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Sindrome premestruale: rimedi per i sintomi

Sindrome premestruale: rimedi e sintomi

I sintomi della sindrome premestruale (dolore al seno, irritabilità, malumore, pesantezza, aumento di peso, ecc.) possono essere contrastati con l'alimentazione integrando nella propria dieta dei cibi ricchi di ferro non eme. Secondo quanto scoperto nel corso di uno studio condotto da un team di ricercatori provenienti da due università, University of Massachussets e Harvard University, le donne che assumono giornalmente 20 mg di ferro con l'alimentazione, rispetto a quelle che non raggiungono tali livelli, hanno meno probabilità di soffrire di sindrome premestruale. I risultati dello studio sono stati pubblicati sull'American Journal of Epidemiology (Intake of Selected Minerals and Risk of Premenstrual Syndrome - doi: 10 1093 / aje / kws363 - Febbraio 2013).

Ben il 25 per cento delle donne, superati i primi venti giorni del ciclo mensile, iniziano ad accusare i sintomi della sindrome premestruale. In alcuni casi i sintomi sono lievi e sopportabili ma in alcune donne la sindrome premestruale può essere più severa tanto da limitare le normali attività quotidiane. Nel corso dell'indagine i ricercatori hanno scoperto che alcune sostanze come il potassio (contenuto nella frutta secca, nei kiwi, nelle banane, ecc.) se assunte in quantità elevate possono aumentare il rischio di soffrire della sindrome premestruale mentre, sostanze ricche di ferro (broccoli, semi di sesamo, ecc.) ne contrastano i sintomi.

Le conclusioni sono frutto di uno studio che ha coinvolto 3025 infermiere, 1.057 con una diagnosi appurata di sindrome premestruale e 1.968 inserite nel gruppo di controllo. Tutte le donne, per un periodo di 10 anni, sono state seguite dai ricercatori (periodicamente si esaminava il tipo di dieta e le condizioni generali di salute). Al termine del periodo di follow-up gli esperti si sono concentrati su quelle donne che non presentavano i sintomi della sindrome premestruale rilevando che la loro dieta era più ricca di alimenti che contenevano ferro non-eme (detto anche ferro inorganico).

Il ferro non eme si trova negli alimenti di origine vegetale quali: broccoli (circa 1 mg per 100 g di prodotto), semi di sesamo tostati (tra i 14,8 e i 20,01 mg per 100 g), albicocche secche (6,3 mg per 100 g.), pistacchi (7,3 mg per 100 g), cioccolato fondente amaro (17,4 mg per 100 g), ecc. E' bene evidenziare che anche nelle carni è contenuto il ferro non eme ma, a differenza dei vegetali, vi è anche una percentuale (che va dal 40 al 50 per cento del totale) di ferro eme. Secondo quanto rilevato dai ricercatori, una quantità giornaliera di almeno 20mg di ferro non eme può ridurre il rischio di sindrome premestruale dal 30 al 40 per cento. Dei benefici sono stati riscontrati anche in quelle donne dove la sindrome premestruale persisteva, in questi casi i sintomi erano molto più sopportabili.


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