, spiega che la perdita di massa muscolare correlata all'avanzamento dell'età è causata da una proteina chiamata ATF4. Riducendo l'attività di questa proteina il muscolo è meno soggetto agli effetti dell'invecchiamento e riacquista massa e forza.

Per contrastare la perdita di massa muscolare potrebbe quindi essere sufficiente integrare nella propria dieta due alimenti, la mela (rigorosamente con buccia) e i pomodori verdi. I ricercatori hanno infatti scoperto che due sostanze naturali, l'acido ursolico, contenuto nella buccia della mela, e la tomatidina, presente nei pomodori verdi, sono in grado di ridurre l'attività della proteina ATF4.

Dei test, condotti su alcuni topi anziani, hanno dimostrato che l'integrazione dei due alimenti nella dieta degli animali ha contribuito ad aumentare del 10 per cento la massa muscolare e la forza muscolare addirittura del 30 per cento. Benefici considerevoli ottenuti in appena due mesi di dieta.

I risultati confermano quanto già scoperto in uno studio precedente condotto sempre da Christopher Adams, docente di medicina interna presso l'Università dello Iowa. La ricerca pubblicata nel 2012 su PLoS ONE (Ursolic Acid Increases Skeletal Muscle and Brown Fat and Decreases Diet-Induced Obesity, Glucose Intolerance and Fatty Liver Disease - doi: 10 1371 / journal pone 0039332) aveva evidenziato che l'acido ursolico contenuto nelle bucce delle mele contribuiva non solo a bruciare i grassi ma aumentava anche la massa muscolare e il "grasso buono". Nei test condotti su alcuni topolini con sindrome metabolica e diabete si è osservato che la sostanza contenuta nella buccia della mela oltre a incrementare la muscolatura rispetto al grasso faceva crescere anche la quantità di grasso bruno, un tessuto adiposo che brucia il grasso bianco trasformandolo in calore.

Una mela al giorno, con buccia, per contrastare la sarcopenia

La sarcopenia, come accennato in precedenza, è una sindrome caratterizzata da una progressiva e generalizzata perdita della massa muscolare scheletrica e della forza. L'incidenza aumenta con l'età con un declino lento tra i 20 e i 30 anni e una brusca accelerata dopo i 50anni.

Si può parlare di sarcopenia se nella diagnosi, attraverso dei test, si rilevano questi tre fattori:

  1. Test cammino di 4 mt < 0.8 m/s
  2. Massa muscolare < 2SDs rispetto al giovane adulto
  3. Riduzione della forza manipolatoria

Il primo test misura la velocità di cammino (walking speed) in un tratto di 4 metri, se si è al di sotto di 0,8 metri al secondo siamo di fronte ad un campanello di allarme.

Il secondo test misura la massa muscolare, un parametro che può essere rilevato in diversi modi: attraverso la densitometria ossea usando uno strumento denominato Dexa (densitometria assiale a raggi X), utilizzato anche nella diagnosi dell'osteoporosi. Mediante la bioimpedenziometria (BIA), con la quale attraverso formule standardizzate si arriva a calcolare la massa grassa, la massa magra e la quota di acqua; o attraverso l'antropometria che prevede la misurazione della circonferenza a metà braccio e la plicometria che misura la quantità di grasso corporeo.

Infine, l'ultimo test serve a misurare la forza, lo strumento più semplice per farlo è l'hand grip che consiste nel determinare la forza di contrazione della mano espressa in chilogrammi attraverso un apparecchio denominato dinamometro.

I tre test, insieme, permettono di formulare una diagnosi abbastanza accurata. Se tutti i parametri sono a posto non siamo in presenza di sarcopenia, se solo la massa muscolare è fuori posto, siamo in una fase di pre-sarcopenia, se oltre la massa muscolare è presente anche un altro valore fuori posto si può già parlare di sarcopenia. Nel caso in cui tutti e tre i valori sono fuori posto ci si trova davanti a una sarcopenia severa.

Sebbene la perdita di massa muscolare è un fattore naturale correlato all'età, in alcuni casi dietro c'è un'alimentazione non equilibrata, una riduzione della sintesi proteica, l'inattività fisica, un rallentamento nel metabolismo basale o l'infiltrazione di grasso nel tessuto muscolare. Per ridurre il rischio di sarcopenia, una sindrome invalidante che riduce notevolmente le aspettative di vita delle persone anziane e compromettendo la qualità della stessa, potremo iniziare mangiando una mela al giorno senza sbucciarla.


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