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Rosolia in gravidanza: rischi e prevenzione con vaccino

Rosolia in gravidanza

Prima del concepimento le donne si dovrebbero sottoporre a una serie di esami per ridurre i rischi per la salute durante le settimane di gestazione, la rosolia in gravidanza nasconde per esempio diversi rischi ed è quindi opportuno sottoporsi al rubeo-test se non si sa di essere immune ad un particolare virus ad RNA del genere "Rubivirus". Stando ai dati raccolti dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), più di 1 donna italiana su 3 non sa se è immune, un aspetto pericoloso perché se la rosolia viene contratta durante la gravidanza dalla madre il virus può essere trasmesso anche al piccolo (sindrome della rosolia congenita), un eventualità che può comportare diversi rischi per il nascituro.

Se in una situazione normale la rosolia, nota anche come terza malattia, non è particolarmente insidiosa, durante la gravidanza può causare morte intrauterina, aborto spontaneo o gravi malformazioni fetali quali:

  • Danni epatici e splenici

  • Difetti della vista quali: cataratta, glaucoma congenito, retinopatia pigmentosa, ecc.

  • Malattie congenite del cuore (malformazioni cardiache)

  • Microcefalia

  • Ritardo mentale

  • Sordità

Il rischio che ci siano gravi conseguenze per il bambino è maggiore se l'infezione avviene nel primo trimestre di gravidanza, in questo periodo le stime parlano infatti di circa un 90 per cento di probabilità. Si sa che la qualità della vita dipende molto dalla prevenzione, grazie ad essa si possono evitare numerose malattie che in diversi casi potrebbero lasciare dei segni permanenti per tutta la vita. Nel gennaio del 2007 l'Istituto superiore di Sanità ha avviato un sistema di sorveglianza, il sistema sorveglianza Passi, con l'obiettivo di effettuare un monitoraggio a 360 gradi sullo stato di salute della popolazione adulta (18-69 anni) italiana.

Dai dati è emerso che quattro donne su dieci sono vaccinate contro la rosolia, considerando la media nazionale però più di una donna su tre (il 37 per cento) non sa se è protetta o meno contro questa malattia. Come al solito ci si trova davanti a una non omogeneità dei dati, se in Calabria le donne inconsapevoli sono circa il 62 per cento, in regioni come il Veneto la percentuale scende sotto il 30 per cento.

Per ridurre l'incidenza della rosolia congenita a meno di 1 caso su 100.000, un dato in linea con le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il nostro Paese ha messo in atto il Piano nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia (PNEMoRc). Tutte le donne che stanno pianificando una gravidanza dovrebbero effettuare diversi esami preliminari, grazie alle analisi del sangue si possono ad esempio esaminare gli anticorpi anti Rosolia IgG e IgM, in questo modo possono sapere se sono immuni alla rosolia e nel caso non lo dovessero essere possono vaccinarsi preventivamente prima del concepimento.

Sebbene in via precauzionale bisognerebbe evitare una gravidanza nei tre mesi successivi alla vaccinazione, studi scientifici non hanno rilevato nessun caso di sindrome della rosolia congenita in donne rimaste incinta accidentalmente prima di questo periodo. Ciò nonostante, dopo la vaccinazione antirosolia bisognerà attendere almeno un mese prima di provare a concepire, il consiglio rimane comunque quello di aspettare tre mesi.

Se avete fatto il rubeo-test perché non ricordavate se eravate immuni alla rosolia il referto delle analisi del sangue riporta i dati di due immunoglobuline: le IgM e le IgG. Le immunoglobuline M (IgM) si producono nella fase acuta della malattia, esse sono rilevabili immediatamente nel sangue e restano attive per circa 2 mesi, dopo questo periodo il loro valore scende sotto la soglia di riferimento e il test da esito negativo. Le immunoglobuline G (IgG) sono invece anticorpi "di memoria", essi vengono prodotti circa una due settimane dopo aver contratto l'infezione e restano in circolo nel sangue (se le IgM sono positive vuol dire che si è immuni per tutta la vita alla rosolia). La condizione più sicura per rimanere incinta è un rubeo-test che da come esito: IgG positive e IgM negative.

Nel caso di IgG negative durante il periodo di gravidanza è importante prevenire eventuali situazioni di rischio, per far ciò può essere utile sapere come si trasmette la rosolia. Il virus, che si trasmette per via aerea per mezzo delle goccioline di saliva emesse con starnuti, tosse o semplicemente parlando, è molto contagioso. La malattia ha una incubazione di 2-3 settimane prima della comparsa dei sintomi, essa rimane contagiosa nella settimana che precede l'apparizione dell'eruzione cutanea e lo rimane anche per i 4 giorni successivi. Se l'infezione ha colpito un neonato, il periodo di contagio si allunga considerevolmente, si passa dai 7-10 giorni canonici a diversi mesi e in alcuni casi anche oltre un anno.


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