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Metastasi prima del nodulo al seno - Un nodulo al seno, che al tatto si percepisce come un sassolino dai contorni irregolari, é forse il sintomo più noto del tumore al seno, in alcuni casi...

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Metastasi prima del nodulo al seno

Nodulo al seno e autopalpazione

Un nodulo al seno, che al tatto si percepisce come un sassolino dai contorni irregolari, é forse il sintomo più noto del tumore al seno, in alcuni casi ci possono però essere delle metastasi prima della formazione del carcinoma mammario. Può capitare di ricevere una diagnosi di tumore secondario senza però conoscere la sede del tumore originale, questo può ad esempio capitare se il tumore primario è al seno ma non solo. Due studi, uno condotto da un gruppo di ricercatori tedeschi dell'Università di Regensburg e l'altro dagli americani della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York, forniscono qualche informazione in più sul meccanismo che c'è dietro alcuni carcinomi a sede primitiva ignota. Entrambi gli sudi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature: Mechanism of early dissemination and metastasis in Her2+ mammary cancer (Doi: 10.1038/nature20609) e Early dissemination seeds metastasis in breast cancer (Doi: 10.1038/nature20785).

Ormai da tempo si sa che il cancro è causato da alterazioni a carico dei geni oncosoppressori (o semplicemente oncosoppressori), oncogeni e microRNA. Nel corso dello studio condotto dai ricercatori americani sono state identificate due alterazioni molecolari: un oncosoppressore "spento", p38, e un oncogene "attivo", HER2. Tali alterazioni innescano un processo di migrazione di alcune cellule neoplastiche dal tessuto mammario verso i polmoni e altre sedi del corpo. Un altro aspetto rilevato è che la maggior parte di queste cellule che si spostano, rimangono in uno stato di standby e così riescono a sfuggire all'effetto della maggior parte dei farmaci oncologici che colpiscono le cellule attive.

Sia lo studio americano, coordinato da Julio A. Aguirre-Ghiso, che quello tedesco, coordinato da Christoph A. Klein, forniscono interessanti informazioni complementari che permettono di capire meglio dei fenomeni fino ad oggi ignoti. Attualmente ci sono ancora diversi punti oscuri ai quali non si riesce a dare una spiegazione, alcune risposte potrebbero però arrivare dai nuovi dati. In alcuni casi non si capisce come mai ci siano tumori piccolissimi molto aggressivi che danno metastasi e altri, di dimensioni notevoli, che non danno origine a nessun tumore secondario. Altre volte si individuano invece delle metastasi in assenza di un tumore primario "rilevabile". Col progredire della ricerca ci si rende conto che il fattore "sfortuna" gioca un ruolo sempre più piccolo e, in molti casi, si tende a catalogare così delle situazioni che hanno dei processi che attualmente non si riescono ad individuare, ma sono presenti.

In alcuni casi gli oncologi non riuscivano a capire come mai si sviluppassero delle metastasi anche quando un tumore al seno era asportato precocemente, i nuovi dati fanno luce su questo processo ma non solo. Ora è più chiaro il meccanismo di controllo delle cellule malate e della loro proliferazione, informazioni che potranno essere utili per sviluppare nuove terapie mirate a seconda delle circostanze.

Le aspettative di vita in campo oncologico rimangono comunque fortemente legate alla diagnosi precoce, è anche grazie a questo elemento che oggi ben il 98 per cento delle donne con cancro al seno sopravvivono. In apertura di articolo abbiamo parlato di nodulo al seno, uno dei campanelli d'allarme per la neoplasia ma non solo. Se durante l'autopalpazione si percepisce una specie di sassolino non sempre la causa è da ricondurre a un carcinoma mammario.

Nodulo al seno: cause, dolore e mammografia. Quando preoccuparsi?

Se in fase di autopalpazione si sente un nodulo al seno non bisogna subito pensare al peggio, vediamo quindi quando preoccuparsi e quando invece si può stare tranquille.

In alcuni casi di allattamento materno si potrebbe provare dolore al seno e al tatto si sente un nodulo, con molta probabilità si trattare di un'infiammazione, nota come mastite, dei tessuti della ghiandola mammaria. Per prevenire l'insorgenza della mastite è importante che il bambino si attacchi correttamente al seno durante l'allattamento, la mammella offerta al bambino deve essere svuotata completamente prima di passare all'altra (se una è sufficiente a sfamare il bambino, sarebbe opportuno alternarle tra una poppata e l'altra e si consiglia di svuotare manualmente il latte residuo). In alcuni casi, se il dolore al seno è troppo forte e non passa, il medico può prescrivere degli antibiotici per combattere la carica batterica all'origine della mastite. A volte lo specialista suggerisce anche l'assunzione di anti-infiammarori quali ibuprofene o paracetamolo durante l'allattamento. In caso di mastite non c'è la necessità di interrompere l'allattamento, tra una poppata e l'altra può però essere utile l'applicazione di impacchi freddi dopo aver attaccato il bambino, e caldi prima di offrire il seno per la suzione. Un altro nodulo al seno collegato sempre all'allattamento è il galattocele, da alcune viene percepita come una palla di modeste dimensioni. Nella maggior parte dei casi il galattocele torna spontaneamente a risoluzione, non c'è quindi bisogno di operazione, e, come per la mastite, si può continuare ad allattare anche in sua presenza.

Se non si sta allattando, le cause dietro a un nodulo al seno possono essere altre. Nella maggior parte dei casi sono delle formazioni benigne quali ad esempio cisti o fibroadenomi. In caso di cisti, durante l'autopalpazione si può accusare dolore al seno. Esse hanno una consistenza elastica perché al loro interno presentano un liquido sieroso. In fase di controllo viene aspirata una piccola parte del siero per poi condurre un esame istologico. La cisti, una volta svuotata, viene monitorata perché nel tempo potrebbe ripresentarsi.

Anche in caso di fibroadenoma non c'è bisogno di allarmarsi e si può stare tranquille. Si tratta di un tumore benigno rilevato abbastanza frequentemente nelle donne al di sotto dei 35 anni. A differenza della mastite e delle cisti, questa formazione non provoca dolore al seno, con il tempo può però crescere notevolmente comportando un certo fastidio. Il fibroadenoma si forma in seguito a degli squilibri ormonali, per esempio in caso di un eccesso di progesterone. Di solito si procede con la sua asportazione mediante un piccolo e semplice intervento.

Se il nodulo al seno si presenta al tatto con bordi irregolari, rimane fisso e duro, con molta probabilità si potrebbe trattare di un carcinoma mammario. I noduli benigni hanno infatti dei contorni regolari e si muovono sotto i polpastrelli durante l'autopalpazione. Nella maggior parte dei casi il tumore al seno è asintomatico, in certe situazioni ci sono però dei campanelli d'allarme quali: irritazione e arrossamento della pelle, gonfiore, dolore, modifica nelle dimensioni o nella forma. Il dolore al seno non deve comunque far pensare subito al peggio, un'indagine condotta su circa un migliaio di donne con tale disturbo ha rilevato che solo lo 0,4 per cento di esse presentava una lesione maligna, il 12,3 per cento una lesione benigna e ben l'87,3 per cento non aveva nessuna lesione.

Nella maggior parte dei casi il carcinoma mammario viene però rilevato quando è già in uno stadio avanzato, per questo motivo è importante, superati i 45 anni, sottoporsi periodicamente (ogni circa 2 anni) a una mammografia.

Oltre a quanto già detto, dietro a un nodulo al seno potrebbero nascondersi anche altri problemi quali: seno fibrocistico, lesioni o traumi al seno, papilloma intraduttale (un piccolo tumore benigno che si forma in un dotto del seno).


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