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Proteste negli stati uniti contro la distruzione delle ultime foreste pluviali temperate

distruzione delle ultime foreste pluviali

Tutti i giorni i respiriamo e accumuliamo micro detriti che si depositano nei nostri polmoni, le città  ormai sono un vero e proprio campo minato per i nostri polmoni. Questi detriti aderiscono alle pareti polmonari fino ad entrare negli alveoli, provocando irritazioni e alterazioni degli scambi gassosi, provocando in certi casi coagulazioni sanguigne e malattie cardiocircolatorie. Al lato pratico non si sanno ancora di preciso i danni che queste polveri cancerogene possano avere sul nostro corpo perchè le polveri sono un insieme di sostanze, ognuna delle quali potrebbe potenzialmente provocare un disturbo piuttosto che un altro. Le particelle nocive più pericolose sono le più piccole, di dimensioni inferiori a 2 millesimi di millimetro, queste hanno la capacita di arrivare fino ai tessuti più profondi dei nostri polmoni. Vari studi, sia in Europa che negli Usa, hanno dimostrato che esiste una relazione fra i tassi di mortalità  e le variazioni di concentrazione di polveri nell'atmosfera delle metropoli. L'Italia non fa eccezione, in 8 città  chiave nell'ultimo anno sono stati accertati circa 4500 casi di pazienti che denunciavano difficoltà  respiratorie e cardiovascolari, 30 mila ragazzi colpiti da casi di asma con meno di 15 anni, e 31 mila casi di bronchite infantile. L'inquinamento è ancora in crescita, specialmente nei grandi centri urbani, e ciò che preoccupa di più è che nessuno sembra fare niente di veramente importante per diminuire questo fenomeno. Chiudere le città  la domenica al traffico è un modo di rallentare di poco il fenomeno, e sicuramente non è quello che può evitare altri casi di malattie dovute allo smog.

Nove attivisti sono stati arrestati nel corso di una protesta pacifica a Bangor, Stati Uniti, in difesa delle foreste millenarie del Canada.

Studenti e cittadini si erano uniti a Greenpeace nella protesta di fronte ai negozi della catena Winkes, che commercializza prodotti in legno della compagnia Interfor (International Forest Products) uno dei principali responsabili dalla distruzione delle ultime foreste pluviali del Canada.

Con la protesta di stamane a Bangor, inizia una serie di iniziative in difesa delle foreste, diffuse in tutto il territorio degli Stati Uniti.

Il conflitto che da decenni oppone ambientalisti e popoli nativi alle grandi compagnie del legname della Columbia Britannica, attraversa oggi una delicata fase di trattative che può condurre ad una soluzione in grado di preservare le foreste, assicurare i diritti dei popoli nativi e al tempo stesso permettere lo sviluppo di una industria del legno compatibile.

Proprio questa trattativa viene da mesi ostacolata da due importanti compagnie, Interfor e West Fraser, che hanno abbandonato il tavolo negoziale. La Interfor ha annunciato la ripresa delle operazioni di taglio a raso in 18 valli incontaminate di foresta millenaria, sottoposte a moratoria. Tra le aree minacciate si trova anche la foresta che ospita lo 'Spirit Bear', il mitico orso bruno dal mantello interamente bianco.

Il taglio a raso è il metodo più economico per estrarre legname (tagliare tutto quel che si incontra in un'area di bosco e portare via tutto coi mezzi cingolati) ma è anche il più distruttivo: impedisce un riformarsi della foresta, aprendo la strada all'erosione del terreno e disperdendo definitivamente la ricchezza della biodiversità . Il taglio a raso coinvolge il 95% delle operazioni forestali della compagnia Interfor

La compagnia Interfor è stata recentemente coinvolta in una violenta aggressione compiuta dai suoi vigilantes ai danni di un campo di manifestanti ambientalisti nella Elaho Valley, in Columbia Britannica. La Interfor si è mostrata aggressiva anche verso le pur blande leggi provinciali: nel corso di due anni la compagnia è stata multata ben 136 volte per violazione delle leggi forestali.

Greenpeace si appella alle imprese che fanno consumo di prodotti forestali (legname, cellulosa e pasta di legno) affinchè non acquistino prodotti creati distruggendo l'ultima grande foresta pluviale temperata e affinchè sostengano il processo negoziale CFCI/ENGO, l'unico in grado di costruire le premesse per una soluzione duratura del conflitto in Columbia Britannica.

L'alternativa alla distruzione delle foreste c'è, ed è praticabile: si chiama certificazione. Il marchio Forest Stewardship Council' assicurala qualità  ambientale e sociale dei prodotti che lo espongono.


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