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Tumore al polmone, nuova terapia poco invasiva - Una nuova terapia poco invasiva che limita i danni ai tessuti sani, la crioablazione, permette di curare il tumore al polmone con il freddo

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Tumore al polmone, nuova terapia poco invasiva

Tumore al polmone: crioablazione

Una nuova terapia poco invasiva che limita i danni ai tessuti sani, la crioablazione, permette di curare il tumore al polmone con il freddo. Per il momento (Ottobre 2008) questa tecnica, applicata per la prima volta in Italia, è stata sperimentata su 5 pazienti sardi con tumore al polmone. La sperimentazione della Crioablazione, o Crioterapia, condotta presso l'ospedaliero Oncologico Businco di Cagliari, è stata coordinata dal radiologo interventista Claudio Pusceddu.

La Crioterapia è una tecnica altamente innovativa che consiste nell'uso di un dispositivo formato da una sonda e da aghi, in grado di congelare i tessuti portandoli a temperature fino a -41°C sotto zero e di scongelarli gradualmente fino a provocare uno shock termico che determina la morte delle cellule tumorali.

Già sperimentata con successo per il cancro della prostata, del rene e dell'osso, è indicata soprattutto per i pazienti affetti da tumore del polmone non trattabile chirurgicamente, o con metastasi che non rispondono più a chemioterapia, e ha il vantaggio di essere ben tollerata. Nella maggior parte dei casi è eseguibile in anestesia locale e offre la possibilità di distruggere in una singola seduta, della durata di 1 ora circa, tumori di dimensioni notevoli (anche superiori a 10 cm). La tecnica è inoltre ripetibile nei casi di distruzione tumorale incompleta o di ricrescita e presenta un basso costo in termini di ospedalizzazione e di disagio sociale.

I pazienti sino ad ora operati tramite Crioablazione presentano attualmente delle buone condizioni cliniche. L'utilizzo di questa tecnica apre pertanto un importante scenario per la lotta al tumore al polmone che rappresenta una delle più comuni cause di morte per cancro.

Come funziona la Crioablazione

La crioterapia (CT) si basa sul principio che il congelamento dei tessuti con temperature inferiori a - 20°C, seguito da lento scongelamento, causano uno shock termico con conseguente morte cellulare. La tecnica, altamente innovativa, viene eseguita in anestesia locale ed è già stata sperimentata da anni con successo nel trattamento dei tumori maligni del rene e della prostata. Tale procedura risulta indicata anche nei pazienti affetti da tumore primitivo del polmone non trattabile chirurgicamente o con metastasi del polmone che non rispondono più a chemioterapia.

Tramite la sonda possono essere posizionati all'interno dei tessuti da trattare fino a venti "crioaghi" monitorati grazie a un tomografo computerizzato che permette un preciso controllo dell'intervento e impedisce che vengano danneggiati i tessuti sani. All'interno della "criosonda" viene fatto circolare del gas Argon che permette un rapido congelamento del tessuto (si arriva al di sotto dei 40°C, temperatura in cui ogni processo metabolico cellulare cessa). Si forma così una sorta di massa di ghiaccio, l'ice ball, che avvolge completamente la massa maligna. Successivamente, attraverso gli stessi aghi viene fatto passare del gas Elio che determina invece lo scongelamento del tessuto con danno immediato ed irreversibile alle cellule tumorali.

Questa tecnologia è stata messa a punto da pochi anni in Israele. Rispetto alla Crioterapia che l'ha preceduta le differenze sono notevoli, in particolare:

  • L'uso di crioaghi notevolmente più sottili con minor rischio durante l'infissione dell'ago nel tessuto
  • L'utilizzo dell'argon come gas per formare il ghiaccio (prima si usava l'azoto liquido ma con difficoltà nel calibrare la necrosi con rischi elevati di danno iatrogeno durante il trattamento)
  • L'assenza della fase di scongelamento (bisognava aspettare che il ghiaccio scongelasse spontaneamente con peggioramento delle condizioni cliniche in caso di reazioni indesiderate)

Tra i principali vantaggi della crioblazione attualmente usata:

  • Assenza di dolore periprocedurale
  • Assenza della sindrome post ablativa
  • Perfetto controllo dell'aera di necrosi
  • Degenza breve (1-2 giorni), eseguibile in anestesia locale
  • Può essere ripetuta in caso di metastasi o recidive

La crioablazione non si sostituisce alla chirurgia nel trattamento delle neoplasie polmonari, ma la affianca in tutti quei casi in cui non si può procedere all'operazione, o il paziente non risponde alla chemioterapia o, ancora, in presenza di tumori recidivanti.


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