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Trapianti di pelle e operazioni al seno con le staminali

Trapianti di pelle

La ricostruzione della pelle completa di strato superficiale e profondo è già una realtà, fra 3-5 anni i medici hanno auspicato anche la possibilità di poter ricostruire in laboratorio il tessuto adiposo (adipociti), che insieme alle ghiandole mammarie costituiscono il tessuto del seno, un traguardo che potrebbe mandare in pensione le attuali protesi utilizzate nella chirurgia estetica.

Grazie a tre diversi tipi di cellule staminali prelevate da 13 pazienti, è stato possibile ricostruire per la prima volta al mondo l'organo della pelle completo di strato superficiale e profondo. L'operazione, diretta dal professor Nicolò Scuderi, è stata effettuata a Roma presso la cattedra di Chirurgia plastica dell'università La Sapienza.

Lo staff italiano, una volta ricostruita la pelle, ha provveduto poi a reimpiantarla negli stessi pazienti per riparare lesioni molto gravi ed estese. La notizia dell'esito positivo dell'operazione è stata comunicata dallo stesso prof. Nicolò Scuderi durante il primo congresso Nazionale CORTE (Conferenza italiana per lo studio e la ricerca sulle ulcere, piaghe, ferite e la riparazione tessutale) tenutosi nella Capitale italiana.

Scuderi ha evidenziato che le cellule staminali si utilizzano da quasi un trentennio nella chirurgia plastica, fino ad ora però il massimo che si riusciva a fare era la ricostruzione dello strato più esterno della pelle, l'epidermide. Lo staff italiano è quindi stato il primo a ricostruire e applicare un organo completo, in questo caso comprensivo di derma e epidermide. Se pur anche altri paesi stavanno sperimentando questo tipo di operazione, gli italiani sono stati i primi ad applicarla in campo clinico.

Il prossimo passo dei medici sarà quello di migliorare ulteriormente l'organo trapiantato ponendo particolare attenzione anche su aspetti come la vascolarizzazione e la creazione di bulbi piliferi.

Dei tredici pazienti operati, sei erano bambini con un'età compresa fra i 4 e i 15 anni, alcuni di questi avevano anche dei nevi (nei) abbastanza estesi sul tronco, sedere e schiena, un bambino aveva addirittura una gamba completamente senza pelle a causa di un incidente, fra gli adulti erano presenti numerose cicatrici e in uno era presente un tumore ai vasi sanguigni.

Gli interventi sono stati condotti in collaborazione con l'azienda specializzata in ingegneria dei tessuti Fidia Advanced Biopolymers. Nella prima fase sono state prelevata dalla pelle di ciascun paziente tre tipi di cellule staminali con diverse caratteristiche: i cheratinociti che consentono di riparare la pelle, i fibroblasti per poter ricostruire lo strato profondo e i melanociti che hanno il compito di dare il colore alla pelle. Successivamente si è dovuto attendere circa un mese per la coltivazione delle staminali dalle quali si è sviluppata la pelle, in seguito è stata divisa in pezzi da 8x8 cm, il numero di quadrati preparati dipendeva dell'estensione dell'area da coprire. Una volta impiantata la pelle questa ha attecchito coprendo l'area della lesione, per il momento si tratta ancora di un innesto ma in futuro si potrà ottenere un trapianto completo.

Durante il convegno che ha evidenziato i traguardi raggiunti dal team italiano, Scuderi ha anche parlato del futuro dell'applicazione delle staminali in altri ambiti della chirurgia estetica come ad esempio le protesi al seno. Le operazioni al seno come le conosciamo oggi, potrebbero diventare obsolete nel giro di qualche anno, queste potranno essere sostituite da tessuti coltivati in laboratorio a partire da cellule staminali per sostituire la parte adiposa della mammella.

I traguardi che si potranno ottenere in questo settore, non saranno solo un miglioramento per quelle donne non soddisfatte del proprio aspetto, bisognerà pensare soprattutto a un'applicazione in quei casi che per via di particolari patologie si è costretti all'asportazione del seno.


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