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Le forme di vita extraterrestri potrebbero somigliare ad una comunità  microbica rinvenuta di recente

forme di vita extraterrestri

Molto in profondità  al di sotto della catena montuosa dell'Idaho, nei bacini idrotermici tra le rocce ignee, si nasconde una straordinaria comunità  di microrganismi che potrebbe un giorno aiutare gli scienziati a ritrovare, su altri pianeti, delle forme i vita extraterrestri. Secondo un nuovo studio, questi organismi sarebbero "diversi da ogni altra forma di vita precedente esaminata qui sulla Terra".

Gli scienziati affermano, basandosi sulle attuali conoscenze sulla chimica della superficie di Marte, che questo ecosistema appena scoperto somiglia probabilmente a ciò che potremo trovare in futuro sul Pianeta Rosso. Difatti gli studiosi hanno selezionato il luogo della ricerca per delle ragioni ben precise. "L'acqua sita in profondità  tra le rocce vulcaniche è rimasta isolata dalla superficie per migliaia di anni", spiega Francis Chappelle del U.S. Geological Survey, uno degli autori della ricerca. "E' priva di una quantità  sufficiente di materia organica, ma contiene una significativa quantità  di idrogeno".

I ricercatori hanno scoperto che di quest'idrogeno ne è stato però fatto buon uso. Oltre il novanta percento dei microrganismi rinvenuti appartiene ad un gruppo primitivo conosciuto come Archaea. Ma, a differenza di ciò che accade nell'ambiente esterno, sulla superficie terrestre, dove questi organismi si nutrono della materia organica prodotta dalle piante attraverso lo sfruttamento della luce solare, qui, senza alcuna fonte di luce disponibile, gli Archaea si sono adattati diventando microrganismi produttori di metano, che vivono combinando l'idrogeno con l'anidride carbonica (dalla cui reazione si ottiene appunto il metano).

La scoperta fornisce la prima prova che certi microrganismi possono sopravvivere senza la luce del Sole e possono utilizzare l'idrogeno rilasciato dal terreno come fonte d'energia. "Ora che questa comunità  è stata scoperta, potremo utilizzarla per verificare le nostre ipotesi sulle forme di vita basate sull'idrogeno", spiega Lovley, "e utilizzare queste scoperte per sviluppare delle strategie di ricerca di simili comunità  di microrganismi su altri pianeti".


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