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Demenza senile: sintomi precoci rilevabili 8 anni prima

Demenza senile e sintomi precoci

Alcuni stintomi della demenza senile possono essere rilevati con otto anni di anticipo in particolari soggetti che presentano un deficit cognitivo lieve (o MCI dall'inglese Mild Cognitive Impairment). Un team di ricercatori, impegnati nel progetto ILSA (Italian Longitudinal Study on Aging), ha scoperto che la difficoltà nello svolgere alcune attività quotidiane e più complesse (es. cucinare o maneggiare il denaro) consente di predire con notevole anticipo se una persona affetta da deficit cognitivo sarà in futuro colpita anche da demenza. Lo studio, coordinato da Emanuele Scafato dell'Istituto superiore di sanità (ISS), è stato pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease [Daily Function as Predictor of Dementia in Cognitive Impairment, No Dementia (CIND) and Mild Cognitive Impairment (MCI): An 8-Year Follow-Up in the ILSA Study | vol 53-2 - Pages 505-515].

I risultati, frutto di una collaborazione tra l'Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) e l'Università di Firenze, sono stati ottenuti partendo da un'indagine condotta su un campione rappresentativi della popolazione anziana italiana composto da 2.386 individui ultrasessantacinquenni. Lo studio porta la firma di diversi ricercatori italiani: Antonio Di Carlo, Marzia Baldereschi, Maria Lamassa, Francesca Bovis, Marco Inzitari, Vincenzo Solfrizzi, Francesco Panza, Lucia Galluzzo, Domenico Inzitari e il già citato Emanuele Scafato.

Antonio Di Carlo, ricercatore presso l'Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr), spiega che giornalmente vengono svolte diverse attività semplici (elementari) e più complesse (strumentali).

Alcuni esempi di attività elementari e strumentali:

  • Elementari: alimentarsi, lavarsi, vestirsi, ecc.

  • Strumentali: fare acquisti, usare il telefonino, effettuare le pulizie domestiche, preparare il cibo, utilizzare i mezzi di trasporto, maneggiare il denaro, seguire una determinata terapia farmacologica, ecc.

In base ai dati raccolti si è scoperto che eventuali difficoltà nelle attività strumentali possono essere dei sintomi premonitori dello sviluppo di demenza in chi è affetto da deficit cognitivo lieve (MCI), un legame che risulta essere indipendente da altri fattori quali: età, sesso e presenza di altre patologie. Nello studio è stata inoltre rilevata una relazione diretta tra il numero di attività strumentali che creano problemi e lo sviluppo della demenza. Se si hanno delle difficoltà in una sola delle attività strumentali, il rischio di demenza è di circa il doppio, se invece le attività dove si hanno problemi sono più di quattro il rischio nei successivi otto anni aumenta addirittura di nove volte.

Le persone colpite da deficit cognitivo lieve sono più di quanto si possa pensare, osservando le statistiche si scopre che gli ultrasessantacinquenni affetti da MCI sono circa tre milioni (ben un anziano su quattro). Grazie allo studio ILSA (Italian Longitudinal Study on Aging) si sono affrontate per la prima volta, a livello nazionale, le problematiche relative all'invecchiamento e alle condizioni di salute degli over 65 italiani. I dati sulla demenza nel nostro Paese parlano di ben 700 mila persone con circa 150 mila nuove diagnosi ogni anno. Le informazioni fornite da questo nuovo studio sono molto importanti perché suggeriscono con largo anticipo quali persone potrebbero sviluppare una demenza senile, un aspetto utile per la messa a punto di interventi di prevenzione e trattamenti che potrebbero migliorare la qualità della vita delle persone e ridurre i costi sociali ed economici legati a questa patologia.


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