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Tumore al colon retto con metastasi al fegato: diagnosi e guarigione

Tumore al colon retto con metastasi al fegato

Quando si riceve una diagnosi di tumore al colon retto con metastasi al fegato una delle prime domande che ci si pone riguarda l'aspettativa di vita, grazie a una nuova arma le probabilità di guarigione potrebbero crescere notevolmente. Presso l'Istituto di Candiolo per la Ricerca e la Cura del cancro si è raggiunto un nuovo importante traguardo, i ricercatori del Laboratorio di Genetica molecolare hanno messo a punto un mix di farmaci in grado di superare la resistenza alle terapie del cancro al colon retto con metastasi al fegato. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Science Translational Medicine (Blockade of EGFR and MEK Intercepts Heterogeneous Mechanisms of Acquired Resistance to Anti-EGFR Therapies in Colorectal Cancer - DOI: 10.1126 / scitranslmed 3007947 - Febbraio 2014).

Sandra Misale, prima autrice dello studio, spiga che i risultati ottenuti fino ad ora sono frutto di una sperimentazione condotta in vitro, a breve, però, partirà la sperimentazione sull'uomo. Dalla ricerca arrivano anche delle novità per quanto riguarda la diagnosi del tumore: con un semplice prelievo di sangue si potrà individuare l'eventuale presenza del DNA del tumore e predire quando il paziente svilupperà la resistenza alla cura.

Alberto Bardelli, coordinatore dello studio, evidenzia che c'erano alcuni aspetti poco chiari ai quali si voleva dare una risposta: Perché i pazienti curati con gli anticorpi monoclonali come il Cetuximab dopo un periodo che va dai sei ai dodici mesi diventano resistenti al farmaco e sviluppano di nuovo metastasi al fegato? Come possiamo andare oltre la resistenza? C'è un modo per capire prima quali malati smetteranno di rispondere e quando? Grazie a un team di esperti del Laboratorio di genetica molecolare dell'Istituto di Candiolo (Torino) in collaborazione con un team della divisione di Oncologia medica del Niguarda di Milano, tutte e tre le domande hanno avuto una risposta.

Grazie allo studio italiano sono stati individuati i meccanismi molecolari associati alla resistenza alle terapie. E' stato dimostrato, in vitro, che l'aggiunta di un farmaco (un MEK inibitore) all'anticorpo monoclonale può fermare la resistenza e dunque la crescita delle metastasi. Si è infine trovato il modo di identificare il DNA del tumore e le mutazioni che predicono la resistenza attraverso una "semplice" analisi del sangue.

L'aspettativa di vita in caso di tumore al colon retto era spesso legata alla risposta ai farmaci, i ricercatori non riuscivano a capire perché dopo un certo periodo, che va dai 6 ai 12 mesi, le cellule tumorali smettono di rispondere al farmaco a bersaglio molecolare "Cetuximab" e ricompaiono le metastasi al fegato. Grazie a un nuovo mix di farmaci il limite della cura sembra essere superato, almeno nella sperimentazione in vitro. La conferma dei risultati anche sull'uomo migliorerà notevolmente le aspettative di vita, prima di poter applicare la cura a tutti i pazienti bisognerà però attendere qualche anno. Il trial clinico che verificherà l'efficacia anche sull'uomo è già stato approvato e coinvolgerà circa 80 pazienti.


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