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Curare la depressione per prevenire alcuni casi di Alzheimer - Curare la depressione potrebbe aiutare, in alcuni casi, a prevenire l'Alzheimer e/o altre malattie cronico- degenerative tipiche della terza età

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Curare la depressione per prevenire alcuni casi di Alzheimer

Curare la depressione per prevenire l'Alzheimer

Curare la depressione potrebbe aiutare, in alcuni casi, a prevenire l'Alzheimer e/o altre malattie cronico-degenerative tipiche della terza età. Sebbene i fattori che possono incidere sul deterioramento cognitivo e le demenze sono diversi (malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione, ecc.), molti esperti concordano sul fatto che la depressione può essere "l'anticamera" dell'Alzheimer e di malattie simili. Si è parlato di questo argomento in occasione della conferenza internazionale "Memory in the Disease Brain" (Roma, Gennaio 2015).

Roberto Bernabei, coordinatore scientifico dell'evento e direttore del Dipartimento di Geriatria e Neuroscienze del Policlinico Gemelli di Roma, spiega che la cura della depressione potrebbe aiutare a diminuire l'incidenza della demenza, una patologia che ha un trend di crescita mondiale di 5 milioni di persone all'anno . Il declino cognitivo è correlato all'età, è un deficit che interessa il 5 per cento degli over 65 e raggiunge il 50 per cento nella fascia degli ultra 90enni. Con il progressivo invecchiamento della popolazione si stima che nel 2030 le persone colpite da demenza saranno 76 milioni in tutto il mondo. Secondo gli ultimi dati in Italia la demenza colpisce oltre un milione di persone, di queste circa 600 mila sono affette da Alzheimer.

I dati di una meta-analisi, che ha preso in esame 23 studi, evidenziano che c'è una relazione tra depressione e demenza. Su oltre 50 mila anziani, quelli che avevano una diagnosi di depressione avevano una possibilità doppia di sviluppare demenza e il 65 per cento in più di avere l'Alzheimer. Secondo gli esperti, alla luce di questi dati, se si cura la depressione si riduce anche l'incidenza dei casi di demenza. Questo non vuol dire che gli antidepressivi sono una potenziale cura per l'Alzheimer, ma possono rappresentare una forma di protezione. Marco Andrea Riva, del Dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari dell'Università di Milano, spiega che Il trattamento della depressione ha effetto sia sul recupero del "funzionamento" individuale e sociale dell'individuo sia sulla plasticità cerebrale e la creazione di nuove connessioni.

I farmaci utilizzati attualmente per curare la depressione hanno un meccanismo di azione diverso rispetto a quelli tradizionali come gli SSRI. Questi nuovi farmaci non solo aumentano i livelli sinaptici di serotonina, ma modulano significativamente anche altri neurotrasmettitori, tra cui il glutammato, con un'attività importante su due aree cerebrali: l'ippocampo e la corteccia prefrontale. I nuovi trattamenti contribuiscono a modulare il tono dell'umore e migliorano i sintomi cognitivi (memoria, attenzione, focalizzazione). Un notevole passo in avanti rispetto alle precedenti terapie che spesso determinavano una remissione parziale della sintomatologia che rendeva il paziente più a rischio di recidive.

Laura Fratiglioni, direttrice dell'Aging Research Center al Karolinska Institutet di Stoccolma, spiega che la demenza (come l'Alzheimer) si può prevenire, bisogna però pensarci a partire dai 30-40 anni. Diversi studi hanno dimostrato che la prevenzione delle malattie cardiovascolari, dell'ipertensione, del diabete, dell'obesità e della sindrome metabolica, contribuisce a prevenire anche le demenze a lungo termine. Le regole sono quindi sempre le solite: uno stile di vita sano, attività fisica, niente fumo ne alcol. Non bisogna poi dimenticarsi di allenare anche il cervello, facendo ad esempio le parole crociate o leggendo libri, e coltivare le relazioni sociali.

Sintomi depressione clinica

I principali sintomi della depressione clinica sono l'umore depresso e/o la perdita di piacere e interesse per quasi tutte le attività che prima interessavano e davano piacere. Molto frequentemente si presenta l'anedonia (stanchezza, affaticamento, mancanza di energie) e la demotivazione. Oltre a questi sintomi, la persona depressa può soffrire di un aumento o una diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo senza essere a dieta; può presentare rallentamento o agitazione motorie e disturbi del sonno (dorme di più o di meno o si sveglia spesso durante la notte o non riesce ad addormentarsi o si sveglia precocemente); può non riuscire a concentrarsi, mantenere l'attenzione e prendere decisioni.

Uno dei sintomi soggettivi prevalente è la sensazione di sentirsi inutile. Abbastanza frequentemente è presente il pensiero di morte o suicidio, una condizione che può andare da un vago senso di morte e desiderio di morire fino all'intenzione di farla finita con una vera e propria pianificazione e tentativi di suicidio.

Per poter parlare di depressione clinica, i sintomi devono essere presenti tutti i giorni per quasi tutto il giorno per almeno 15 giorni. E' raro che una persona depressa abbia contemporaneamente tutti i sintomi riportati sopra, ma se soffre quotidianamente dei primi due sintomi e di almeno altri tre è molto probabile che abbia un disturbo depressivo.

I sintomi depressivi possono alternarsi, e a volte presentarsi in contemporanea, a sintomi di eccitamento (euforia, irritazione, impulsività, loquacità, pensieri veloci che si accavallano e a cui è difficile stare dietro, sensazioni di grandiosità, infinita potenzialità personale o convinzioni di essere perseguitati). In questo caso si tratta di episodi depressivi o misti all'interno di un disturbo bipolare dell'umore.


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