UniversONline.it

Infarto, scoperto un enzima (Nadph) che ne aumenta i rischi - Grazie ad una recente scoperta italiana che lega la molecola organica Nadph all'infarto, nel giro di due o tre anni si potrebbe arrivare alla...

Continua
Universonline su Facebook

Infarto, scoperto un enzima (Nadph) che ne aumenta i rischi

Infarto: enzima (Nadph)

Grazie ad una recente scoperta italiana che lega la molecola organica Nadph all'infarto, nel giro di due o tre anni si potrebbe arrivare alla realizzazione di una terapia in grado di agire efficacemente nella prevenzione dell'arresto cardiaco. Una nuova prospettiva per la prevenzione dell'infarto che sfruttando una terapia a base di "sostanze vegetali" potrà essere in grado di controllare la proteina che chiude le arterie nell'uomo.

Lo studio che ha aperto nuove strade nel campo della lotta all'infarto è frutto di un lavoro coordinato dal Prof. Francesco Violi, direttore della IV Clinica Medica dell'Azienda Policlinico Umberto I di Roma - Università "La Sapienza". I dati sono stati presentati alla stampa durante un incontro tenutosi il 27 luglio (2006) presso il Policlinico.

Lo staff del Prof. Violi ha identifica nella molecola Nadph ossidasi un potente antagonista dell'ossido nitrico (NO), che è a sua volta un vasodilatatore presente nelle arterie e fondamentale per difendere l'organismo dal rischio d'infarto. Vista l'importanza della scoperta, i dati dello studio verranno anche pubblicati nel numero di Agosto 2006 della rivista internazionale "Arteriosclerosis, Thrombosis and Vascular Biology" dell' American Hearth Association.

Attualmente i ricercatori stanno sperimentando alcune terapie su un gruppo di soggetti a rischio infarto, i primi dati relativi alla sperimentazione potrebbero essere pubblicati già entro la fine del 2006. Quello che gli esperti si auspicano è di arrivare nel giro di 2-3 anni a un test per misurare il rischio infarto sulla base dei livelli di questo enzima nelle piastrine e poi somministrare ai soggetti risultati a rischio tali sostanze. I dati ottenuti fino a questo momento sono molto interessanti e fanno ben sperare per il futuro.

Uno dei fattori di rischio dell'infarto è il grado di vasocostrizione, studi preliminari su modelli animali avevano lasciato sospettare il ruolo dell'enzima Nadph ossidasi nel favorire la vasocostrizione e quindi l'infarto. Per poter avere la certezza bisognava però condurre degli studi che analizzassero l'azione dell'enzima sull'uomo per vedere se variazioni dei livelli di Nadph ossidasi fossero effettivamente legate al rischio infarto. Il Prof. Violi spiega che per dimostrare ciò si è effettuata una ricerca su pazienti affetti dalla Granulomatosi (malattia rara e cronica, 1:250.000). Dall'analisi dei dati si è constatato che in questi soggetti, in quanto congenitamente carenti dell'enzima Nadph ossidasi, le arterie erano più pronte a dilatarsi e ciò dipendeva dal fatto che l'ossido nitrico non veniva distrutto precocemente dai radicali di ossigeno prodotti dall'enzima.

L'infarto è la prima causa di morte nei paesi industrializzati, ed è causato da vari fattori, primo tra tutti le malattie vascolari come l'arterosclerosi. Le malattie cardiovascolari uccidono ogni anno solo in Europa 4 milioni di persone, mentre in Italia, secondo dati ISTAT, la mortalità per queste patologie si attesta al 43,8 per cento. Il rischio infarto è dato da molti fattori, alcuni correggibili adottando corretti stili di vita, ma dipende anche da predisposizioni individuali, per questo motivo gli esperti sono alla ricerca di nuove vie per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Grazie a questa ricerca, per la prima volta al mondo, si è dimostrato che nell'uomo esiste una stretta correlazione tra l'enzima Nadph ossidasi ed attività dell'ossido nitrico NO e che ciò condiziona la chiusura delle arterie fino a poter aumentare il rischio d'infarto, dei risultati che aprono nuove frontiere a nuovi sistemi di diagnosi e ulteriori protocolli terapeutici che si affiancheranno a quelli già in corso.

Cosa è la Nadph ?

La Nadph (nicotinamide adenine dinucleotide phosphato) è una molecola organica che funge da scambiatore di elettroni all'interno delle cellule sia animali che vegetali.

Nelle cellula animali essa passa dalla forma ossidata (NADP+) a quella ridotta (NADPH) grazie alla Glucosio 6 fosfato deidrogenasi all'inizio del ciclo dei pentoso fosfati. Poi passa dalla forma ridotta alla forma ossidata riducendo a sua volta altri composti che esplicano funzioni fondamentali per la cellula, come il Glutatione solfato (GSH) che ha funzione di antiossidante.

Nelle cellule vegetali NADPH è un coenzima fondamentale per il ciclo di Calvin, prodotto dal fotosistema 1 (p700) durante la fase luminosa della fotosintesi.

E in grado di passare alternativamente dalla forma ossidata a quella ridotta secondo la seguente reazione: NADP+ + 2e- + 1H+ ? NADPH Il coenzima in forma ossidata (NADP+) presenta una carica positiva. Un elettrone parifica questa carica, l'altro si lega allo ione idrogeno per formare un atomo di idrogeno.

La NADPH è indispensabile nella fase oscura (ciclo di Calvin) nella quale si produce glucosio da anidride carbonica. In esso avviene un temporaneo immagazzinamento dell'acqua e degli ioniH+.


Condividi questa pagina

Invia pagina

Approfondimenti sull'argomento

Cerca nel sito

Se non hai trovato quello che ti serve, o vuoi maggiori informazioni, utilizza il motore di ricerca

Seguici sui Social Network

Universonline su Facebook