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Nuova insulina in pillole

Nuova insulina in pillole

L'insulina in pillole potrebbe sostituire presto le fastidiose iniezioni che i pazienti colpiti da diabete devono effettuare per riportare i livelli glicemici nella norma. L'annuncio di questo nuovo farmaco è stato dato da alcuni ricercatori della Robert Gordon University di Aberdeen (Scozia) in occasione della conferenza della British Pharmaceutical svoltasi a Manchester (Settembre 2007).

Fino ad ora, l'insulina è stata sempre iniettata con la siringa in quanto era l'unico modo che si aveva per evitare che il farmaco perdesse la sua proprietà prima che entrasse in circolo nel sangue, i risultati di questa nuova ricerca dimostrano invece che possono esistere delle alternative alle punture.

Colin Thompson, coautore della ricerca, spiega che l'ostacolo principale all'assunzione dell'insulina per via orale è dato proprio dal fatto che, senza un'adeguata protezione dall'azione degli enzimi, essa ha scarse probabilità di arrivare nel sangue e di avere quindi effetto nella regolazione dei livelli glicemici. Gli studiosi hanno però trovato una soluzione al problema, in seguito a vari esperimenti si è scoperto il modo di proteggere l'insulina con un rivestimento chimico, sintetizzato in laboratorio, che permette di preservarne l'integrità fino al momento dell'entrata in circolo nel sangue.

Thompson, riportando alcuni dati statistici, evidenzia che numerosi pazienti diabetici hanno paura della siringa, l'insulina in pillole potrebbe quindi migliorare notevolmente la qualità della loro vita offrendo dei metodi terapeutici migliori.

Altri scienziati stanno cercando il modo di assumere l'insulina per via orale senza che essa perda la sua efficacia nel viaggio fino allo stomaco. Tra questi, alcuni esperti di Taiwan hanno trovato il modo di utilizzare dei composti chimici trovati nei gusci dei gamberi utili per preservare il farmaco.

Un altro problema che è stato superato riguardava le dimensioni della molecola dell'insulina che era troppo grande per passare attraverso la membrana nell'intestino.

Sempre in fase di sperimentazione vi è una capsula, prodotta dalla Empisphere Technologies Inc, che contiene una combinazione d'insulina e di un agente di rilascio. Da un test condotto su 29 soggetti non diabetici si è rilevato che l'insulina veniva assorbita rapidamente nel sistema circolatorio e si raggiungeva il picco della concentrazione plasmatica di insulina nel giro di 25 minuti dall'ingestione. Le corrispondenti massime riduzioni dei livelli di glucosio e di C-peptide si sono verificate entro 1 ora dall'assunzione. L'effetto collaterale più comune riscontrato è stato l'ipoglicemia; le dosi sono state ben tollerate.

Un altro prodotto, attualmente nella fase II della sperimentazione, è HIM2, sviluppato dalla Nobex Corporation in collaborazione con la GlaxoSmithKline. È una pillola che ricorre alla tecnologia dei polimeri per contrastare la degradazione enzimatica dell'insulina. Dai primi studi è emerso che, per ottenere degli effetti ipoglicemizzanti simili a quelli delle iniezioni, la pillola dovrebbe essere assunta 15 minuti prima dei pasti.

Altre case farmaceutiche stanno portando avanti progetti di ricerca sulla formulazione di insulina per via inalatoria, come la Novo Nordisk danese e la Aradigm; la Generex e Eli Lilly & Co. stanno invece effettuando clinical trials sulla formulazione spray.


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