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Sclerosi multipla, potenziale cura da trattamento anticancro

Cura per la Sclerosi multipla

Attualmente alcuni studi stanno valutando gli effetti di specifici farmaci per la cura della sclerosi multipla, un trattamento a base di cellule staminali sembra però essere una delle possibili soluzioni per la patologia del Sistema Nervoso Centrale (SNC). Una terapia nata per combattere il cancro, che sfrutta le cellule staminali ematopoietiche, ha dato degli ottimi risultati in una sperimentazione condotta su alcuni pazienti affetti da sclerosi multipla (SM). La notizia arriva dai laboratori del Royal Hallamshire Hospital.

Basil Sharrack, neurologo presso il Royal Hallamshire Hospital, spiega che attraverso un trapianto di midollo osseo si è riusciti a resettare il sistema immunitario riscontrando dei miglioramenti notevoli nei pazienti affetti da SM. Per chi non lo sapesse, la sclerosi multipla è una malattia autoimmune infiammatoria del sistema nervoso centrale, in questo tipo di patologie vi è un'alterazione del sistema immunitario che inizia ad attaccare i costituenti propri dell'organismo. Nello specifico, la SM è caratterizzata da attacchi dei propri anticorpi verso la mielina, una sostanza lipoproteica che costituisce la guaina che riveste parte del corpo dei neuroni, gli assoni. I miglioramento rilevati nella sperimentazione sono considerevoli, basti pensare che alcuni pazienti gravi, ormai paralizzati, sono riusciti a ricamminare.

La cura per la sclerosi multipla, testata presso i laboratori del Royal Hallamshire Hospital, ha coinvolto in un periodo di tre anni 20 pazienti. La metodica, nata in principio per una terapia anticancro, prevede in una prima fase la "distruzione" del sistema immunitario difettoso mediante l'uso della chemioterapia, successivamente questo viene rigenerato mediante il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche precedentemente prelevate dal paziente stesso. In pratica consiste nella reinfusione dopo chemioterapia ad alte dosi di cellule staminali emopoietiche dello stesso paziente. John Snowden, ematologo al Royal Hallamshire Hospital, spiega che il sistema immunitario viene azzerato e riportato nella situazione che precede lo sviluppo della sclerosi multipla.

Sebbene i risultati sono molto promettenti, i ricercatori sottolineano che il trattamento potrebbe non essere efficace per tutte le tipologie di pazienti con sclerosi multipla. La sperimentazione condotta presso il Royal Hallamshire Hospital ha infatti coinvolto solo pazienti affetti dalla forma recidivante-remittente (SMRR), una variante caratterizzata da attacchi acuti seguiti da periodi in cui i sintomi migliorano sensibilmente. Anche se la terapia dovesse rivelarsi utile solo per la SMRR, si tratterebbe comunque di un ottima notizia considerando che questa forma è la più diffusa. La diagnosi di SMRR rappresenta infatti circa l'85 per cento di tutte le forme di sclerosi multipla.

Questo nuovo approccio terapeutico per la sclerosi multipla dovrebbe essere a riparo da eventuali speculazioni delle case farmaceutiche in quanto non è brevettabile. Richard Burton, un ricercatore della Northwestern University che per primo effettuò (nel1995) un trapianto di cellule staminali ematopoietiche per trattare la sclerosi multipla, spiega che ci sono state diverse resistenze da parte del mondo farmaceutico e nonostante sia mancato il sostegno dell'industria si sono ottenuti notevoli risultati. Il costo della cura è inoltre molto vantaggioso, è paragonabile a quello che si spende in un solo anno in alcuni trattamenti attualmente utilizzati per far fronte alla malattia (circa 40 mila euro annuali).

Il trattamento per la SMRR a base di cellule staminali può offrire valide speranze per i pazienti ma non bisogna dimenticarsi che si tratta di una terapia aggressiva associato a rischi significativi, bisognerà condurre quindi ulteriori studi. Per il momento sono confortanti i risultati dello studio pubblicato su Jama Neurology (High-Dose Immunosuppressive Therapy and Autologous Hematopoietic Cell Transplantation for Relapsing-Remitting Multiple Sclerosis (HALT-MS)A 3-Year Interim Report - doi: 10 1001 / jamaneurol 2014 3780) dove si evidenzi che a oltre 3 anni di distanza da un trapianto di staminali ematopoietiche ben l'86 per cento dei pazienti con con sclerosi multipla non mostra segni di ricadute e più del 90 per cento non presenta alcun segno di progressione della malattia.


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