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Morbo di Alzheimer: un test per predirlo 20 anni prima - Soprattutto nella fase iniziale del morbo di Alzheimer i sintomi non sono facilmente riconoscibili

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Morbo di Alzheimer: un test per predirlo 20anni prima

Morbo di Alzheimer: Test

Soprattutto nella fase iniziale del morbo di Alzheimer i sintomi non sono facilmente riconoscibili. Le persone colpite da Alzheimer inizialmente cominciano a dimenticare alcune cose, un sintomo che con il tempo peggiora arrivando al punto di non riconoscere neanche i familiari. Poter predire in largo anticipo il morbo di Alzheimer può quindi essere un primo passo per la cura della patologia. Un gruppo di ricercatori del Centre for Mental Health Research dell'Australian National University (Canberra), coordinati da David Bounce, ha messo a punto un test, della durata di 30 secondi, in grado di scoprire se un soggetto è predisposto allo sviluppo della demenza di Alzheimer ben 20 prima che la malattia dia i primi sintomi. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Plos One (Novembre 2010).

I risultati pubblicati su Plos One riguardano uno studio che ha coinvolto 428 persone con un'età compresa tra i 44 e i 48 anni. Nella prima fase sono stati misurati i tempi di reazione dei pazienti e successivamente si è effettuata una risonanza magnetica del cervello. Dai risultati è emerso che le persone che reagivano più lentamente presentavano nella materia bianca (costituita dalle ramificazioni dei neuroni, come gli assoni, sui cui binari viaggiano i segnali nervosi) piccole lesioni simili a quelle riscontrate nell'Alzheimer.

Anche se non si ha la certezza assoluta che i pazienti con le lesioni possano sviluppare la malattia più in la negli anni, secondo David Bunce i risultati ottenuti sono molto importanti per diversi motivi: si è messo a punto un metodo per individuare le persone a rischio senza test complessi e si è dimostrato che ci possono essere delle lesioni simili a quelle dell'Alzheimer già verso i 40 anni.

Rilevare precocemente il morbo di Alzheimer consentirebbe di monitorare negli anni l'evoluzione della demenza, un'analisi che aiuterebbe a comprendere meglio la malattia. Con il tempo, inoltre, grazie alla scoperta di nuovi farmaci si potrebbe bloccare la degenerazione della demenza prima ancora che essa raggiunga degli stadi dove i sintomi sono molto invalidanti.


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