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Allattamento al seno, intelligenza e altri benefici

Allattamento al seno, intelligenza e altri benefici

Tutti sanno che l'allattamento al seno rappresenta il metodo naturale per difendere un bambino dalle malattie e per garantirgli una crescita sana, il latte materno potrebbe però incidere anche sull'intelligenza. I bambini allattati per almeno 12 mesi sembrerebbero infatti avere percentualmente un QI più alto. Il dato è emerso nel corso di una ricerca condotta presso l'Università Federale di Pelotas (Brasile). Lo studio è stato pubblicato su Lancet (Association between breastfeeding and intelligence, educational attainment, and income at 30 years of age: a prospective birth cohort study from Brazil - doi: 10 1016 / S2214 109X(15)70002 1 - Marzo 2015).

Bernardo Lessa Horta, uno degli autori dello studio, spiega che i risultati sono frutto di una ricerca che ha seguito 3493 individui dalla nascita fino ai 30ntanni. Il gruppo di partecipanti era abbastanza omogeneo dal punto di vista del ceto sociale di provenienza. Nella valutazione dei partecipanti, oltre al QI da adulti, si è tenuto conto anche del livello di scolarizzazione raggiunto e del reddito.

Incrociando le varie informazioni si è così scoperto che chi era allattato per almeno 12 mesi, aveva mediamente un punteggio più alto nei test del quoziente d'intelligenza. Il QI più alto non era però l'unico "beneficio dell'allattamento al seno", queste persone presentavano infatti una maggiore possibilità di fare carriera e guadagnare di più.

Si sa che il latte materno è migliore di quello in polvere e questo studio dimostra ancora una volta che l'allattamento al seno, salvo casi particolari, andrebbe sempre preferito ad altre soluzioni. Gli autori dello studio spiegano che il latte materno può offrire un vantaggio rispetto a quello in polvere perché è una buona fonte di acidi grassi saturi a catena lunga; potrebbero essere proprio questi grassi a stimolino lo sviluppo cerebrale del bambino con effetti tanto maggiori quanto più a lungo perdura l'allattamento.

Come evidenziato all'inizio dell'articolo l'allattamento al seno non è però importante solo per lo sviluppo cerebrale, altri studi hanno infatti evidenziato che l'allattamento al seno riduce il rischio di allergie e i bambini allattati al seno vengono svezzati più facilmente.

L'allattamento al seno riduce il rischio di allergie

Un gruppo di ricercatori dell'Henry Ford Hospital di Detroit ha rilevato che l'allattamento al seno influisce in maniera significativa sullo sviluppo del sistema immunitario di un bambino. Nello studio si è osservato che nei bambini allattati al seno, già a 1 mese diminuisce fortemente il rischio di sviluppare allergia agli animali domestici. Gli esperti hanno inoltre rilevato che i bambini asmatici, durante il primo anno di vita, hanno una flora batterica diversa dai soggetti non asmatici, un aspetto che potrebbe correlare la malattia infiammatoria con l'allattamento al seno. La diversa composizione della flora intestinale, conseguente al tipo di allattamento (al seno / artificiale), influisce inoltre sul numero dei linfociti T, un gruppo di leucociti che giocano un ruolo fondamentale nella risposta immunitaria.

L'allattamento al seno favorisce lo svezzamento

Secondo i ricercatori della University of North Carolina di Chapel Hill (Usa) l'allattamento al seno favorisce lo svezzamento. I risultati dello studio sono stati pubblicati su su Frontiers in Cellular and Infection Microbiology (Milk- and solid-feeding practices and daycare attendance are associated with differences in bacterial diversity, predominant communities, and metabolic and immune function of the infant gut microbiome - doi: 10 3389 / fcimb 2015 00003).

Queste conclusioni sono frutto di un'indagine che ha monitorato, dall'età di 2 settimane fino ai 14 mesi, l'alimentazione di 9 neonati. I bambini che erano stati allattati per i primi sei mesi esclusivamente con il latte materno riuscivano a digerire meglio i cibi solidi. Amanda L. Thompson, prima autrice dello studio, spiega che i dati raccolti sono molto importanti perché aiutano a capire meglio come la flora batterica si sviluppi nei primi mesi di vita.


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